Formazione: Ial Sicilia fuori da piano formativo 2013/2014? Pronta a scoppiare la bomba occupazionale con 856 dipendenti in balìa delle onde

PRONTO IL BARATTO POLITICO SOTTO LA REGIA LUMIA/CROCETTA PER OTTENERE L’APPOGGIO AL GOVERNO DA PARTE DEL PD? OVVIAMENTE A PAGARE SONO SEMPRE E COMUNQUE I LAVORATORI

La Regione siciliana revoca l’accreditamento allo Ial Sicilia, con decreto notificato lo scorso 18 settembre, mettendo fuori l’ente dal Piano di finanziamento della seconda annualità dell’Avviso 20/2011, finanziato con le risorse del Piano Giovani (Pac – Piano di Azione e Coesione). Una decisione che era nell’aria dopo i risvolti delle scorse settimane, alla quale non è seguita alcuna iniziativa per salvaguardare gli 856 lavoratori dell’Ente che rischiano il licenziamento o comunque pregiudicato il futuro lavorativo.

Sono diverse le cose che non convincono in questa vicenda che da subito è apparsa come viziata da una questione politica tutta dentro il Partito Democratico siciliano e forse anche romano.

Intanto sarebbe utili conoscere il motivo per il quale l’assessorato regionale ha rinviato, di giorno in giorno, la pubblicazione del Piano di finanziamento della seconda annualità con l’individuazione degli enti beneficiari di una quota del finanziamento a valere sul Piano giovani.

D’obbligo una domanda: il Piano uscirà senza lo Ial Sicilia? E se sì, resteranno finanziate le ore, inizialmente appartenenti al citato Ente de finanziato, per essere assegnate ad altri enti oppure al Ciapi di Priolo onde garantire la prosecuzione lavorativa dei lavoratori?

Più che una curiosità è una dato di fatto importante, perché oggetto della controversia non è soltanto il futuro dell’ente Ial Sicilia ma soprattutto la salvaguardia dei livelli occupazionali e quindi il posto di lavoro di 856 dipendenti.

Peraltro, il paradosso è che la sorte dei dipendenti dello Ial Sicilia potrebbe essere diversa. Sono 216 i dipendenti dello Ial occupati negli Sportelli multifunzionali che dovrebbero seguire il percorso disegnato dall’accordo di 48 ore fa tra Governo e parti sociali transitando al Ciapi di Priolo.

Su questo aspetto ricordiamo che l’Ente ha comunicato, nei giorni scorsi , a questi lavoratori la decisione di avviarli in Cassa integrazione guadagni in deroga.

Ma anche supponendo che 216 lavoratori su 856 dovessero seguire la strada del Ciapi resterebbe il fatto che al rientro, fra sei mesi, potrebbero non trovare più l’ente di appartenenza, nell’ipotesi di chiusura dello stesso. E poi resterebbe in piedi la vicenda legata alle garanzie per i 640 lavoratori degli Interventi formativi che potrebbero finire fuori assieme l’ente dal Piano di finanziamento delle attività dell’Avviso 20/2011.

Nel frattempo lo Ial Sicilia, in un comunicato diramato ha messo in mora l’amministrazione regionale. Nella nota si legge: “Non c’è peggiore sordo di chi non vuole sentire. E’ questo l’atteggiamento della Direzione Generale dell’assessorato alla formazione. Abbiamo a più riprese e in più forme spiegato che per ogni giorno perso nel risolvere la vicenda dell’accreditamento del nostro Ente aumentano i danni di natura economica e le incertezze per la vita quotidiana dei lavoratori e delle loro famiglie. Abbiamo messo in mora il dirigente generale dell’assessorato che sembra avere un atteggiamento di oggettivo ostruzionismo. Continuare con una pratica di persecuzione sistematica rende il clima tra i lavoratori sempre più esasperato”.

I vertici dell’ente dichiarano senza mezzi termini di essere con le carte in regola e di non temere alcun tipo di controllo, anzi vengono auspicate ispezioni, verifiche e accertamenti. Quello che lo Ial contesta è, invece, l’atteggiamento di oggettiva indifferenza da parte del Governo regionale sulla questione che la riguarda.

Dicevamo delle perplessità che, in precedenti nostri articoli abbiamo rappresentato. La soluzione, ammesso che vi sia, appare più politica che tecnica. Da due settimane l’assessorato regionale per l’Istruzione e la formazione professionale annuncia l’uscita del Piano formativo, ma continua a restare chiuso in un cassetto. Atteggiamento che alimenta l’impressione che fino a quando non sarà chiarito lo scontro tra il presidente della Regione siciliana, Rosario Crocetta ed il Pd siciliano del piano difficilmente si potranno conoscere i contenuti.

E poi, in aggiunta, alla poca chiarezza del dipartimento regionale al ramo sembrerebbe aggiungersi quella dell’ente. E’ spontaneo chiedersi, ma lo Ial Sicilia, dopo aver ricevuto la revoca dell’accreditamento, ha depositato un ricorso al Tribunale amministrativo regionale (Tar) avverso la decisione dell’amministrazione regionale?

La sola lettera di diffida non pare assumere realisticamente le difese di ente e lavoratori. E poi, nella lettera il presidente dello Ial, Vincenzo Conticello, fa riferimento a danni subiti, senza spingersi oltre. E’ spontaneo chiedersi ma lo Ial Sicilia ha censurato l’amministrazione con denunce anche penali? Ed ancora, il presidente Conticello ha assunto decisioni conseguenziali per tutelare ente e dipendenti? Conticello non pare avere assunto un comportamento lineare, secondo quanto emergerebbe da alcune indiscrezioni pervenute in redazione, sulla vicenda. L’atteggiamento appare ambiguo, come se da un lato non volesse dispiacersi con il senatore Giuseppe Lumia che in tanti sono pronti a giurare che sia il mentore dell’assessore Nelli Scilabra, cosa alla quale il giornale stenta a credere.

Eppure ogni qualvolta il Pd alza la cresta nella contrapposizione politica con il presidente Crocetta, il presidente Conticello sembrerebbe riavvicinarsi al senatore alcamese, Nino Papania. Tra i lavoratori serpeggia il malcontento, l’ente ha intenzione di difendere i propri dipendenti oppure no?

Il piano, lo ripetiamo, senza lo Ial Sicilia, uscirà oppure si dovrà attendere una schiarita nella crisi che si registra tra i partiti della maggioranza al governo regionale? Visti i chiari di luna, sarebbe utile conoscere la volontà del governo regionale e dell’assessore Scilabra circa il futuro dei lavoratori già licenziati da diversi enti (come Anfe e Cefop e non solo). Questi rientreranno nel Piano formativo o no? Oppure gli 856 dipendenti dello Ial Sicilia dovranno attendere mesi e mesi come è già accaduto per licenziati di Anfe e Cefop o degli enti della provincia di Messina definanziati a causa di provvedimenti dell’autorità giudiziaria? Ed infine, come mai lo Ial non abbia sentito la necessità, almeno fino ad oggi, di convocare le organizzazioni sindacali per comunicare la decisione del Governo di revocare il finanziamento all’ente per aprire lai vertenza che coinvolgerebbe 856 lavoratori.

Tante domande che meritano risposte. Tanti dubbi che non aiutano a risolvere i problemi. E meno male che l’esecutivo regionale vanta il raggiungimento di risultati storici nel settore della formazione professionale, come quello di aver fatto pulizia e restituito chiarezza e certezza. Rivoluzione sbandierata ma che non riscontriamo dall’analisi di quanto accaduto.


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