Formazione, ammanco di 400 milioni, senza finanziamento l’Avviso 20/2011

Alla fine tutto si è rivelato un bluff. Non ci sono le risorse per finanziare la seconda e terza annualità dell’Avviso 20/2011 a causa di un ammanco di 400 milioni di euro nel Fondo sociale europeo. E’ il dato emerso durante l’audizione in Commissione Bilancio e Finanze all’Assemblea regionale siciliana (Ars), di questo pomeriggio, che ha visto la presenza dell’assessore regionale alla Istruzione e Formazione professionale, Nelli Scilabra, e del dirigente generale ad interim alla formazione, Anna Rosa Corsello.

Una dichiarazione mortale per il settore della formazione professionale. Da domani gli Enti formativi saranno costretti ad avviare le procedure di mobilità di tutto il personale. Il che equivarrebbe all’affermazione che, se non si porrà rimedio in tempi strettissimi, oltre 7 mila dipendenti saranno espulsi dal mercato del lavoro. A questi si aggiungerebbero gli oltre 1.800 addetti degli Sportelli multifunzionali e Scuola/Lavoro che, al 30 settembre prossimo (o al 31 dicembre in caso di proroga) cesseranno l’attività.

Altrettanto grave l’affermazione del parlamentare regionale del Pd Antonello Cracolici, che sembra avere chiuso ogni ipotesi di riapertura della trattativa sul rifinanziamento della legge regionale n. 24 del 6 marzo 1976, a più riprese evocata dal sistema formativo e punto di partenza del progetto riformatore dell’assessore Scilabra, sconfessando, di fatto, il Governo regionale.

Proprio una settimana fa in sede di insediamento del Tavolo tecnico istituzionale sulla riforma della formazione professionale l’assessore Scilabra aveva dichiarato la volontà di ripartire dalla legge regionale n. 24/76 per rilanciare il settore. Oggi pomeriggio la giovane assessore Scilabra, dopo una seconda chiamata dal sapore della diffida, si è presentata all’audizione in Commissione Finanze, in un clima pesante, perché gli Enti formativi, in Sicilia, hanno già ripreso a licenziare il personale.

Ha fatto la sua apparizione per dire cosa, l’assessore? Semplice, che non ci sono i soldi e che la legge 24/76 è stata rievocata solamente come base di partenza per la tutela e salvaguardia dei lavoratori. Un ulteriore bluff, perché senza soldi non si può tutelare un fico secco. Così come per le seconde, terze e quarte annualità dell’Obbligo formativo (Oif) non ci sono soldi, ha sostenuto la dottoressa Corsello. Quindi è il collasso per gli Enti cattolici che operano in questo delicato settore della società siciliana.

A prescindere dalla scarsa conoscenza della materia (anche se per un ruolo politico non è requisito necessario quando si ha esperienza politica vera), Nelli Scilabra (foto a destra) rischia così di farsi male, perché nella corsa a ostacoli verso una difficile (e forse inutile) riforma del sistema formativo regionale, bocciata dal Pd, è già inciampata.

Sulla grave vicenda emersa in Commissione Finanze dell’Ars riportiamo la dichiarazione congiunta rilasciata al nostro giornale da Vincenzo Vinciullo (foto a sinistra), vice presidente della stessa Commissione, e da Marco Falcone (foto sotto a destra), entrambi del Pdl. “Oggi si vedono i danni provocati dalla scellerata gestione del settore per opera del precedente Governo regionale di Raffaele Lombardo. E, in particolare, di Ludovico Albert e Mario Centorrino, uomini di area Pd. E’ allarmante la situazione del settore, disarmante la relazione dell’assessore Scilabra, oltre che molto generica”.

“Vogliamo assegnarle una seconda possibilità per il brevissimo tempo a sua disposizione – aggiungono i due parlamentari del Pdl -. Confidiamo che in un paio di giorni possa chiarire con gli uffici lo stato dell’arte sulle risorse del Fondo sociale europeo e tornare a riferire in Commissione. È chiaro però che un assessore, oltre alla constatazione dei mali ha l’obbligo di proporre soluzioni, al di là degli annunci di future riforme”.

