Forconi, al via i ‘presidi’ nei Comuni

La confusione c’è. Ma è una confusione ‘positiva’. Potrebbe essere definita fermento. La gente che fino ad oggi ha appoggiato la rivolta dei ‘Forconi’ è in movimento. L’obiettivo, per ora, sono i Comuni. Presidi sorti qua e là. E qualche occupazione pacifica. Evitando i colpi di ‘acceleratore’. E le raffinerie? Per ora di occuparle non se ne parla.
“Anche perché, con questo freddo, andare a creare problemi al Centro Nord Italia non è proprio il caso”, ci dice al telefono Mariano Ferro. L’occupazione dei Municipi, insomma, è cominciata. Procede lentamente. Ma procede.
Stasera, ad esempio, sono previste assemblee di rappresentanti del Movimento in tanti Comuni della provincia di Catania. Lo racconta, sempre al telefono, Franco Grupi, altro leader dei ‘Forconi’ siicliani.”E’ vero – ci dice Grupi -.Io stesso mi sto occupando delle assemblee che si terranno, in serata, in un gruppo di Comuni della riviera Ionica. Aci Castello, Castel di Iudica, solo per citarne due. Previste riunioni anche a Giarre, a Ramacca, a Scordia a Palagonia”.
“Io nella vita sono sempre ottimista – aggiunge -. Stiamo partendo senza fare troppo rumore. E volete sapere qual è la novità? Che, sempre piano piano, le ragioni della nostra protesta stanno arrivando al cuore di tutta la gente di Sicilia. All’inizio, ovviamente, nelle strade eravamo i diretti interessati, cioè i rappresentanti delle categorie colpite. Mi riferisco agli agricoltori, agli autotrasportatori e ai pescatori. Da qualche giorno a questa parte a noi si sono unite persone che nella vita si occupano d’altro. Personalmente, sono stato contattato da un gruppo di medici. Anche tanti insegnanti si sono avvicinati a noi”.
Una novità è rappresentata dal tesseramento. “E’ anche un modo per organizzare il Movimento – spiega Mariano Ferro -. E anche per trovare un po’ di risorse. Il minimo per potere operare”.Osserviamo che, dalle parti di Siracusa è scoppiata una piccola polemica. A quanto pare ad acquistare la tessera – dicono la tessera numero uno della provincia Aretusea – sia stato il parlamentare nazionale Pippo Gianni. Ferro sorride: “L’onorevole Gianni con noi? Bene. Ma a due condizioni. Prima condizione: deve lasciare il Pid, per evitare strumentalizzazioni politiche. Seconda condizione: deve dire addio a Berlusconi. Questo signore – mi riferisco al Cavaliere – vorrebbe lasciare la legge elettorale per com’è. E questo a noi non piace. Perché i nostri problemi, qui in Sicilia, sono nati anche dal fatto che non riusciamo più a dialogare con i parlamentari nazionali delle nostre zone. Che, in quanto designati dalle segreterie politiche romane, rispondo a Roma e non certo a noi. L’onorevole Gianni se vuole darci una mano metta da parte Pid e Berlusconi e venga con noi per capire come possiamo risolvere i problemi”.
Altre notizie arrivano dalla Sardegna. “Ma sono notizie frammentarie – ci spiegano – anche perché, da qualche giorno, non riuscìamo a contattare i nostri amici sardi. Ci dicono, ma sono notizie da confermare, che l’occupazione dei Comuni potrebbe cominciare anche da quelle parti. Alcuni aggiungono addirittura che l’occupazione sarebbe già cominciata. Ma, lo ripetiamo, aspettiamo conferme. Noi, intanto, andiamo avanti”.

 

 

 


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