L'amministratore delegato della Sac Nico Torrisi ha chiesto ai sindacati di convocare un tavolo di contrattazione. La riduzione dell'operatività dello scalo, causa Covid-19, spinge la governance a chiedere l'aiuto dello Stato
Fontanarossa, cassa integrazione per tutto il personale L’aeroporto di Catania in ginocchio per il coronavirus
«Cassa integrazione guadagni straordinaria per crisi aziendale per evento improvviso e imprevisto». L’oggetto della comunicazione inviata dall’amministratore delegato della Sac Nico Torrisi non poteva essere più diretto. La Cigs potrebbe toccare a tutti, «per la durata prevedibile di 12 mesi, a causa della straordinaria emergenza derivante dalla diffusione del virus Covid-19 e della conseguente situazione di forza maggiore venutasi a determinare».
La «drastica e improvvisa riduzione del volume di attività conseguente all’emergenza sanitaria dovuta all’epidemia», spiega Torrisi nella lettera ai rappresentanti dei sindacati, ha messo in ginocchio l’aerostazione di Catania Fontanarossa. In Sicilia, del resto, come da ultimi decreti, non si torna quasi più. E, ovviamente, neanche si parte. «Dal 1 marzo 2020 a oggi, la riduzione del traffico è stata di oltre il 67,96 per cento rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente». Dai 140 voli al giorno di prima dell’emergenza, adesso ce ne sono otto.
«Strumenti quali l’utilizzo di ferie e la trasformazione su base volontaria di rapporti di lavoro da full time a part time non sono sufficienti per fronteggiare la situazione di crisi – continua Torrisi – E il contratto di solidarietà non consentirebbe una riduzione dell’orario di lavoro adeguata in termini di capienza e di flessibilità rispetto alla situazione di crisi, in continua evoluzione». Così, per l’amministratore delegato, è necessario mettere in cassa integrazione il totale dei lavoratori, cioè 158 persone. Di cui 32 operai, 112 impiegati e 14 funzionari. Ora sarà necessaria l’apertura del tavolo delle trattative con i sindacati.