La 55esima edizione del Taormina Film Fest si è conclusa ma la voglia di cinema non si fermerà mai commenta Deborah Young, direttore artistico. Nellultima serata le premiazioni e il prestigioso Golden Tauro al film The Long Night
Fine del festival, inizio del grande cinema
Si è la conclusione il 55esimo festival del cinema di Taormina. Venerdì scorso al Teatro Antico, con qualche preoccupazione per le condizioni meteo, si sono svolte le premiazioni dei Taormina Arte Award e dei concorsi del festival che hanno visto vincitori film girati in molti paesi del Mediterraneo. Ma, anche e soprattutto, la Sicilia è stata protagonista della serata con la presentazione di un cortometraggio sulla storia della produzione del vino. “L’uva vita”, girato nelle campagne di Belpasso, racconta la storia della produzione vinicola attraverso i secoli mettendo a confronto la tradizione di spremitura, dei canti e dei balli svolti durante le dure ore di lavoro ma anche durante i momenti più allegri e pieni di festa, dove i cantastorie si dilettavano nei racconti di Orlando innamorato. A fare da controaltare alla cornice folkloristica la vita di oggi dove la produzione del vino si fa solo con potenti macchine e dove il vino si acquista nei supermercati e senza nemmeno fare molto caso a dove viene prodotto e chi lo produce.
Conduce la serata Lorena Bianchetti che alterna sul palco le premiazioni e diversi interventi. Primo fra tutti quello del direttore artistico del festival Deborah Young. “Il Taormina Film Fest quest’anno ha superato tutte le aspettative poiché si è creato uno spirito di armonia incredibile tra i registi e gli attori presenti con l’intero mondo di Taormina. Credo che, gli studenti, che hanno vissuto questa esperienza nel “Campus Taormina”, si siano resi conto di quanto il cinema e suoi mestieri possano comunicare e insegnare sia con le immagini ma anche con i propri personaggi”.
Per il concorso Mediterranea, l’illustre giuria composta da tre nominati all’oscar 2009, Laurent Cantet, Ari Folman e Aimee Mullins, ha premiato come migliore attrice Emilie Dequenne in “La fille du RER” di André Techiné. La pellicola è basata sulla storia, realmente accaduta, di una giovane donna che dichiarò di essere stata aggredita per ragioni antisemite nonostante la violenza non avvenne mai. Il caso, portato all’attenzione dei media, venne accolto da un clima di indignazione generale fino a quando non venne a galla la verità. Il premio viene conferito per la grande interpretazione della Dequenne che si inserisce perfettamente nella difficilissima situazione sociale e psicologica personaggio.
Menzione speciale per “Fawzya Special Blend” di Magdi Ahmad Ali. Reso impeccabile da attori non professionisti il film si configura come il manifesto dell’assertività femminile nonostante un background socio-politico di certo non incoraggiante – attitudine non nuova nel veterano del cinema egiziano Magdi Ahmed Ali -, Fawzya, donna impegnata nella scelta del marito, dispiega scenari e figure muliebri da immaginario felliniano, mettendoci istantaneamente di buon umore nel suo suggerire come affrontare con ineffabile positività la pochezza di mezzi per metterla K.O. con una risata. Premiato anche per la regia e le musiche “Casanegra” di Nour Eddine Lakhmari (Marocco)
Ma il vincitore finale della categoria, a cui va il Golden Tauro è The long night del siriano Hatem Ali e dedicato al tema dei prigionieri politici di Damasco. Premio speciale della giuria per “Zrubavel” di Schmuel Beru (Israele). Regista e sceneggiatore di Zrubavel, ha girato il primo lungometraggio, prodotto in Israele, sulla comunità di etiopi ebrei alla quale appartiene, l’autore non ha mai studiato né regia, né sceneggiatura. Beru aveva semplicemente qualcosa da dire e lo ha fatto con convincente semplicità.
Tra i tanti personaggi memorabili del film, spicca quello di Yitzhak, un ragazzino il cui padre vuole che diventi un rabbino e la madre un calciatore, ma il cui sogno è quello di “fare il cinema”. Per il Concorso Beyond Mediterrean vince l’ americano “Corso-the last beat” di Gustave Reininger e, infine, per il miglior cortometraggio siciliano vince, al suo debutto, Nico Bonomolo con il suo film di animazione “Lorenzo Vacirca”.
Subito dopo le premiazioni, la proiezione di “Revolution rivisited”. iI film (del 1985) viene presentato a Taormina nella nuovissima versione integrale del regista Hugh Hudson. Con AI Pacino e Natassja Kinski, si svolge la storia epica della Rivoluzione Americana raccontata attraverso un commovente rapporto padre-Figlio.
Durante la serata diversi collegamenti con le altre location del Taoff di quest’anno: Palermo, Palma di Montechiaro e Siracusa.