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Rilasciato dall’Inps di Palermo il Documento di regolarità contributiva (Durc) alla Fondazione Cas Onlus, Ente che opera nel settore della formazione professionale siciliana. La notizia è di quelle ad effetto che apre scenari al chiaro scuro. Proviamo a chiarire il perché.

In pratica, dopo le accuse piombate sulla gestione dell’Ente ed un contenzioso lungo più di dieci anni, la Fondazione Cas Onlus ha dimostrato di avere ragioni da vendere e la Regione siciliana rischia di pagare un prezzo altissimo per scelte con ogni probabilità assunte in maniera affrettata. Scelte, quelle adottate dagli uffici della Regione siciliana, non proprio lungimiranti.

Intanto il dirigente generale del dipartimento Formazione professionale della Regione, Ludovico Albert, ha dovuto inghiottire il rospo e l’amministrazione regionale dovrà adesso sborsare qualcosa come circa 9 milioni di euro riconosciuti dal Tribunale perché legittimamente vantati dalla Fondazione Cas Onlus.

In arrivo ci sarebbero altri 6 milioni di euro. Un duro colpo per le reazioni a catena che potrebbe provocare e per via di possibili risvolti non solo amministrativi legati all’ingente danno erariale.

Una notizia, quella del Durc rilasciato alla Fondazione Cas onlus, che irrompe “a gamba tesa” nel caotico settore della formazione professionale siciliana. Una certezza in una mare di incertezze. Un duro colpo per Ludovico Albert, il potente dirigente generale del dipartimento Formazione professionale. Un personaggio imposto in Sicilia dal gotha pidiessino nazionale. Scricchiola il sistema di certezze costruito intorno all’operato del tecnico piemontese voluto dall’asse romano Bersani, D’Alema e Fassino. Una sorta di macchina infallibile che avrebbe dovuto purificare il malsano settore della formazione professionale – come qualcuno ha avuto interesse di dipingere – da sprechi, clientele e affarismo. (a sinistra, l’avvocato Francesco Menallo, presidente della Fondazione Cas onlus)

Oggi tutto questo è fortemente messo in discussione dal caso Fondazione Cas Onlus. Ma quanti di questi casi esistono ancora? Lo vedremo.

Cade l’impalcatura sulla quale Albert aveva costruito prima l’ammissione con riserva dell’Ente formativo Fondazione Cas Onlus o al Piano regionale dell’offerta formativo (Prof) del 2011 e poi la definitiva esclusione dal finanziamento. Chissà quali reali motivazioni indussero il dirigente generale a congelare le ore formative ed il corrispondente finanziamento alla Fondazione Cas onlus.

Oggi l’interrogativo appare legittimo e meritevole di approfondimento. Inoltre affrettata appare la decisione assunta da Albert nel 2011 di provvedere alla sospensione e quindi alla revoca dell’accreditamento delle sedi formative della Fondazione Cas Onlus. Quali conseguenze? La perdita del finanziamento regionale a valere sul Prof 2011 oltre all’impossibilità di partecipare all’Avviso 20/2011.

Per l’Ente formativo, danni su danni. Oltre 70 dipendenti delle sedi delle province di Palermo, Catania e Trapani, rimasti senza lavoro e l’Ente ingiustamente privato del finanziamento cosiddetto “consolidato”. Circa 3 milioni di euro per finanziare attività formative (Interventi formativi), orientamento (Servizi formativi) e percorsi di obbligo scolastico per minori (Oif). Una scelta assunta dal dipartimento Istruzione e Formazione professionale che fece scalpore per i discutibili presupposti e le contestate procedure adottate nel 2011 dagli uffici guidati da Ludovico Albert. Usciti oggi soccombenti.

Il fatto è accaduto in un momento in cui l’assessore regionale pro tempore all’Istruzione e Formazione professionale, Mario Centorrino, trasformava il settore della formazione professionale in una “giungla senza regole”. Un sistema di atti e provvedimenti amministrativi finalizzati a disattendere il quadro normativo regionale che ruota attorno alle leggi regionali ancora oggi in vigore, come al n. 24 del 6 marzo 1976 e la n.25 del 1° settembre 1993.

Impostazione pseudoriformista avallata dal presidente della Regione siciliana, Raffaele Lombardo. Scelte amministrative temerarie, se non dissennate, che hanno gettato nel caos il settore. Una discutibile situazione che, sin da subito, ha danneggiato l’immagine della Fondazione Cas Onlus guidata dall’avvocato Francesco Menallo.

Rintracciato telefonicamente dalla redazione, Menallo conferma la notizia del rilascio in data 19 ottobre 2012 del Durc. “Abbiamo dovuto sborsare più di tre milioni di euro – ci dice Menallo – per sanare la posizione nei riguardi dell’ufficio delle entrate, dell’Inps e dell’Inail, dovendo subire un costo giornaliero di 4 mila euro. Adesso abbiamo regolarizzato la nostra posizione e ci apprestiamo, nei prossimi giorni – precisa il presidente della Fondazione Cas Onlus – a completare le transazioni con tutto il personale per via del riconoscimento di tutti i crediti maturati dal personale per gli anni pregressi. Siamo uno dei pochi enti in Sicilia ad avere i conti i regola e ci tengo a sottolineare che tra il 2005 e l’ottobre del 2010 abbiamo pagato con regolarità mensile le retribuzioni al personale”.

Una storia a lieto fine che testimonia però l’approssimazione con la quale il Governo regionale ha gestito uno dei settori strategici, provocando danni alla collettività. Siamo sicuri che torneremo a parlare di questo caso nei prossimi mesi per i contenziosi ancora in essere e per le ulteriori richieste di risarcimento danno da parte della Fondazione Cas Onlus alla Regione siciliana.

Nota a margine

Solo un paio di domande. La Regione, adottando scelte poi rivelatesi errate, ha cagionato ingenti danni all’Ente formativo Fondazione Cas onlus. Che, supponiamo, chiederà do essere risarcito. Chi pagherà?

Sarebbe singolare che a pagare siano i contribuenti siciliani. Noi ci auguriamo che la Corte dei Conti individui i responsabili di questo danno economico e li costringa a pagare. Su questa vicenda terremo informati i nostri lettori ch sono, anche, contribuenti.   

 


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