Formazione professionale: servizi ceduti agli ‘esterni’ a suon di milioni di euro. Soldi buttati al vento. Alla faccia della spending review!

A PAROLE SI PARLA DI MORALIZZAZIONDELLA VI8TA PUBBLICA. IN REALTA’, TRA ASSISTENZA TECNICA E SERVIZIO RENDICONTAZIONE GRUPPI ESTERNI ALL’AMMINISTRAZIONE REGIONALE SI STANNO FACENDO I CLASSICI ‘BAGNI’…

Più di 22 milioni di euro per esternalizzare a società di assistenza tecnica servizi che il Governo regionale avrebbe potuto affidare a dirigenti e funzionari dipendenti della Regione e in possesso di competenze specifiche. Succede nel mondo della formazione professionale siciliana, settore tra i più toccati dalla decisione governativa di affidare a terzi interi servizi.

Insomma, se Giovanna Lombardo e Antonio Giannotta, i funzionari che avevano garantito fino al primo febbraio scorso il funzionamento più o meno regolare degli uffici ai quali erano preposti, sono gli stessi oggi a “prendere polvere” rispettivamente al dipartimento delle Autonomie Locali, assessorato per la funzione pubblica e all’Urbanistica, presso l’assessorato al Territorio e Ambiente, qualcosa deve essere successa, no? E fatto alquanto paradossale, il loro servizio, prima erogato a costo zero per la Regione siciliana, adesso è stato affidato a società di assistenza tecnica esterna all’amministrazione regionale. Pare che la modica cifra oggetto dell’incarico si aggiri intorno ai 5 milioni annui.

Per ammissione stessa del nuovo responsabile dell’Ufficio stralcio, Maria Teresa Garofalo, intervenuta nei giorni scorsi tra i commenti a margine di un nostro articolo sul tema, il supporto dell’assistenza tecnica strapagata, non garantirebbe la necessaria continuità, visto che i suoi cinque dipendenti, per esempio, sarebbero stati tutti e contemporaneamente in ferie per il mese di agosto. Altro che continuità dell’azione amministrativa!

Non va meglio per il Servizio di Rendicontazione in cui operavano Mario Callara, Vito Giuliana, Silver Sclafani, Gabriella Passante, Paolo Rizzo, Bartolo Maggio e la dirigente Maria Josè Verde. Dirigenti e funzionari, lo ripetiamo in atto sparpagliati in altri assessorati e dipartimenti. Mentre il servizio è stato affidato ad una società di assistenza tecnica, ovviamente esterna all’amministrazione regionale. Si tratterebbe della “Deloitte & Touche”, società di consulenza il cui servizio sarebbe stato appaltato per un importo che si aggirerebbe sui 18 milioni di euro.

E questo costoso delegare è stato analogamente ripetuto alla Sanità, all’Agricoltura e in altri rami dell’amministrazione. Come se su 18 mila dipendenti già pagati dai siciliani non ce ne fossero di validi da formare, magari qualche mese prima di trasferirli.

E’ davvero paradossale che le stesse competenze non si siano trovate tra i già citati 18 mila e oltre dipendenti regionali. Sostenere in tempi di crisi e rischio default del bilancio della Regione siciliana scelte in controtendenza è fatto che desta non pochi dubbi. Soprattutto quando si annunciano tagli per tutti.

Ma come, signor presidente della Regione, Crocetta, e signor assessore all’Economia, Luca Bianchi: non avete rinnovato i

Rosario Crocetta, foto di Gabriele Bonafede

contratti ai circa mille e 800 dirigenti della Regione e poi affidate a dirigenti esterni all’amministrazione e regionale ciò che potrebbe essere fatto dai dirigenti regionali? Non è strano tutto questo? E come mai davanti a uno scandalo del genere i sindacati tacciono?

Che vi sia stata una precisa regia, nelle alte sfere dei ‘Palazzi’ del governo, volta ad esercitare, con quotidiana maniacalità, il controllo su interi rami dell’amministrazione regionale? E’ una domanda che in tanti ci hanno posto e per la quale non siamo ad oggi in possesso di elementi e riscontri oggettivi per esprimere un giudizio. I dubbi ovviamente restano. Proviamo a fare allora un ragionamento attraverso l’analisi di quanto accaduto negli ultimi 9 mesi di Governo Crocetta.

Sono tanti, troppi, i settori dell’amministrazione regionale “azzoppati” da scelte probabilmente pretestuose, affrettate e fin anche scellerate che ne hanno minato le funzioni fino a mettere a rischio la stessa erogazione del pubblico servizio. Danni che emergerebbero nella loro preoccupante dimensione nel settore della formazione professionale, che ha subito i maggiori rallentamenti a causa di scelte, che ripetiamo, hanno imbalsamato l’azione amministrativa con l’effetto di gettare sul lastrico famiglie, lavoratori e operatori del settore. Sì, perché nel ramo dell’amministrazione, affidato dal presidente della Regione, Rosario Crocetta, ad un giovane assessore tecnico, senza esperienza specifica e specialistica, Nelli Scilabra, si sono concentrate le maggiori attenzioni nei mesi scorsi.

