Formazione: chiude il Cefop?

Terremoto in arrivo al Cefop? “Sospensione delle attività e atti consequenziali” è l’unico punto all’ordine del giorno della nota di convocazione trasmessa lo scorso 14 febbraio dai tre commissari straordinari alle organizzazioni sindacali. Si prevede una giornata calda il prossimo 20 febbraio, data stabilita per l’incontro.

Una situazione che sembra precipitare per i circa 630 lavoratori impiegati nelle tre filiere: servizi formativi (Sportelli multifunzionali), interventi formativi (corsi di formazione) e obbligo formativo (Oif). Non c’è pace per lo storico Ente, dopo la dichiarazione di insolvenza da parte del Tribunale Sezione Lavoro di Palermo, il commissariamento, la gestione straordinaria sotto la vigilanza del Ministero dello Sviluppo Economico e il licenziamento di circa 350 dipendenti, adesso sembra profilarsi la chiusura.

Non è chiaro cosa abbia spinto i commissari a mettere in discussione il futuro dell’Ente che, peraltro, ha ricevuto l’assegnazione di un complessivo finanziamento che supera i 27 milioni di euro. Si pensava che, dopo la “cura dimagrante” che ha portato al licenziamento di un numero cospicuo di lavoratori, si fosse trovato un equilibrio economico-finanziario.

Da indiscrezioni raccolte sembrerebbe che i commissari si siano stancati dell’andazzo generale. Sotto accusa parrebbero tutti e tutto. Una certa ostilità della stampa, la resistenza di alcune organizzazioni sindacali e lo scarso attaccamento al lavoro di una parte dei dipendenti. Proprio così, sembra che non sia tollerato al management del Cefop, per esempio, l’elevata percentuale di lavoratori in malattia.

Stando sempre alle indiscrezioni a nulla sembra siano valse le rimostranze di alcune sigle sindacali sui criteri di assegnazione adottati dai commissari nell’utilizzazione del personale. Il riferimento è all’utilizzo di parte dei lavoratori in sedi distanti anche oltre cento chilometri dai luoghi di residenza. E di questi tempi con diversi mesi di stipendi arretrati e le avverse condizioni meteorologiche ci può stare tale transitoria assenza dai luoghi di lavoro.

C’è anche chi avanza un’altra ipotesi. Pare che dagli uffici dell’assessorato regionale Istruzione e Formazione professionale sia maturata l’intenzione di garantire il personale licenziato. Ma per far questo i commissari dovrebbero ritornare sui propri passi e richiamare all’Ente i circa 350 espulsi per poi iscriverli nell’Albo/elenco tenuto dall’assessorato, attraverso la cosiddetta mobilità interna al sistema formativo.

Il presidente della Regione, Rosario Crocetta, ha più volte annunciato la volontà di evitare qualunque forma di “macelleria sociale” nel settore formativo. Infatti, qualunque processo di riqualificazione e ricollocazione del personale in esubero dagli Enti formativi necessita del mantenimento del requisito di operatore della formazione professionale. Ciò può avvenire solamente con l’iscrizione nell’elenco. Cosa che non è avvenuta per il personale licenziato dal Cefop per via dell’utilizzo delle procedure previste dalla legge n.223 del 23 luglio 1991.

Una bella grana questa che rischia di trascinare al margine del mercato del lavoro circa mille lavoratori. Altri osservatori puntano il dito, invece, su una possibile questione politica. I commissari potrebbero essere tentati di mettere in vendita le tre attività del Cefop. Mossa, sempre se dovesse risultare vera, alquanto azzardata a otto giorni dalle elezioni politiche. Vedremo nei prossimi giorni di capirne di più.

 


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