Ferite ancora aperte: il nipote di Salvatore Giuliano denunciato per diffamazione. Il processo va avanti

IL NIPOTE DI SALVATORE GIULIANO, DEVE RISPONDERE DELL’ACCUSA DI DIFFAMAZIONE PER DELLE FRASI PRONUNCIATE SULLA STRAGE DELLA CAMERA DEL LAVORO DI PARTINICO NEL 1947. A DENUNCIARLO LO STORICO GIUSEPPE CASARUBBEA., FIGLIO DI UNA DELLE VITTIME. UN ALTRO EPISODIO CHE CONFERMA QUANTO ANCORA SIA APERTA LA FERITA DETERMINATA DAI MISTERIOSI FATTI ACCADUTI IN SICILIA NELL’IMMEDIATO SECONDO DOPOGUERRA.

 Dal blog dello storico Giuseppe Casarubea

I fatti:

“Il l 28 luglio 2010 alle ore 14,30, sintonizzandosi casualmente sul telegiornale di Tele Occidente, una emittente televisiva con sede a Montelepre, Casarrubea nota, con sconcerto, che il sign. Giuseppe Sciortino, figlio del defunto Pasquale ‘Pino’ Sciortino, cognato del bandito Salvatore Giuliano, e organizzatore degli assalti contro le sedi del Pci e del Sindacato dei Comuni di Partinico, Borgetto, San GiuseppeJato, Monreale, Cinisi, Carini, avvenuti il 22 giugno 1947, sta rilasciando un’intervista alla stessa emittente dall’evidente carattere diffamatorio. Sciortino infatti afferma chiaramente quanto segue:

“D.: In tanti hanno scritto sulle vicende del banditismo e di Salvatore Giuliano che ne fu il protagonista. Tra i tanti Giuseppe Casarrubea che ha dato l’input alla Magistratura di riaprire un fascicolo.

R.: Ma vede, Casarrubea non è nuovo a queste, diciamo, trovate, a queste cose. Io penso che lui farebbe bene ad occuparsi della morte di suo padre piuttosto che della morte di mio zio. Lui si atteggia a vittima mentre in realtà né Giuliano négli uomini di Giuliano hanno ucciso suo padre, perchè suo padre venne ucciso da un suo amico e compagno di partito all’interno della sede. Se lui vuole accertarsi di questa cosa faccia fare la riesumazione del cadavere di suo padre e si accorgerà che suo padre è morto con un colpo di pistola, non con un proiettile di mitra Beretta calibro 6,50”.

E’ inammissibile – dic lo storico, autore di opere comePortella della Ginestra e Lupara Nera – che, a oltre sessant’anni da quei fatti, ci sia ancora qualcuno che abbia il coraggio di difendere, in modo aperto e spudorato, le attività terroristiche di uno squadrone armato che in sette anni ha causato la morte di centinaia di persone. Lo stravolgimento della verità sui fatti del 22 giugno 1947 è un atto offensivo e intollerabile per tutti coloro che credono nella legalità e nella democrazia”.

 

IL PROCESSO

 

Il 25 febbraio proseguirà il processo per diffamazione contro Giuseppe Sciortino, accusato di avere divulgato, di fronte a un’emittente televisiva locale, informazioni diffamatorie contro i caduti della Camera del Lavoro di Partinico, a seguito della strage del 22 giugno 1947  organizzata, stando ai giudici di Viterbo e ai vari testimoni che ne avevano parlato, da Pasquale “Pino” Sciortino, padre del denunciato.

Questi, il giorno prima, al piano Belvedere-Testa di Corsa di Montelepre, aveva riunito alcuni membri della banda Giuliano di cui era uno dei capi, per mettere in atto il piano paramilitare dell’assalto terroristico, sostenendo che un’azione contro i “comunisti” delle altre Camere del Lavoro della provincia di Palermo, avrebbe provocato un’analoga condotta in tutta la Sicilia. Insomma, quello di Palermo, doveva essere il segnale di inizio della lotta armata contro i comunisti siciliani.

Per ricordare quei fatti, purtroppo assai poco conosciuti, anche se inseriti dai giudici nel processo contro gli autori della strage di Portella della Ginestra, pubblichiamo, qui di seguito, alcuni documenti che abbiamo rintracciato, nel 1994, presso la Corte di Assise di Viterbo, e trasmessi agli atti del processo di Appello, presso la Seconda Corte di Appello di Roma (piazzale Clodio):

Rapporto del comandante dei CC Antonino Denti di Forlì

Rapporto del Comandante generale dell’Arma De Giorgio

La prima pagina dell’Unità sui fatti

Parlano i testimoni-appello di Giuliano alla lotta armata anticomunista

Il rapporto del Gruppo interno dei CC del 26 giugno 1947

La ricostruzione dell’assalto a Partinico

Il Rapporto del Gruppo Interno dei CC del 26 giugno 1947

L’interrogatorio di Leonardo Addamo 1

L’interrogatorio di Leonardo Addamo 2

Governo De Gasperi e neo-fascisti in un documento del Western Department Usa

Rapporto di Scelba a De Gasperi sulla strage di Partinico

La dichiarazione del ‘picciotto’ Giuseppe Di Lorenzo

testimonianza di Mazurco e altri documenti

La strage di Partinico sulla prima pagina del Nuovo Corriere della Sera


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Il nipote di salvatore giuliano, deve rispondere dell'accusa di diffamazione per delle frasi pronunciate sulla strage della camera del lavoro di partinico nel 1947. A denunciarlo lo storico giuseppe casarubbea. , figlio di una delle vittime. Un altro episodio che conferma quanto ancora sia aperta la ferita determinata dai misteriosi fatti accaduti in sicilia nell'immediato secondo dopoguerra.

Il nipote di salvatore giuliano, deve rispondere dell'accusa di diffamazione per delle frasi pronunciate sulla strage della camera del lavoro di partinico nel 1947. A denunciarlo lo storico giuseppe casarubbea. , figlio di una delle vittime. Un altro episodio che conferma quanto ancora sia aperta la ferita determinata dai misteriosi fatti accaduti in sicilia nell'immediato secondo dopoguerra.

Il nipote di salvatore giuliano, deve rispondere dell'accusa di diffamazione per delle frasi pronunciate sulla strage della camera del lavoro di partinico nel 1947. A denunciarlo lo storico giuseppe casarubbea. , figlio di una delle vittime. Un altro episodio che conferma quanto ancora sia aperta la ferita determinata dai misteriosi fatti accaduti in sicilia nell'immediato secondo dopoguerra.

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