Nel 2020, Marisa Leo aveva denunciato l’ex compagno Angelo Reina prima per stalking e, qualche mese dopo, per violazione degli obblighi di assistenza familiare, perché l’uomo non avrebbe pagato gli alimenti per la figlia (che oggi ha tre anni) che avevano avuto insieme. Denunce che, proprio mentre i procedimenti erano in corso, sarebbero state ritirate dalla donna che ieri è stata uccisa con tre colpi d’arma da fuoco dall’uomo che, poco dopo, si è tolto la vita. Un ultimo incontro che, stando a quanto è stato ricostruito finora nel corso delle indagini, sarebbe stato richiesto proprio dal 42enne che ha dato appuntamento alla donna nell’azienda agricola di famiglia, in contrada Ferla tra Marsala e Mazara del Vallo, nel Trapanese. Lì, gli agenti della polizia hanno trovato l’auto di Leo con accanto il suo corpo senza vita. Dopo avere rinvenuto quello dell’uomo, all’interno della sua auto, nel viadotto all’ingresso di Castellammare del Golfo. L’arma utilizzata da Reina per uccidere la ex compagna sarebbe stata un fucile. Al momento, gli inquirenti stanno indagando anche per capire come l’uomo – privo di porto d’armi – potesse averne uno. E non è ancora chiaro se, per suicidarsi, il 42enne abbia usato lo stesso fucile.
Imprenditore originario di Valderice lui; lei originaria di Salemi e responsabile marketing e comunicazione della casa vinicola Colomba bianca. «Ciao Marisa, eri e sarai luce». Inizia così il post pubblicato sulla loro pagina Facebook insieme a una foto in bianco e nero che ritrae la donna sorridente. «Donna del vino, madre premurosa e ispiratrice delle nostre cantine. Mente e braccio di scelte di successo, colonna portante di progetti internazionali per la filiera vitivinicola italiana, visionaria comunicatrice nel mondo dei vitigni made in Sicily». E, infatti, l’ultimo progetto a cui Leo ha lavorato è quello per la manifestazione Donne del vino che si sarebbe dovuta tenere a Mazara del Vallo nel mese di ottobre. Un evento il cui ricavato sarebbe stato devoluto alla raccolta fondi per la lotta contro la violenza di genere. Una tematica che stava a cuore alla vittima tanto che, già nel 2019, mentre era incinta, aveva fatto un video – pubblicato sulla pagina Facebook Le Donne del vino di Sicilia – proprio per sensibilizzare. «Donna, mamma, tu lavori, tu progetti, tu crei e sei fantastica per come lo fai – diceva la donna guardando dritta in camera e accarezzandosi il pancione – Tu cadi, ti rialzi, piangi ma non molli e sei perfetta così come sei. Donna, mamma, tu non sei sola».
Solo un anno dopo, nel maggio del 2020, la donna denuncia per stalking il suo ex compagno Angelo Reina. Dopo appena qualche mese una nuova denuncia ai carabinieri per violazione degli obblighi familiari. Reina finisce a giudizio nel tribunale di Marsala ma, nel corso del processo, lei ritira entrambe le querele. E, così, tutto si chiude con un non luogo a procedere. «Non ci sono parole per descrivere il dolore per una tragedia assurda e inaccettabile – ha dichiarato Domenico Venuti, il sindaco di Salemi che ha proclamato il lutto cittadino per il giorno dei funerali della donna – La nostra comunità (che è anche quella di cui era originaria la vittima, ndr) è sconvolta da quanto accaduto. È necessario – conclude il primo cittadino – accendere i riflettori su un fenomeno inaccettabile e insopportabile come il femminicidio».
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