A pochi giorni dalla nomina, potrebbe già uscire dal governo regionale l'avvocato catanese, fondatore del quotidiano Sudpress. Dopo la notizia di un appalto concesso a una azienda collegata alla famiglia mafiosa Ercolano, sarebbe già pronta una mozione di sfiducia, promossa dai deputati del Pd di area Cuperlo. Sull'eventule ipotesi di dimissioni, Crocetta dichiara: «E' intelligente, sa cosa fare»
Fiumefreddo, il pomo della discordia Dimissioni o mozione di sfiducia già pronta
La presentazione del Crocetta bis, prevista all’Ars per domani alle 16.00, rischia di trasformarsi in una battaglia senza esclusione di colpi. Motivo della contesa, e non poteva essere diversamente, l’ingresso in giunta di Antonio Fiumefreddo, mossa contestata da più parti dopo la notizia, apparsa su Repubblica, che lega l’avvocato catanese ad un appalto concesso disinvoltamente alla Geotrans della famiglia Ercolano, quando era sovrintendente al Teatro Bellini.
I 9 deputati del Partito democratico appartenenti all’area Cuperlo hanno già preparato una mozione di sfiducia per il neo assessore ai Beni culturali, da sbandierare in aula nel caso in cui venisse confermato l’incarico dell’avvocato/giornalista più chiacchierato della Sicilia orientale.
Crocetta è atteso al varco, in tal senso Fausto Raciti era già stato chiaro un paio di giorni fa: «La nomina di Fiumefreddo è intollerabile». Si tratta naturalmente di un mero atto politico ma Rosario Crocetta è consapevole di doversi sottoporre al passaggio delle forche caudine. Il governatore ostenta serenità ma ha lanciato un chiaro messaggio al suo assessore: «Confido nella sua intelligenza: la valutazione politica e’ nelle sue mani e in quelle dei Drs (Democratici riformisti per la Sicilia, ndr). Lui sa cosa fare». Il governatore è sui carboni ardenti e vive con trepidazione le ore che precedono la formalizzazione in aula della nuova giunta. D’altro canto, non sarà difficile per Raciti & co acquisire il consenso di una decina di deputati, pescando nel diffuso dissenso dell’aula. Adesioni facili per toccare la quota necessaria per la mozione di sfiducia.
E’ una bomba ad orologeria pronta ad esplodere nelle mani di Salvatore Cardinale, fondatore dei Drs, messo a dura prova dal vespaio sollevatosi nelle ultime ore. Non è certo un bel modo di cominciare per il nuovo governo regionale, che rischia di reiterare la paralisi della macchina amministrativa.
[Immagine da Blumedia.info]