In sicilia formazione professionale e politiche del lavoro allo sbando. Senza idee e incapace di assumere impegni, il governo regionale rischia di creare un pericoloso vuoto programmatico. E' questo il messaggio che si coglie dalla mancata partecipazione dell'esecutivo regionale a unoccasione di dibattito promossa ieri dall'anfe. Il riferimento è agli assessori nelli scilabra (formazione professionale) e ester bonafede (lavoro).
Formazione e Lavoro, Nelli Scilabra e Ester Bonafede se la danno a gambe
In Sicilia Formazione professionale e politiche del Lavoro allo sbando. Senza idee e incapace di assumere impegni, il Governo regionale rischia di creare un pericoloso vuoto programmatico. E’ questo il messaggio che si coglie dalla mancata partecipazione dell’esecutivo regionale a unoccasione di dibattito promossa ieri dall’Anfe. Il riferimento è agli assessori Nelli Scilabra (Formazione professionale) e Ester Bonafede (Lavoro).
Assenze pesanti, che si sono fatta sentire, ieri, durante i lavori del convegno organizzato, come già accennato, dalla Delegazione regionale Sicilia dellAnfe. Dibattito andato in scena presso il Castello Utveggio, la sede del Cerisdi, a Palermo.
Ieri ci si attendeva lavvio di un confronto istituzionale tra Governo regionale, Enti e sindacati per individuare di strumenti utili alla riorganizzazione delle politiche attive del lavoro. Avrebbe potuto e dovuto essere uno stimolo utile a colmare un vuoto concertativo.
L’analisi dei risultati raggiunti dall’Anfe, Ente gestore, tra gli altri, degli Avvisi 1 e 2 relativi agli Sportelli Multifunzionali e Scuola/Lavoro, avrebbe potuto costituire un momento di verifica sulle azioni promosse, sugli obiettivi raggiunti, sulle ricadute sul mercato del lavoro, in una prospettiva volta a gettare le basi per un nuovo modello di governance del sistema del mercato del lavoro. (a destra, l’assessore regionale, Nelli Scilabra)
Invece i due assessori regionali non si sono fatti vedere. Un gesto definito da tutti gli operatori intervenuti “irresponsabile”. Segno di un atteggiamento che definire sbagliato è poco. Che sia il preludio di un cambio di guardia all’assessorato Istruzione e Formazione professionale e allassessorato al Lavoro? Chissà.
Il flop dell’amministrazione regionale lo avevamo pure avvistato e, nel nostro articolo di ieri, avevamo sottolineato e denunciato l’assenza di regole certe per un mercato del lavoro che ha mutato i “connotati” normativi e operativi. Il governo, lo abbiamo ribadito ieri dalle righe del nostro giornale, deve “darsi una mossa”. E in assenza di iniziative di dialogo promosse dall’amministrazione attiva, quale migliore occasione di confrontarsi con tutti gli attori del sistema formativo? Eppure la decisione di disertare i lavori, da parte dei due assessori, ha lasciando basiti tutti gli interlocutori presenti.
Duri anche i sindacati che parlano senza mezzi termini di “immobilismo”. Delusione e incredulità anche tra le associazioni degli Enti formativi. Assenze che appaiono come volute e non il frutto di casuali impegni istituzionali.
La mancanza dell’ “asso pigliatutto”, ovvero della dottoressa Anna Rosa Corsello, dirigente generale dai tanti incarichi apicali e onnipresente in ogni dove – praticamente assente quasi ovunque, perché chi ha tanti incarichi non può essere presente, contemporaneamente, in due o più posti, a mano che non abbia poteri magici – è la conferma di uninequivocabile volontà di non esserci, di non sapere cosa dire. Perché? (a sinistra, l’assessore regionale Ester Bonafede)
Diversi possono essere i motivi. Intanto quello più scontato: l’esecutivo è privo di proposte. Oppure le idee le ha e se le tiene ben nascoste, perché mirerebbero a chiudere con l’esperienza triennale degli Avvisi gestiti dagli Enti formativi attraverso gli Sportelli Multifunzionali e Scuola/Lavoro per assegnare il servizio a qualche società del Nord. Risultato? Duemila licenziati.
L’assenza potrebbe nascondere un proposito ben peggiore. Un disegno politico ben architettato che spingerebbe fuori dal sistema formativo quegli Enti che non si sarebbero “piegati” alla volontà del Partito democratico, o di una parte di esso, di acquistare tutti o quasi, gli Enti formativi siciliani. Se fosse fondato questo scenario, beh, ciò significherebbe anche che il presidente della Regione sarebbe all’oscuro di tutto. Perché una cosa è chiara: il governatore Crocetta ha manifestato la ferrea volontà di salvare il sistema formativo. E noi ci crediamo!
Ma il Governatore ha intorno a sé uomini e donne collegati al vecchio Governo regionale che stanno spingendo verso la concentrazione del settore nelle mani di pochi. Forse il presidente Crocetta dovrebbe accelerare sul rimpasto della sua Giunta – con riferimento, soprattutto,a Formazione e Lavoro – e cambiare rotta. Solo tagliando col passato potrà evitare una drammatica collisione.