È giunto alla quarta edizione il Festival sulla felicità interna lorda. Il tempo è il tema scelto per la convention in programma dal 29 novembre al 2 dicembre e organizzato dall'associazione Impact hub Siracusa
Fil fest ’18, il tempo della felicità interna lorda Come cambiano le città con l’impatto turistico
Correva l’anno 2013 quando, scherzando sui dati diffusi dall’Istat sul prodotto interno lordo, i componenti dell’associazione Impact hub di Siracusa intuivano che i beni inseriti nei panieri statistici non sono quelli che ci rendono felici. «Non si teneva conto della dimensione dell’essere ma dell’avere», spiega Manuela Trovato, una delle associate. Dal Pil veniva allora ideato il Fil, la felicità interna lorda: un indicatore che misura la ricchezza attraverso la felicità dell’essere umano. Un’idea che da qualche parte nel mondo esiste davvero e precisamente in Butan, paese asiatico in via di sviluppo, «unico posto del pianeta dove la felicità è davvero utilizzata per definire ricco o povero un territorio», prosegue Trovato. Così a Catania dal 29 novembre al 2 dicembre Impact hub, insieme all’agenzia di comunicazione U-media, organizza il Fil fest, dislocato in vari luoghi del centro catanese.
Il tempo sarà il tema protagonista della quarta edizione, su ispirazione dell’astrofisica Margherita Hack, «nostra musa per aver reso accessibile a tutti la comprensione del tempo e dello spazio, svolgendo un’importante funzione di divulgazione scientifica». Tra gli appuntamenti più importanti il workshop sull’apprendimento del metodo Abreu: approccio di didattica musicale che prende il nome dal suo ideatore venezuelano, usato per imparare a suonare uno strumento in realtà disagiate al fine di farne un mestiere. Metodo utilizzato anche dall’associazione Musica insieme di Librino, partner del festival, la cui orchestra si esibirà con una performance.
Un altro workshop riguarderà l’agricoltura sintropica, ovvero lo studio spazio-temporale delle coltivazioni nei sistemi agro-forestali. «Esistono sistemi agricoli in salute più resilienti di quelli che stiamo utilizzando», aggiunge Manuela Trovata, toccando un tema più che attuale a seguito dei recenti eventi climatici che hanno messo in crisi l’agricoltura locale. Centrali anche i dibattiti su come il tempo cambi le città, invadendole o svuotandole. Un primo incontro, infatti, riguarderà il turismo di massa e le sue conseguenze sui residenti. «Molti centri urbani si stanno omologando a livello turistico, aumentando i servizi per i turisti ma diminuendo quelli per i cittadini, spesso costretti a subire anche l’aumento dei prezzi». Non a caso gli ospiti attesi arriveranno da Venezia, città simbolo delle invasioni turistiche. Interverranno Gianpietro Pizzo, dell’associazione Microfinanza, l’architetta Andreina Visconti e il giornalista Francesco Erbani, autore di Non è triste Venezia.
Ma se i turisti aumentano, i siciliani autoctoni diminuiscono, emigrando e svuotando interi borghi. Si discuterà, perciò, del noto modello di integrazione adottato dal Comune di Riace, con Giovanni Maiolo, rappresentante del Re.Co.Sol. (la rete dei Comuni solidali), con Alessandro Ficili, dell’Agenzia per lo sviluppo delle Madonie e con gli esponenti di alcuni Sprar che operano sul territorio. Finanziato con i fondi di due progetti europei (Enisie e Fabmove), il festival è ancora in cerca di risorse attraverso una campagna di crowdfunding.