Formazione, il piano Barca per salvare tutti i licenziati (Cefop incluso)

Il”Piano Barca” come strumento per salvare i 328 licenziati del Cefop, ente di Formazione professionale in Amministrazione straordinaria.  È questa la soluzione immediata che permetterebbe al governo regionale di gestire la “questione sociale” esplosa dopo la decisione dei licenziamenti,  ma anche di uscire dal groviglio normativo di settore. Il Piano prevede un programma straordinario di riforma della Formazione professionale in Sicilia nella direzione della riorganizzazione dei modelli gestionali, della riqualificazione del personale e del potenziamento degli strumenti per la governance del mercato del lavoro nonché il miglioramento della capacità di intervento dei Servizi per il lavoro.

Gli interventi interessano sia la filiera degli Sportelli Multifunzionali, che al 30 settembre 2013 completeranno il percorso triennale, sia quella degli interventi formativi, dove sono stati dichiarati pure circa due mila lavoratori in esubero, di cui circa mille già licenziati. Proprio nei giorni scorsi il ministero per la Coesione Territoriale ha sbloccato 45 milioni di euro; somma cospicua da destinare alla Sicilia per la riorganizzazione del settore della Formazione professionale.

Un settore, dicevamo, che vive in questi mesi il dramma di oltre mille lavoratori licenziati nonostante la legge regionale n. 25 del 1 settembre 1993 – ad oggi in vigore – abbia introdotto il principio della continuità lavorativa del personale. In poche parole, come più volte abbiamo sottolineato in precedenti articoli, gli operatori della Formazione professionale non possono essere licenziati. Eppure sono già almeno mille coloro che hanno perso il posto di lavoro. Fatta chiarezza su questa incongruenza, cosa fare? Possiamo provare ad abbozzare un approccio funzionale; mettere da parte polemiche e facili strumentalizzazioni clientelari e procedere a stilare un piano d’azione che implementi gli strumenti messi in campo dal “Piano Barca”. Il piano per il triennio 2013-2015 prevede l’assegnazione di 28 milioni di euro ad apposito fondo per la disciplina del processo di esodo e mobilità del personale in esubero.

Intervento destinato a circa mille e quattrocento lavoratori. Le misure di intervento riguardano, nello specifico, l’utilizzo di tre milioni e mezzo di euro, destinati a 3.500 dipendenti, per interventi di natura specialistica; otto milioni e mezzo saranno invece destinati a riqualificare circa 2.500 lavoratori. Peraltro, la riqualificazione del personale in esubero potrebbe essere attuata anche “in house”, avendo la Regione strutture delle quali avvalersi senza far ricorso a bandi o avvisi. Si darebbe in tal modo seguito a quanto previsto dalla delibera di giunta n. 350 del 4 ottobre 2010 che prevede, per il personale in esubero e/o in mobilità, un percorso di riqualificazione e successiva ricollocazione presso altro ente formativo o presso altri uffici della Regione. Per far ciò tutto il personale in atto licenziato dovrebbe essere re inserito nell’albo di cui all’art. 14 della legge regionale n.24 del 6 marzo 1976, con apposita modifica normativa, finalizzata alla creazione di una sezione apposita per gli operatori assunti al 31 dicembre 2008.

La stessa norma dovrebbe poi prevedere la revoca del Decreto Assessoriale 5074 del 22 dicembre 2010 nelle parti in contrasto. Si potrebbe inoltre dare seguito alla misura incentivante e volontaria di pre pensionamento prevista dal Piano. Obiettivo finale quello di riassorbire i licenziati di Cefop, Anfe, Ancol, Aram, etc.. Compito di Nelli Scilabra, assessore regionale Istruzione e Formazione professionale, rendere operativa la fase delicatissima della riorganizzazione del settore implementando le straordinarie opportunità del piano Barca.


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