«Da Palermo a Catania in treno in un’ora e 50 minuti entro il 2025». Parola dell’amministratore delegato di Rete ferroviaria italiana Maurizio Gentile che ieri ha partecipato alla riunione con la ministra del Sud Barbara Lezzi e l’assessore regionale alle Infrastrutture Marco Falcone. L’obiettivo non è nuovo: ormai da due anni è stato fissato il traguardo in questi termini. La novità è che il ministero dei Trasporti ha confermato alla Regione il prossimo stanziamento di 1,7 miliardi di euro per far sì che quell’obiettivo venga realmente raggiunto nei tempi previsti.
«Si tratta – spiega Falcone – di fondi che il Cipe inserirà in una delle prossime delibere, al’interno del Contratto istituzionale di sviluppo, e che permettono di avere la totale copertura finanziaria dell’opera». Sei anni, dunque, per rendere il collegamento ferroviario tra le due principali città della Sicilia dignitoso e realmente competitivo rispetto alla gomma. Il tracciato prevede solo una parte a doppio binario: dal lato catanese da Catania Bicocca a Catenanuova (tratta su cui i lavori sono iniziati) e ancora da Catenanuova a Raddusa-Agira, in provincia di Enna. Il doppio binario si fermerà qui: da Agira a Fiumetorto, in provincia di Palermo, si procederà con un solo binario veloce, ne verrà costruito infatti uno nuovo accanto all’attuale. Infine torna il doppio binario nella tratta tra Fiumetorto e Lercara Friddi. «L’amministratore di Ferrovie, Gentile – spiega l’assessore Falcone – si è impegnato a presentare tutti i progetti definitivi entro novembre del 2019 e ad aggiudicare le gare entro il 2020».
Sull’altro versante, la Messina-Catania, si aspetta di indire la gara per il raddoppio ferroviario tra Giampilieri e Fiumefreddo: un’opera mastodontica che prevede 42 nuovi chilometri di binari, di cui 38 in galleria, con la realizzazione delle fermate di Itala-Scaletta, Nizza-Alì, Sant’Alessio-Santa Teresa, Taormina-Giardini, Alcantara e Fiumefreddo-Calatabiano. Per un valore complessivo di oltre 2 miliardi. A fine 2018 si è trovata la soluzione sul nodo della stazione di Taormina e ieri Rete ferroviaria si è impegnata a bandire la gara entro il prossimo giugno.
Per evitare che i tempi non vengano rispettati, come spesso accaduto negli ultimi anni per le opere in Sicilia, la ministra Lezzi ha annunciato di voler applicare sanzioni in caso di ritardi non giustificati. «Tra due mesi ci rivediamo – ha detto la ministra del Sud – perché sono stati presi degli impegni anche da Rfi, sulla tempistica da osservare; ci sono dei rallentamenti significativi. L’ho già detto a tutti, non riguarda solo Rfi, ma tutti i componenti di questo tavolo. Dal momento che questi Contratti Istituzionali di Sviluppo (Cis) prevedono un regime sanzionatorio, dai prossimi incontri si avvieranno le sanzioni. Nel momento in cui si prendono degli impegni devono essere osservati. Quindi entro il 2019 si faranno tutte le assegnazioni? Bene! Non sono state fatte? Perché? Se non c’è una ragione – ha concluso – si sanziona».
Mentre Falcone era al tavolo romano, ieri il premier Giuseppe Conte e il ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli erano nei cantieri della Caltanissetta e Agrigento. E non è mancata occasione di indirizzare una stilettata al governo Musumeci sul tema delle strade provinciali. «La prossima settimana – ha annunciato Toninelli – in Consiglio dei ministri variamo il decreto sblocca cantieri con all’interno l’ufficio del commissario per le strade provinciali della Sicilia». In realtà di una figura commissariale per velocizzare gli interventi di manutenzione straordinaria sulle strade secondarie si parla da mesi, in un incomprensibile ping pong tra la Regione – che nel frattempo è andata avanti per conto suo nel sostituire le province per un primo elenco di lavori – e il governo nazionale. «Le dichiarazioni di Toninelli mi sorprendono – risponde Falcone a distanza, sentito da MeridioNews – Musumeci non ha alcuna intenzione di mettersi di traverso, sono loro che non hanno le idee chiare. Ci hanno chiesto un elenco di strade e se avevamo risorse da mettere a disposizione, a che gioco stiamo giocando? Un commissariamento dovrebbe servire ad avere nuove risorse e poteri derogatori. Quali sono? Aspettiamo di saperlo».
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