Infatti, l’esecutivo si è dilettato a sciorinare le maggiori energie intellettive per modificare ogni cosa in attuazione di una scelta precisa di discontinuità col precedente Governo regionale dell’allora famigerato trio delle meraviglie LAC (Lombardo, Albert, Centorrino). Una singolare creatività che ha spinto processi, dal probabile sapore epurativo, diretti in due distinte direttrici. Da un lato la rotazione di quasi tutti i dirigenti dei servizi afferenti al dipartimento regionale Formazione professionale e di moltissimi funzionari istruttori, riducendo di oltre il 50 per cento la pianta organica. Perché, poi, visti i catastrofici risultati? Mistero. Dall’altro lato, la decisione di effettuare un maxi trasloco della sede del citato assessorato, traslocando, armi e bagagli, dagli locali di via Ausonia a quelli di corso Calatafimi. Tutto di corsa e nel pieno di un’emergenza nei pagamenti che è rimasta in tutta la sua drammaticità.

Oggi, con ritardi inaccettabili per gli operatori, che non trovano più alcuna giustificazione politica e amministrativa, centinaia di fascicoli e documenti restano chiusi e sigillati in scatoloni anonimi e freddi.

L’assistenza tecnica, fortemente voluta da chissà chi quali benefici ha apportato? Accelerazioni dei corsi e dei pagamenti, forse? Macché! Solo un costo certo, almeno fino ad oggi. Il dato che emerge in maniera inconfutabile è che interi servizi del dipartimento per la Formazione professionale continuano a non funzionare o ad operare a rilento. Uno scenario prevedibile e lo avevamo anticipato in nostri precedenti articoli, al quale in tanti avevano tentato di opporsi. Ma il Governo non ha voluto sentire ragioni. Chissà perché. C’entra la mafia e l’antimafia? Può darsi.

Torniamo al nostro ragionamento. Dicevamo di come la “rimozione delle incrostazioni”, annunciata e attuata dal presidente della Regione siciliana, abbia paralizzato il funzionamento degli uffici dell’amministrazione regionale. I fatti lo dicono e i danni che si registrano dai continui e ripetuti ritardi nell’azione politico-amministrativa del Governo Crocetta, lo confermano. A soffrire tutti i rami della pubblica amministrazione regionale, non solo la Formazione professionale.

Intanto a pagare lo scotto della scellerata decisione del Governo regionale di sbarazzarsi di dirigenti e funzionari, gli utenti ed i cittadini, costretti a sostenere maggiori costi sociali. E poi, non è un segreto che in molti uffici siano tanti i dipendenti regionali spaesati. Molti di loro hanno sofferto per la rotazione degli incarichi stabilita all’inizio dell’anno dal presidente Crocetta, non seguita, per esempio, da carichi di lavoro, spesso assegnati dopo settimane e settimane di “braccia incrociate”. Ulteriori costi per la collettività.

Difatti, è chiaro che un dirigente rimosso al quale non si affida alcun carico di responsabilità per un mese e mezzo comporta il pagamento comunque dello stipendio, ma fa emergere un possibile danno erariale per la mancata di produttività. Spostamenti attuati in nome della “Spending review” e della citata, lo reiteriamo, “rimozione delle incrostazioni”, una sorta di liberazione degli uffici da mafia, illegalità.

Sarà proprio così? Una scelta che appare maldestra, invece, e che ha finito per paralizzare interi settori della amministrazione con possibili danni per la Sicilia a partire dai notevoli costi sostenuti per non interrompere il pubblico servizio, attraverso l’esternalizzazione dell’attività. Una scelta oculato o cos’altro? Che fossero altri i motivi che avrebbero spinto alti burocrati, ambienti politici o la stessa Giunta regionale a convincere il presidente Crocetta della bontà della scelta?

Nei giorni scorsi abbiamo dato notizia della paradossale situazione dell’Ufficio stralcio, la cui competenza è asservita al servizio Gestione in materia di formazione professionale. Ufficio diretto dall’architetto Michele La Cagnina, pensato per sveltire l’esame delle pratiche di pagamento in arretrato (rendicontazione), addirittura a partire dal Piano regionale dell’offerta formativa (Prof) del 2003. Uno scenario, una sequela di ritardi che non trovano eguali in altre esperienze amministrative al punto da far insidiare il tarlo del dubbio.

Che documenti e fascicoli delicatissimi possono ancora stagnare negli scaffali o negli scatoloni, da oltre due mesi, dopo un improvvido trasloco da via Ausonia a corso Calatafimi?

Liberi pensieri retrò che catapultano il ragionamento di tanti operatori del settore verso atteggiamenti di certa politica che si auspicavo fossero stati debellati da tempo. Quella politica che nell’esercizio del ruolo istituzionale condizionerebbe tempi e modalità di parte della burocrazia, sensibile magari al colore politico o a chissà che.

A chiarimento è corretto riferire che questo “strano” stato di cose lascerebbe pensare a metodi affaristico-clientelari che vedrebbero gestire i fascicoli con l’approccio, riferitovi in un nostro precedente articolo, del “mi manda Picone”.

Non sappiamo se è così e non siamo a conoscenza di prove o riscontri oggettivi concreti e inconfutabili. Certo è che le lamentele da più fronti sono diffuse e continue, i ritardi lo confermano. Altro che lotta all’illegalità diffusa! Altro che pulizia! Altro che efficacia ed efficienza nell’azione politico-amministrativa!

 


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