Un flash mob spontaneo stasera alle venti al Foro Italico organizzato da Sos emergenza alberi a Palermo «per salutare il maestoso Ficus Elastica che da anni e anni regalava generoso, con le sue maestose fronde, ombra, riparo, ossigeno, bellezza gratuiti alla città». Così si legge sulla pagina Facebook dedicata all’evento Addio caro amico albero, dopo che il 9 marzo l’arbusto è stato abbattuto «affrettatamente e con inaudita violenza – si legge ancora nella pagina – cittadine e cittadini spontaneamente si uniscono per porgergli, vittima innocente di un sistema totalmente inefficiente e sbagliato, l’estremo saluto». L’appello lanciato sul social network sta diventando virale. Per il Comune però non c’erano opzioni possibili perché dal ficus si erano staccati dei grossi rami e dopo una verifica da parte dei tecnici era risultato in imminente pericolo di crollo. Il dirigente dell’Area Verde aveva scritto quindi alla Sovrintendenza per i Beni Culturali per concordare quale specie mettere a dimora nei prossimi giorni. In quell’occasione il sindaco Orlando aveva espresso «plauso per la tempestività» dell’intervento e aggiunto che «pur nel dispiacere che l’abbattimento di un albero comporta, questa azione ha permesso di prevenire che si ripetessero tragedie ed incidenti come quelli accaduti nel 2009 e nel 2013 proprio al Foro Italico».
Questo però non ha fermato gli organizzatori della manifestazione di stasera che sarà un’occasione utile, dicono i promotori, «anche per meglio organizzare un fronte comune contro la previsione di questa amministrazione di volere abbattere quasi mille alberi per ragioni di sicurezza». Coinvolto nell’evento infatti anche il Comitato per il Bene Collettivo autore, insieme ad altre 14 organizzazioni civiche, di una diffida al Comune di Palermo dall’abbattere alberi. «Bisogna porre attenzione. Prima di tagliare un albero così maestoso per una lesione verticale, si doveva un attimo accertare la gravità del caso e poi vedere se c’erano soluzioni alternative – sostiene Fabio Alfano co-co-cordinatore del Comitato per il Bene Collettivo – . Per situazioni analoghe in tutto il mondo gli alberi si possono puntellare, fasciare, ci sono tanti passaggi intermedi considerato che si tratta di una decisione così drastica».
Alfano non si spiega quindi al netto del problema della sicurezza le motivazioni che hanno spinto il Comune a questo intervento repentino: «È una cosa che ci ha molto insospettito a una settimana dalla diffida al Comune sugli abbattimenti degli alberi – aggiunge – la città ha fatto notare la sua preoccupazione e poi si presenta un caso del genere e non ci si prende un attimo di tempo e si interviene così, quando fior di agronomi dicono che l’albero poteva essere salvato. Si tengono in piedi gli edifici e non possiamo tenere in piedi un albero con una lesione? Non metto in dubbio che questa ci sia stata ma del resto non stava cadendo su una casa, bastava recintare il prato. Invece abbiamo assistito al cinismo delle dichiarazioni dell’amministrazione “ci congratuliamo con la celerità con cui è stato abbattuto”».
Per il co-coordinatore questa decisione è stata il frutto di «uno scollamento notevole tra amministrazione e cittadinanza. Sta accadendo una cosa gravissima: c’è in corso una campagna di abbattimento pesantissima se si pensa agli alberi tagliati – quasi mille – a seguito dei grandi lavori e sempre per motivi di sicurezza ed è in previsione di abbatterne altri mille. Sicuramente dietro c’è poca competenza e superficialità nella manutenzione del verde pubblico. Se è vero che tutti questi alberi devono essere abbattuti per questioni di sicurezza significa che sono diventati pericolosi perché si sono ammalati ma di chi è la responsabilità? Assistiamo sempre più spesso a delle potature selvagge che invece di essere fatta ciclicamente in maniera soft, vengono compiute una tantum in maniera drastica, cosa che secondo gli agronomi può portare a un indebolimento degli alberi col tempo, facendoli diventare pericolosi. Il sistema non funziona e l’albero il ficus sta diventando il simbolo di un massacro del verde palermitano che è in corso. Spero che si vada oltre l’ondata emotiva di stasera perché c’è in gioco un patrimonio verde importantissimo della città».
Se il ficus abbattuto sta diventando il simbolo di una campagna a sostegno del verde, la stessa cosa si può dire dal punto di vista urbanistico di piazza Politeama dove a breve dovrebbero sorgere i cantieri per l’anello ferroviario. Su questo nei giorni scorsi è partito un appello lanciato da diversi docenti, architetti e semplici cittadini affinché si dia uno stop ai lavori e si ridefiniscano gli interventi. «Attorno a questa vicenda si sta creando un’attenzione notevole che sta dilagando. Sono tante le persone che stanno aderendo, si stanno sensibilizzando e vogliono collaborare. Esattamente come l’albero – aggiunge Alfano – piazza Politeama sta diventando di un modo improprio di gestire trasformare fisicamente questa città in questi anni a partire dai grandi lavori del passante, del tram, dell’arredo urbano fino a piazza Borsa e all’ex Cotonificio siciliano». Il fatto che queste mobilitazioni stiano avvenendo contestualmente per Alfano «è indice della reazione di cittadini che si era un po’ sopita. Andremo in commissione urbanistica – o ci convocano loro o ci faremo convocare noi – ed è in previsione un incontro pubblico anche a prescindere da questo. Si tratta di un’iniziativa che è appena partita».
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