Il Tar ha accolto l'istanza degli enti formativi che contestano la rimodulazione dei costi standard introdotta da una delibera di giunta che regolamenta la terza annualità dell'Avviso 20. I deputati grillini sottolineano il caos amministrativo che colpisce in primo luogo i dipendenti del settore
Formazione,il ricorso Asef blocca tutto M5S: «Confusione su confusione»
«Confusione su confusione, l’ennesima prova dell’incapacità di questo governo azzecarbugli». Il gruppo parlamentare del Movimento Cinque Stelle all’Assemblea regionale siciliana commenta così l’ultima tegola piovuta sull’Esecutivo Crocetta, obbligato dal Tar a rivedere la delibera di giunta che regolamenta la terza annualità dell’Avviso 20/2011 e che rischia di mettere in forse il via delle attività formative in Sicilia.
La terza sezione del Tar per la Sicilia, infatti, ha accolto il ricorso dell’Asef (associazione degli Enti di formazione) e di altri enti formativi, che chiedevano l’annullamento della delibera di giunta del 16 settembre (e le seguenti direttive), con la quale si riducevano i costi delle lezioni con la rimodulazione dei costi standard e con la quale si eliminavano i gettoni per gli allievi, ovvero le indennità di partecipazione.
Ma i due elementi, la componente ora-corso e anche quella ora-allievo, non possono essere scissi per il Tar, che nell’ordinanza scrive:
«Con particolare riferimento al nuovo meccanismo di calcolo dell’unità di costo standard,- si legge nell’ordinanza- laddove viene rimodulato utilizzando quale parametro il valore definito a livello nazionale nell’ambito del Programma operativo PON YEI, considerandone solo la componente ora-corso e non anche quella ora-allievo;
Considerato che tali elementi di costo in ambito nazionale sembrano concorrere cumulativamente a determinare quanto spettante complessivamente all’ente di formazione.
il Tribunale Amministrativo Regionale per la Sicilia (Sezione Terza)
Accoglie l’istanza cautelare nei limiti dell’obbligo di riesame dei provvedimenti impugnati.
Fissa per la trattazione di merito del ricorso l’udienza pubblica del 24 giugno 2015».
Insomma, la delibera di Giunta del 16 Settembre, presentata come un atto riformatore rivoluzionario, nei fatti, ha solo contribuito ad aumentare il caos della Formazione. L’ordinanza del Tar, infatti, ne blocca l’efficacia.
«Crocetta, lo ripeteremo fino allo sfinimento – dice Valentina Zafarana, capogruppo del M5S – è il nostro re Mida al contrario, qualunque cosa tocchi, la distrugge. Lo ha fatto con tutti settori, in particolare con quello della Formazione, ridotto ad un deserto. Era doveroso rivedere un sistema che faceva acqua da tutte le parti e che, soprattutto, foraggiava vergognosamente appetiti illeciti e traffici illegali – aggiunge -, ma distruggere senza pensare minimamente a come ricostruire in maniera razionale non è mai una soluzione. Lasciare tante famiglie senza stipendi e certezze per decine di mesi, oltre che vergognoso è inumano.
«Ma, evidentemente, per Crocetta (e per noi parlamentari) – dice ancora la pentastellata – questa è una situazione sconosciuta, visto che il suo stipendio, anzi i suoi stipendi, considerato che ne percepisce due, viaggiano sempre con puntualità svizzera. La sentenza del Tar conferma che la giunta opera in maniera approssimativa e, in questo caso illegittima, cosa che ora apre la strada una una miriade di complicazioni senza fine, ritardi e possibili richieste di risarcimento danni che, come al solito, saranno i cittadini a pagare».