Tanti precedenti penali e la vicinanza al clan Brunetto. È il curriculum di Leonardo Previti, il 65enne ammazzato questa sera davanti al suo garage. Sul posto non sono stati trovati bossoli. Gli investigatori vagliano tutte le piste, ma si guarda con attenzione al regolamento di conti interno alla criminalità organizzata
Fiumefreddo: morto pregiudicato, ucciso da spari Colpi in strada, si segue pista di agguato mafioso
Una serie di colpi d’arma da fuoco lo hanno raggiunto poco dopo aver posteggiato in garage la sua Renault 4. È morto così Leonardo Previti, pregiudicato 65enne di origini ripostesi, ucciso a pochi passi dalla sua abitazione, in via Ponte Minissale. L’agguato, per il quale non si esclude la pista mafiosa, è avvenuto in serata. Sul posto i carabinieri di Giarre e del comando provinciale di Catania. Gli investigatori stanno ancora vagliando tutte le piste ma la vicinanza di Previti con il clan Brunetto, affiliato ai Santapaola, farebbe propendere per la tesi di un regolamento di conti interno alla criminalità organizzata locale.
Sull’asfalto di fronte al garage non sono stati trovati bossoli. Secondo quanto riferiscono le agenzie giornalistiche, gli assassini potrebbero avere usato un’arma lunga oppure un revolver. Leonardo Previti era stato arrestato una delle ultime volte nel 2010. In quell’occasione la procura di Messina lo accusava di tentata estorsione e minacce. Secondo gli inquirenti, l’uomo – insieme ad altre persone – aveva convinto un commerciante di Taormina a seguirlo fino a Fiumefreddo. Lì gli aveva intimato di consegnargli 20mila euro a titolo di «risarcimento» per aver denunciato un’estorsione alcuni anni prima.
Nel passato dell’uomo c’è anche una tentata rapina – poi fallita – in un ufficio postale di Spadafora, nel Messinese. In quell’occasione, era il 2007, Leonardo Previti sarebbe stato l’organizzatore di un colpo al quale avevano preso parte quattro uomini in trasferta da Acireale e Aci Catena.