Salvino Caputo (foto sotto a sinistra), parlamentare di Fratelli D’Italia e vice presidente della Commissione Attività produttive dell’Ars: “Alla luce delle gravi dichiarazioni dell’assessore Scilabra torna di grande attualità la richiesta, formulata all’inizio della legislatura, della costituzione di una Commissione parlamentare d’indagine sulla formazione professionale in Sicilia. Perché è chiaro che è passata sulla testa dei lavoratori la gestione della formazione in Sicilia degli ultimi anni. Concentrazione degli interessi per opera di soggetti ben identificati e tutti legati al Pd che hanno operato il grande affare della Formazione professionale in Sicilia”.

Intanto il settore è destinato alla chiusura. Gli Enti formativi sono al collasso per via del mancato riconoscimento delle trance di finanziamento rispetto all’attività formativa già avviata. Ma anche per via degli incredibili ritardi procedurali nell’emissione dei mandati di pagamento, nell’appesantimento dei controlli, del monitoraggio della spesa, nello svuotamento degli uffici del dipartimento al ramo.

Di contro, gli operatori del settore, rimasti in silenzio fino a qualche ora fa, cominciano a mostrare i muscoli organizzandosi. E’ prevista, infatti, uno sciopero per i giorni 26, 27 e 28 marzo presso la sede dell’assessorato regionale Istruzione e Formazione professionale, indetto dal Comitato Spontaneo dei lavoratori della Formazione professionale. Un’iniziativa che, per la prima volta, non è coordinata dalle organizzazione sindacali tradizionali che probabilmente pagano la troppa vicinanza alla politica del Pd che governa la formazione professionale oramai tra oltre tre anni.

Per tornare alla Scilabra, appare debole la sua azione. Rileviamo come l’annuncio della scorsa settimana, volto a riformare il settore, appaia più come uno sterile tentativo di spostare l’attenzione dell’opinione pubblica dall’assenza di risposte per il presente. La rimozione di 60 dipendenti regionali ha provocato il collasso amministrativo, gli Enti formativi non ricevono il finanziamento maturato, i lavoratori non ricevono stipendi e la filiera della formazione professionale è implosa.

E’ pur vero che le responsabilità non possono essere additate tutte alla Scilabra, ma dal Governo di Rosario Crocetta ci saremmo aspettati un piglio diverso. La volontà politica di fare pulizia nel settore, da noi a più riprese condivisa, non può però cozzare con la permanenza della stessa formazione professionale di comitati di affari rintracciabili nelle società private. Non si può arrivare in Commissione Bilanci e Finanze dell’Ars per limitarsi a riferire con non ci sono soldi.

Chi ha sottratto questi soldi? Qualcuno dovrà pure fornire una plausibile risposta. Le mosse sin qui fatte sembrano delineare uno scenario poco tranquillizzante. Proviamo a descriverlo.

Al 7 giugno scade la prima annualità dell’Avviso 20/2011 che ricordiamo essere la “macchina infernale” da circa 900 milioni di euro (piano triennale) commissionata da Pd siculo-romano all’allora dirigente al ramo, il piemontese Ludovico Albert, per risolvere, sulla carta, il problema dei mancati pagamenti mensili da parte degli Enti formativi. Cosa è successo invece?

L’unico effetto rilevato è l’ingresso di ulteriori Enti formativi nel sistema regionale. Che nel 2012 le attività formative sono state finanziate per un ammontare di 283 milioni di euro, somme raschiate da vari capitoli del bilancio regionale. Ci siamo chiesti a più riprese, e continuiamo a chiederci: che fine hanno fatto le imponenti risorse comunitarie del settennio 2007/2013 del Fondo sociale europeo?

Ancora: dei circa 287 milioni di euro della prima annualità dell’Avviso 20/2011, il Governo regionale ha contezza? Com’è possibile che, a fronte di 684 decreti di finanziamento vistati dalla Corte dei Conti a valere sul citato Avviso 20, non vi siano risorse disponibili per garantire i pagamenti della seconda anticipazione pari al 30 per cento?

Più aberrante è dovere registrare come l’amministrazione regionale annaspi anche sul pagamento del secondo acconto relativo alla prima anticipazione del 50 per cento. E allora che si fa quando il Governo regionale resta insensibile alle necessità di 10 mila lavoratori della formazione professionale?

Riteniamo che i prossimi giorni saranno caratterizzati dalla corsa alla mobilitazione di Enti formativi e lavoratori per scendere in piazza e protestare per la salvaguardia del sistema formativo. Nello stesso tempo in tanti provvederanno ad avviare le procedure di mobilità del personale.

 


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