Rieccoli. Per ora un po sornioni, ora un po minacciosi. Da lunedì i forconi torna in strada. Protesta annunciata perché nessuno credeva nella trattativa con il governo nazionale guidato da mario monti. Nessuno credeva che roma avrebbe accettato le richieste del movimento siciliano. Anzi, cera la quasi certezza che nessuna richiesta sarebbe stata accettata. E così è stato.
Forconi, verso la lotta dura
Rieccoli. Per ora un po sornioni, ora un po minacciosi. Da lunedì i Forconi torna in strada. Protesta annunciata perché nessuno credeva nella trattativa con il governo nazionale guidato da Mario Monti. Nessuno credeva che Roma avrebbe accettato le richieste del Movimento siciliano. Anzi, cera la quasi certezza che nessuna richiesta sarebbe stata accettata. E così è stato.
Mentre scriviamo lassemblea di Catania – nel grande spazio delle Ciminiere – è in corso. Al telefono, uno dei rappresentati del Movimento ci dice: Per ora stiamo ascoltando la gente. Che è molto infastidita. Poi si vedrà.
Si sa che lunedì si ritorna in piazza. Anzi, per essere precisi, nelle vie delle città della Sicilia. Anzi, per essere ancora più precisi, si punta a presidi strategici: come il già annunciato blocco delle raffinerie. Dopo decenni, è la prima volta che un Movimento di popolo mette in discussione uno degli assiomi di un certo colonialismo: il petrolio si raffina in Sicilia (il 50 per cento circa di quello nazionale), linquinamento si lascia alla Sicilia e ai siciliani, le malattie pure, mentre le imposte si vanno a pagare nel Nord Italia. Il tutto in barba allarticolo 37 dello Statuto autonomistico della Sicilia. Cornuti e mazziati.
Si va in politica? A quanto pare sì. Se non altro perché i problemi degli agricoltori e degli autotrasportatori siciliani si possono risolvere solo con la politica. Del resto, il Movimento dei Forconi, da quando, qualche settimana fa, è tornato per le strade, è sempre stato in politica. Tantè vero che si sta tentando di riunificare tutti i Movimenti che si battono – spesso più a parole che con i fatti – per difendere gli interessi reali della Sicilia. Qualche sera fa, tra Movimenti e associazioni, si contavano tredici adesioni. Non è da escludere che aumentino.
La lotta, insomma, si fa dura. E non è detto che gli obiettivi siano solo le raffinerie. Che, comunque, una volta occupate, creerebbero non pochi problemi al resto d’Italia. Il movimento potrebbe riservare altre sorprese. Quali? Per esempio i Comuni. O altro ancora. Con un po di tatto verso la popolazione siciliana. Insomma, obiettivi mirati e modulati.