Cronaca

L’ex che ha ucciso Marisa Leo la faceva pedinare da un investigatore. «Borsa di studio per la figlia»

«Come associazione, istituiremo una borsa di studio per la figlia di Marisa, bisogna pensare immediatamente al suo futuro». L’iniziativa per la bambina di quattro anni figlia di Marisa Leo, la 39enne uccisa ieri nel Trapanese dall’ex compagno e padre della bimba Angelo Reina che poi si è tolto la vita, arriva da Donne del Vino. L’associazione di cui faceva parte anche la vittima che lavorava come responsabile marketing e comunicazione per le cantine Colomba bianca. «Per ora – spiega Roberta Urso, responsabile per la Sicilia delle Donne del Vino – la bambina sarà accudita dai nonni, che sono persone dolcissime e che sicuramente si occuperanno di lei con amore. Ma i nonni non sono eterni e, quando la bambina sarà matura, avrà bisogno di supporto. Noi – spiega Urso – questo supporto vogliamo crearlo sin da adesso, per provare a garantirle serenità per quando sarà diventata una giovane donna».

Intanto, vanno avanti le indagini per ricostruire l’esatta dinamica di quanto avvenuto mercoledì pomeriggio in contrada Farla, tra Marsala e Mazara del Vallo. Lì, nel vivaio della sua famiglia, Reina avrebbe dato appuntamento alla ex. Secondo quanto ricostruito finora, avrebbe chiesto alla donna di andare a riprendere la bambina che era stata con lui e che, in quel momento, si trovava già da una parente dell’uomo. Arrivata e scesa dall’auto, Leo è stata raggiunta da tre colpi di arma da fuoco sotto l’addome che l’hanno uccisa. Reina si è poi suicidato su un viadotto lungo l’autostrada per Castellammare del Golfo. Un passante, che ha avvisato le forze dell’ordine, lo avrebbe visto scendere dalla sua macchina e puntarsi l’arma. Quando la notizia si è diffusa, a presentarsi in questura a Trapani è stato un investigatore privato che ha raccontato agli inquirenti che l’uomo, tempo prima, lo avrebbe ingaggiato per fare pedinare la sua ex compagna convinto che avesse una relazione.

Nel maggio del 2020, Marisa Leo aveva denunciato Reina per stalking. Qualche mese dopo, era tornata dai carabinieri per una nuova denuncia, questa volta per violazione degli obblighi familiari, perché l’uomo non avrebbe pagato gli alimenti per la figlia. Per entrambe le vicende, Reina era finito a giudizio nel tribunale di Marsala ma, nel corso del processo, la donna ha ritirato tutte e due le querele. E, così, tutto si è chiuso con un non luogo a procedere. Amici e parenti adesso raccontano che quel passo indietro era stato per lei un ennesimo tentativo di dare una possibilità al padre di sua figlia. Quando la portava in grembo, Leo aveva girato un video proprio per sensibilizzare sul tema della violenza contro le donne. «Tu lavori, tu progetti, tu crei e sei fantastica per come lo fai – diceva – Tu cadi, ti rialzi, piangi ma non molli e sei perfetta così come sei. Donna, mamma, tu non sei sola».

Stanotte su un muro nella zona di Porta Garibaldi a Marsala, lo street artist Fabio Ingrassia ha realizzato un murale dedicato a Marisa Leo. La donna sorride, ed è in piedi vestita di bianco con una giacca rossa. Tiene tra le mani un cartello con la scritta “La mia essenza non è merce di scambio“. Una frase che Leo aveva scritto sulla propria pagina Facebook. «Sono fermamente convinto – ha commentato Ingrassia che sotto l’opera ha voluto aggiungere anche lo slogan Stop violenza – che l’arte cambierà il mondo, che con l’arte si può arrivare al cuore delle persone, anche le più dure».

Marta Silvestre

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