Quasi 600 incendi che ogni anno distruggono boschi e vegetazione, una politica di prevenzione nella quale spiccano le troppe lacune e un flop generale per quanto riguarda gli interventi di messa a dimora di nuovi alberi e piante. L’ennesima bocciatura per la Sicilia arriva dalla terza edizione dell’Atlante delle foreste. Studio, arrivato alla terza edizione […]
Foto di Matthew Smith
La Sicilia senza nuovi alberi: la Regione non fornisce i dati e i progetti sono quasi fermi
Quasi 600 incendi che ogni anno distruggono boschi e vegetazione, una politica di prevenzione nella quale spiccano le troppe lacune e un flop generale per quanto riguarda gli interventi di messa a dimora di nuovi alberi e piante. L’ennesima bocciatura per la Sicilia arriva dalla terza edizione dell’Atlante delle foreste. Studio, arrivato alla terza edizione e curato da Legambiente con il supporto tecnico di AzzeroCO2, che ha come obiettivo quello di monitorare l’andamento degli interventi di messa a dimora di nuove formazioni forestali e arboree nella nostra penisola. Nel 2022 e fino alla primavera di quest’anno, stando ai dati, in Italia sono stati piantati quasi tre milioni di alberi con un più 15 per cento rispetto al 2021.
Le regioni con i numeri più alti sono Lombardia, Trentino Alto Adige e Veneto mentre tra le città metropolitane spiccano Torino, Venezia e Bologna. Due Regioni, Sicilia e Campania, non hanno risposto alla richiesta di Legambiente per ottenere i dati sugli interventi di nuove piantumazioni. Motivo per cui per estrapolare il dato dell’Isola si è fatto riferimento agli investimenti privati e a quelli delle città metropolitane. I primi si limitano a 2950 piante messe a dimora, e la Sicilia è ultima in Italia, mentre per la seconda categoria gli enti hanno risposto che i progetti ammessi a finanziamento si trovano nello stato di «scouting e planting», cioè l’avere prodotto nei vivai le piante che si prevede di mettere a dimora entro la fine del 2023.
Un quadro allarmante se si pensa a quanto sia necessario valorizzare e gestire meglio il patrimonio verde esistente oltre a puntare sulle foreste urbane per rigenerare le città, sia per combattere il cambiamento climatico ma anche per migliorare il benessere dei cittadini che vivono nelle aree urbane, ossia quelle maggiormente esposte a rischi. Le città spendono pochi soldi e quando li sborsano lo fanno male. All’interno del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) c’è una specifica misura – Tutela e valorizzazione del verde urbano ed extraurbano – che, con fondi per 287 milioni di euro, ha come obiettivo quello di piantare 6,6 milioni di alberi, entro il 2024, in 14 città metropolitane e nei 1268 Comuni che ne fanno parte.
Nel 2022 i fondi ammontavano a 84 milioni di euro con la maggiore quota in Italia riconosciuta a Messina, con 15,9 milioni di euro per 447mila piante. Nella graduatoria che riguarda l’Isola c’è poi Palermo con 6,8 milioni di euro per 217mila piante e infine Catania che si ferma a 118mila piante con un fondo di 5 milioni di euro. Ma quante piante sono state realmente piantate? A porsi la domanda e a lanciare come conseguenza l’allarme, dando il via a una serie di controlli effettuati dai carabinieri forestali, è stata la Corte dei conti. A Messina, per esempio, alla data dei controlli da parte dei militari, la piantumazione delle piante era ancora ferma allo studio di fattibilità. A Catania, invece, è stata effettuata l’aggiudicazione dei progetti ma non era ancora stata messa a dimora nessuna essenza forestale.
Tra le cause che hanno determinato dei rallentamenti, stando alla ricerca, deve essere considerata anche la sempre più scarsa disponibilità di piante da poter piantumare. Secondo i dati indicati nella ricerca in Italia ci sono sempre meno vivai, gestiti da Regioni e province autonome, impegnati nella coltivazioni di alberi. In Sicilia sono appena tre e tutti esclusivamente forestali. Al vertice Sardegna e Campania che raggiungono quota undici. «Diventa estremamente chiaro che, se le capacità produttive sono limitate ma gli obiettivi considerevoli e ambiziosi, è necessario riorganizzare il sistema vivaistico forestale italiano», si legge nelle pagine della ricerca.
Unica nota positiva della ricerca, per quanto riguarda la Sicilia, è l’inserimento di un caso studio su un progetto di forestazione e riqualificazione urbana nel territorio di San Giuseppe Jato, in provincia di Palermo. Qui è nato il primo parco urbano, intitolato al piccolo Giuseppe Di Matteo, su dei terreni confiscati alla mafia. A dimora sono state messe 260 piante, tra alberi e arbusti. Decisivo il contributo della rete di imprese virtuose GreenHeroes e della cooperativa Placito Rizzotto inserita nel circuito dell’associazione antimafia Libera.