Formazione professionale, blitz a Catania

DIECI ARRESTATI E TANTI INDAGATI. OLTRE AI DIRIGENTI DEGLI ENTI NON SI ESCLUDE IL COINVOLGIMENTO DI DIPENDENTI DELLA REGIONE

14-10-2013 La notizia era nell’aria da qualche tempo. E stamattina la lancia il quotidiano on line, LiveSicilia. In questo momento sarebbe in corso un blitz della Guardi di Finanza nelle sedi di alcuni enti che si occupano di formazione professionale.

Ci sarebbero anche arresti, a quanto pare una decina. I reati contestati sarebbero la corruzione e la truffa. In pratica, utilizzazione distorta del denaro pubblico.

Di scena i fondi utilizzati – anzi, in questo caso, è ipotizzabile affermare che sarebbero stati distratti – per la realizzazione di corsi di formazione.

Ormai da mesi, è noto, la magistratura è impegnata ad indagare sui corsi di formazione professionale. Per la precisione, su come vengono impiegate le risorse pubbliche in questi settori della vita pubblica della nostra Isola.

In questo momento circolano solo indiscrezioni. Si dice, ad esempio, che gli enti coinvolti potrebbero essere quattro forse più.

I nomi degli enti che circolano in quanto eventualmente coinvolti nell’inchiesta della magistratura potrebbero essere quelli dell‘Irsaps di Catania, dell’Anfes e dell’Issvir sempre di Catania e della sede autonoma dell’Anfe sempre della città etnea.

Nel caso dell’Anfe di Catania la notizia non è nuova. Già dalla scorsa estate l’Anfe di etnea è stata commissariata dall’Anfe nazionale proprio perché erano state riscontrare irregolarità.

Le notizie, in questo momento, sono frammentarie. Con molta probabilità, se ne saprà di più in mattinata. Alle 10 e 30, infatti, presso la sede della Procura della Repubblica di Catania verranno illustrati altri particolari di questo blitz. Dovrebbe essere presente anche il procuratore capo, Giovanni Salvi.  

Come già accennato, le indagini della magistratura, ormai da qualche tempo, coinvolgono buona parte del mondo della formazione professionale. Con riferimento, soprattutto, ai legami tra formazione professionale e politica.

I problemi, mettiamola così, sono cominciati a metà anni ’90 del secolo passato, quando, con una legge regionale, la possibilità di organizzare e gestire corsi di formazione professionale, dai tradizionali enti senza finalità di lucro, è stata estesa anche alle società per azioni.

In questo modo molti politici siciliani sono entrati direttamente nel settore. In pratica, la politica che decide a chi debbono essere erogati i fondi pubblici, ha iniziato ad erogare soldi pubblici a se stessa. Una pacchia. Il tutto in uno scenario di oggettivo conflitto di interessi. E di affarismo.

La scorsa estate, nel mirino della magistratura sono finiti alcuni enti della provincia messinese. Coinvolgendo, direttamente, due esponenti di spicco della politica della Città dello Stretto: Francantonio Genovese, già Sindaco di Messina e oggi parlamentare nazionale del PD e Beppe Buzzanca, anche lui ex Sindaco di Messina ed ex parlamentare regionale del Pdl.

Per la cronaca, la ‘spartizione’ dei fondi tra la politica siciliana è stata rigorosamente bipartisan. I fondi pubblici finivano a enti e società riconducibili al centrodestra e al centrosinistra.

Va aggiunto che la formazione professionale non è l’unico settore dove la politica siciliana ‘bagna il becco’.

Ci sono altri settori dove i politici e gli alti burocrati della Regione (comunque espressione della politica, visto che i dirigenti generali li nomina il Governo) partecipano ‘allegramente’ alla spartizione di fondi pubblici.

Uno di questi settori, mai finito, almeno negli ultimi anni, sotto la ‘lente d’ingrandimento’ della magistratura è l’agricoltura. O meglio, per essere precisi, la gestione del Psr, sigla che sta per Piano di sviluppo rurale. Nella Programmazione 2007-2013 sono stati stanziati oltre 2 miliardi di euro.

A differenza di quanto è avvenuto con i fondi strutturali del Po-Fesr, le risorse del Psr destinate alla Sicilia sono state spese integralmente. Ma a parte qualche meritorio intervento (come quello per il rilancio del nocciolo dei Nebrodi), non sembra che i fondi abbiano risollevato le sorti dell’agricoltura siciliana.

Un altro settore dove la politica ha sempre dettato legge è quella dei vecchio Consorzi Asi (Aree di sviluppo industriale). Consorzi Asi che sono stati commissariati lo scorso anno con la legge di riforma del settore.

In questi ultimi mesi lo scontro politico sulle Asi è stato fortissimo. In parte per la nomina di un personaggio, da parte del Governo regionale di Rosario Crocetta – si tratta di Alfonso Cicero – che le opposizioni (ma non soltanto le opposizioni) considerano illegittima. In parte perché gli interessi (e gli affari) che si celano in questo settore sono enormi.

Un altro comparto dove girano interessi economici che fanno molta gola ai politici è quello delle autostrade siciliane. Ovvero la gestione del Cas, sigla che sta per Consorzio autostrade siciliane.

Consorzio, che fa capo alla Regione, che gestisce l’autostrada Palermo-Messina, la Messina-Catania e la Siracusa-Gela (in fase di completamento).

Da non sottovalutare, poi, gli interessi della politica nel settore delle energie alternative, dell’acqua e dei rifiuti.

Nel primo caso – energie alternative – già da mesi, si parla con insistenza di personaggi che girano per i Comuni siciliani a proporre affari agli amministratori dei Comuni. Per non parlare del centro agro-fotovoltaico di Butera-Gela. Dove gli interessi in ballo sono elevatissimi.

Nel caso dell’acqua il discorso riguarda la gestione di questo settore oggi nelle mani dei privati. Il dubbio è che, dietro alcune società che gestiscono mi servizi idrici, ci siano dietro interessi di politici.

Quindi i rifiuti. O meglio, il giro di affari delle discariche. E la storia dei termovalorizzatori che, a giudicare da quello che ha annunciato qualche settimana fa l’assessore regionale all’Energia, Marino, dovrebbe arricchirsi, prossimamente, di nuovi particolari.

AGGIORNAMENTO:

Blitz Formazione, i nomi degli arrestati
 

 

 


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