Le Ferrovie annunciano nuovi tagli nell'isola. Dei 38 treni che verranno soppressi a partire dal 29 luglio, la metà interessano Catania. Saltano corse per Giarre, Taormina, Siracusa, Agrigento e Caltanissetta. I sindacati chiedono l'intervento della Regione per fermare il «piano di desertificazione» di Rfi. Ma si continua a discutere della velocizzazione delle tratta Catania-Palermo. Mentre a pagare i disagi sono sempre i pendolari
Ferrovie, in Sicilia tagliati altri 38 treni Ma intanto si discute della Catania-Palermo
«Trenitalia taglia altri 38 treni in Sicilia a partire dal 29 luglio». Poco dopo: «Il progetto di velocizzazione del tracciato ferroviario esistente tra Catania e Palermo dimostra concretamente l’impegno della politica seria e sana». Le notizie sono entrambe di ieri. La prima arriva dalla sezione trasporti di Cgil, Cisl e Uil, unite contro quello che definiscono lavanzamento del «piano di desertificazione» delle Ferrovie in Sicilia. La seconda è unaffermazione del deputato regionale del Pdl Nino DAsero, a conclusione di un incontro con altri parlamentari siciliani, tra cui Enzo Bianco, sul tema della velocizzazione della tratta Catania-Palermo.
A leggerle, a distanza di qualche ora luna dallaltra, forse i pendolari siciliani si saranno sentiti presi in giro. Perché parlando di trasporto ferroviario sullIsola, tra gli annunci e la realtà, cè una forbice che non smette di allargarsi. Lultimo taglio di Trenitalia riguarda dunque 38 dei 410 treni attualmente programmati. Di questi, diciotto (nove coppie andata e ritorno) interessano Catania. A partire dal 29 luglio verranno soppressi due treni per Giarre ed Agrigento, uno rispettivamente per Palermo, Taormina, Caltanissetta, Enna e Siracusa. Nel resto della Sicilia i tagli colpiranno anche le tratte Palermo-Trapani, Palermo-Punta Raisi e Siracusa-Gela. Con una ricaduta a livello occupazionale di circa 500 posti di lavoro.
«Così alcune città siciliane rischieranno il totale isolamento, soprattutto nella zona di Pozzallo, Siracusa e Gela», denuncia Amedeo Benigno, segretario della Fit Cisl. I sindacati se la prendono con la Regione e in particolare con il neo assessore alla mobilità Andrea Vecchio, colpevole di non opporsi alle politiche di Trenitalia. «E’ una vicenda di cui sono venuto a conoscenza solo mezz’ora fa», riferisce l’assessore regionale alle Infrastrutture nel tardo pomeriggio di ieri, al termine di una riunione in assessorato. «Come Regione Sicilia non possiamo fare nulla per cambiare la situazione – continua Vecchio – Tutto dipende dai finanziamenti statali ridotti e, sulla ricaduta occupazionale, quello che dicono i sindacati è tutto da verificare, perché si tratta di linee poco frequentate», conclude.
«Le modifiche allorario avvengono normalmente a giugno e a fine anno, a luglio sono inusuali», sottolinea Franco Spanò, segretario della Filt Cgil. Un taglio dovuto allultima spending review del governo nazionale. «Il finanziamento destinato dal ministero dei Trasporti alla Sicilia nel 2012 è stato ridotto da 110 a 90 milioni di euro», spiega Spanò. I sindacati, tramite una lettera, invitano il governatore Raffaele Lombardo a sedersi al tavolo delle trattative con il ministero.
Ma mentre Trenitalia prosegue nel tagliare vetture a discapito dei pendolari, si continua a parlare del progetto di velocizzazione della tratta Catania-Palermo. «Il piano promosso da Siciliaway afferma Enzo Bianco permette di evitare progetti faraonici e forse irrealizzabili e consente, a costi sostenibili e in tempi relativamente celeri, di potere viaggiare tra i due capoluoghi siciliani in poco più di due ore, un tempo normale». Bianco si riferisce al progetto di velocizzazione low cost presentato dallo studio d’ingegneria ferroviaria Clf di Catania. Una velocizzazione light, per un costo di 200 milioni di euro, che non prevede, a differenza del progetto delle Ferrovie, la lunga galleria da Castelbuono a Catenanuova per la cui costruzione servirebbero 13 anni. Il progetto ha avuto una prima apertura anche del ministro dei Trasporti Corrado Passera.