Il primo round è del Palermo. Che, adesso, sente inevitabilmente profumo di serie B. Allo stadio Euganeo, nell’andata della finale playoff, fuori dal terreno di gioco hanno vinto i tifosi delle due squadre legati da un gemellaggio che dura dal 1983 e sancito da incontri e grigliate prima della partita nei pressi dello stadio. In campo, invece, davanti ai 13 mila spettatori dell’impianto patavino (di cui almeno 3 mila di fede rosanero) la vittoria l’hanno conquistata gli uomini di Baldini e con il punteggio di 1-0 grazie ad un gol di Floriano al 10′ del primo tempo.
Padova e Palermo arrivano a questa doppia sfida in maniera diversa: i biancoscudati, che nella scorsa stagione hanno perso in finale ai rigori con l’Alessandria e che ai playoff hanno eliminato nei turni precedenti Juventus Under 23 e Catanzaro, si trascinano dietro il rammarico per la mancata promozione diretta, traguardo per il quale hanno lottato con il Sudtirol durante la regular season. I rosanero, che invece non sono mai stati in corsa per il primo posto, hanno raggiunto “di slancio” l’atto conclusivo degli spareggi, cavalcando l’onda di un entusiasmo (visibile in città anche questa sera attraverso i bagni di folla davanti agli schermi messi a disposizione da diversi pub, locali e circoli) alimentato, in virtù dei risultati, dalla fiducia e dalla consapevolezza dei propri mezzi. Conta anche questo aspetto psicologico in una finale. Appuntamento particolare in cui fanno la differenza i dettagli e che in questo caso, con un match di andata e ritorno, va inquadrato nell’ottica dei 180 minuti. Significa che le squadre, anche inconsciamente, sono portate a fare certe valutazioni sapendo che nella maggior parte dei casi il verdetto viene deciso nella seconda partita.
Ha ragionato in questo modo soprattutto il Padova, schierato con una difesa a tre (nell’ambito di un 3-4-3) per contenere l’onda d’urto della temibile batteria offensiva rosanero e un po’ più “calcolatore” rispetto ad un Palermo che, seguendo l’indole di Baldini, non ha nelle proprie corde queste dinamiche. I rosa non sanno fare calcoli o gestire e, a costo anche di prendersi dei rischi, mantengono sempre lo stesso atteggiamento propositivo provando sia in casa che in trasferta ad esprimere con la mente sgombra la propria identità. E’ la base su cui la squadra ha costruito finora le proprie fortune in questi playoff ottenendo prima del match dell’Euganeo tre successi esterni consecutivi. E sulla quale ha fatto leva anche nella gara odierna introdotta, dopo una prima fase di studio, dal gol al 10’ di Floriano bravo e fortunato a sfruttare un doppio rimpallo in area sugli sviluppi di una iniziativa di Valente e superare il portiere Antonio Donnarumma (fratello di Gianluigi, estremo difensore della Nazionale) con un comodo tap-in di piatto destro.
E’ una rete che consolida le certezze della compagine di Baldini, abile con il passare dei minuti a mettere a nudo le imperfezioni in fase difensiva di un avversario competitivo ma vulnerabile (ad un passo dal raddoppio gli ospiti con un tocco in scivolata di Brunori sul secondo palo al culmine di una splendida iniziativa di Giron sull’out sinistro) ma costretta sempre a rimanere sul pezzo per non subire gli effetti delle minacce dei padroni di casa vicini al pareggio in più di una circostanza. Con una rete di Bifulco annullata per fuorigioco, un tentativo di Chiricò propiziato da un’uscita a voto di Massolo e vanificato da un clamoroso salvataggio di Marconi sulla linea e con un colpo di testa dell’attaccante Santini (in torsione sugli sviluppi di un corner) che lambisce il palo. Squilli di una partita combattuta e vibrante anche nella ripresa come dimostrano, nelle battute iniziali, una parabola di Chiricò di poco a lato e il destro ad incrociare di Valente respinto in tuffo da Donnarumma. I rosa non si scompongono, tremano al 55′ in occasione di una ghiotta chance fallita da Chiricò e al 68′ sfiorano di nuovo il gol con una girata di Luperini che accarezza il palo alla sinistra di Donnarumma. Gli ultimi brividi del match sono, nel finale, un tiro da fuori area (su una punizione battuta da Chiricò) del subentrato Jelenic che termina a lato non lontano dalla porta difesa da Massolo e un destro dello stesso Jelenic respinto dal portiere rosanero.
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