L'incendio che ha interessato ieri la discarica è stato domato dal personale di sicurezza in un paio d'ore e non si è resa necessaria la sospensione del servizio di conferimento dei rifiuti. Secondo la ex municipalizzata l'area interessata dalle fiamme è stata comunque limitata, circa 50 metri quadrati. Dalla politica l'appello alla forze dell'ordine per far luce su episodio che «potrebbe nascondere interessi criminali»
Fiamme a Bellolampo. Rap: «Nessun disservizio» M5S: «Contrari a ipotesi commissariamento»
L’incendio divampato ieri sera nella discarica di Bellolampo non ha provocato disservizi nel conferimento dei rifiuti. Ad assicurarlo è la Rap, l’azienda di igiene ambientale di Palermo, secondo la quale le fiamme sarebbero divampate intorno alle 21.15 quando il personale di sorveglianza ha avvistato la presenza di fumo proveniente dalla sesta vasca. Immediatamente sono state attivate le procedure previste dal piano di emergenza con l’avvio del servizio guardia fuochi che sono intervenuti assieme alle squadre di emergenza, compresi i responsabili, per le attività di contenimento e spegnimento.
«L’area interessata dall’incendio – spiegano dalla Rap – è stata comunque limitata a una sola zona che, intorno alle 21.45, risultava estesa per soli 50 metri quadrati ed era già stata confinata dai mezzi d’opera e movimento terra. Dopo due ore dall’inizio dei roghi, intorno 23.30, tutte le operazioni di spegnimento sono state concluse e non è stato necessario interrompere il conferimento dei rifiuti provenienti dalla raccolta notturna, riducendo quindi al minimo ogni possibilità di disservizio».
E mentre le autorità stanno verificando le origini del rogo, anche se la pista dolosa al momento sembra la più quotata, c’è chi già ipotizza futuri scenari e mette in guardia da ipotesi commissariamento, come il M5S: «Se l’incendio a Bellolampo ha origine dolose bisogna capire chi ha interesse a creare il disservizio» dice la deputata Cinquestelle alla Camera, Claudia Mannino, componente della commissione Ambiente di Montecitorio. Ma i pentastellati già annunciano l’intenzione di opporsi a qualsiasi ipotesi di commissariamento. «Se, come sembra, venisse confermata per la seconda volta, a distanza di tre anni, la natura dolosa dell’incendio a Bellolampo – dice ancora Mannino -, sarebbe necessario che le autorità preposte, inclusa la magistratura, si interrogassero sulle motivazioni e gli interessi che possono aver spinto qualcuno a compiere un simile gesto. È evidente che solo chi ha interesse al disservizio potrebbe pensare di appiccare il fuoco per colpire l’unica vasca ad oggi funzionante che permette a Palermo di non avere le strade colme di rifiuti, specie nel periodo estivo».
Dello stesso avviso anche il segretario di Rifondazione Comunista di Palermo Vincenzo Fumetta che si scaglia contro interessi criminali ingolositi dal business dei rifiuti. «È fin troppo evidente – afferma – che esiste un sistema affaristico e criminale che aveva puntato tutto sulla privatizzazione della raccolta dei rifiuti a Palermo e non accetta che questa amministrazione comunale abbia, invece, deciso di lasciarlo pubblico, creando una nuova azienda dopo il fallimento dell’Amia». Per Fumetta l’incendio doloso di questa notte ne è l’ennesima prova, così come lo è il sistematico abbandono per le vie cittadine di materiale ingombrante il quale oltre a essere un costo extra per la RAP, e quindi per la collettività, crea un danno di immagine alla città. «Rifondazione Comunista – aggiunge – fa appello alla magistratura perché conduca nella maniera più celere possibile le indagini relative all’incendio della scorsa notte e alla prefettura perché metta in campo tutte le forze necessarie a reprimere questo fenomeno criminale. Questa amministrazione – conclude – ha deciso che i rifiuti diventino una risorsa economica per tutti i palermitani, ha il diritto di portare avanti con questa politica e lo Stato deve fare la sua parte».