Figuccia a Crocetta: “Bisogna fermare chi forza le porte del Mediterranneo”

All’indomani dell’ennesima tragedia che ha sconvolto il Mediterraneo (il barcone che si è capovolto ieri  al largo di Malta, con le sue 34 vittime, finora, e 206 superstiti) e mentre ancora le 359 bare delle vittime del naufragio di dieci giorni fa Lampedusa aspettano una degna sepoltura, la politica si interroga sul da farsi. Per risolvere il problema nel suo insieme. Non bastano più fondi dall’Ue (che, come abbiamo scritto qui, servono ad alimentare il sistema assistenza, non a risolvere la questione), né parole, né passerelle.

Oltre all’istituzione di una zona franca a Lampedusa, per dare sollievo all’economia reale e più sana dell’Isola, serve una pressione costante sull’Ue affinché vada a risolvere i problemi alla radice. Ad esempio combattendo la criminalità che gestisce queste tratte “coloro i quali forzano le Porte del Mediterraneo“. Ne è convinto il parlamentare regionale Vincenzo Figuccia (Mpa) che si rivolge al Presidente della Regione siciliana, Rosario Crocetta, con questa lettera:

“Al Presidente della Regionale Siciliana

On. Rosario Crocetta

Oggetto: Interventi straordinari finalizzati a: politiche di accoglienza dei richiedenti asilo e dei minori stranieri non accompagnati, istituzione di zona franca a Lampedusa, azioni di contrasto alla criminalità organizzata che intende forzare la porta del Mediterraneo.

Il Mare Nostrum, il Mediterraneo, continua a restituirci corpi di esseri umani sottratti ingiustamente alla vita e ciò impone che il Governo ponga all’attenzione delle Istituzioni Nazionali ed Europee la necessità di un aiuto che ci liberi dall’isolamento nell’affrontare il dramma e le tragedie che da anni coinvolgono ormai migliaia di fratelli meno fortunati.

La grande vocazione di solidarietà ed accoglienza del Popolo Siciliano non può e non deve essere scambiata, all’esterno, come una responsabilità sociale del popolo stesso. Il fenomeno dei migranti, richiedenti asilo e rifugiati provenienti dall’Algeria, Egitto, Somalia, Eritrea e da tutti quei paesi che vivono un momento di instabilità polito-istituzionale che spesso sfocia in vere e proprie guerre civili, trova come avamposto di sperata salvezza le coste Siciliane, dove è necessario a partire da Lampedusa offrire aiuti concreti anche al popolo che accoglie a partire dall’idea di istituire una zona franca dando vita ad un’area extra doganale.

I centri di accoglienza da soli non sono assolutamente sufficienti a gestire ed a ricevere i flussi in entrata dei migranti, spesso al loro interno uomini e donne vivono come bestie, ed altrettanto spesso le risorse umane della Protezione Civile, della Marina Militare e di tutte quelle forze deputate all’accoglienza stessa, si trovano in grosse difficoltà.

E’ necessario che il Governo, con il supporto de Parlamento Siciliano ed un’azione congiunta con il Governo Nazionale, ponga in essere misure straordinarie, ad affrontare, e mettere in pratica, in maniera celere, soluzioni concrete attraverso cui fronteggiare l’emergenza ma anche attraverso cui chiedere all’Europa di cambiare profondamente la sua politica di gestione delle crisi umanitarie, contrastando la criminalità organizzata che intende forzare la porta del Mediterraneo e dando vita ad un nuovo piano di azione.

Si chiede inoltre di contribuire a facilitare un’azione di aggiornamento e rinnovamento del quadro legislativo attraverso cui rilanciare politiche, collegate al quadro europeo, di accoglienza, integrazione, tutela, nei confronti dei richiedenti protezione internazionale, con particolare riferimento alle categorie maggiormente vulnerabili, adottando misure specifiche per la gestione di fasi emergenziali connesse a flussi migratori non programmati.

Nelle prossime settimane presenterò insieme ad altri parlamentari e ad autorevoli esperti del settore una proposta concreta cui il Governo Regionale, spero, vorrà dare ascolto”.

On. Vincenzo Figuccia


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All'indomani dell'ennesima tragedia che ha sconvolto il mediterraneo (il barcone che si è capovolto ieri  al largo di malta, con le sue 34 vittime, finora, e 206 superstiti) e mentre ancora le 359 bare delle vittime del naufragio di dieci giorni fa lampedusa aspettano una degna sepoltura, la politica si interroga sul da farsi. Per risolvere il problema nel suo insieme. Non bastano più fondi dall'ue (che, come abbiamo scritto qui, servono ad alimentare il sistema assistenza, non a risolvere la questione), né parole, né passerelle.

All'indomani dell'ennesima tragedia che ha sconvolto il mediterraneo (il barcone che si è capovolto ieri  al largo di malta, con le sue 34 vittime, finora, e 206 superstiti) e mentre ancora le 359 bare delle vittime del naufragio di dieci giorni fa lampedusa aspettano una degna sepoltura, la politica si interroga sul da farsi. Per risolvere il problema nel suo insieme. Non bastano più fondi dall'ue (che, come abbiamo scritto qui, servono ad alimentare il sistema assistenza, non a risolvere la questione), né parole, né passerelle.

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