«Avevo chiesto la perizia psichiatrica in tempi non sospetti, oltre tre mesi fa, ma è stata negata». Così alle agenzie di stampa Giuseppe Cultrera, l’avvocato di Stefano Argentino, che ieri si è tolto la vita in carcere, a Messina, dov’era detenuto da quattro mesi dopo aver ucciso, a marzo, la studentessa di Misilmeri Sara Campanella. «Stiamo cercando […]
Femminicidio Campanella, parla l’avvocato di Stefano Argentino: «Era fragile, avevo chiesto la perizia psichiatrica»
«Avevo chiesto la perizia psichiatrica in tempi non sospetti, oltre tre mesi fa, ma è stata negata». Così alle agenzie di stampa Giuseppe Cultrera, l’avvocato di Stefano Argentino, che ieri si è tolto la vita in carcere, a Messina, dov’era detenuto da quattro mesi dopo aver ucciso, a marzo, la studentessa di Misilmeri Sara Campanella. «Stiamo cercando di gestire la vicenda, la famiglia è sotto choc – continua il legale – La salma è sotto sequestro». A metà aprile, Cultrera aveva annunciato la richiesta di perizia psichiatrica per il suo assistito, parlando di chiari «motivi di disagio alle spalle per spingersi a tanto, a un gesto ingiustificabile».
«Quello che è successo può far comprendere che la richiesta non era una semplice routine investigativa o di difesa, come molti l’hanno definita – spiega ora il legale – ma aveva dei requisiti che ho avuto modo di appurare. Il trascorso di Stefano era già noto da mesi, piano piano si stava aprendo, ma purtroppo la mente ha ceduto». Il 22enne era stato sottoposto ad alta sorveglianza per due settimane, proprio per aver manifestato degli intenti suicidi. Misura che, però, gli era stata revocata da quindici giorni, dopo alcuni colloqui con degli psicoterapeuti. Divideva la cella con un detenuto 80enne, da cui si sarebbe allontanato, mentre gli altri erano altrove per un momento di socialità.
«L’ho visto l’ultima volta, in carcere, questo lunedì – racconta Cultrera – Mi ha detto “Qui dentro non è semplice” e io sapevo che Stefano era un ragazzo molto fragile e che sarebbe bastato nulla per far saltare quel minimo di serenità che aveva riacquistato, per questo avevo chiesto la perizia psichiatrica». Se ci sia stato un errore di valutazione e chi lo abbia compiuto, adesso verrà indagato dalla procura di Messina che ha aperto un fascicolo sulla morte del 22enne. «I genitori non parlano, sono distrutti, ora pensano solo al funerale. La madre, ieri, è stata sedata».