Protagonisti i familiari di una donna morta per arresto cardiaco. Uno dei soccorritori è stato ferito al volto. Fp Cgil Sicilia: «Apprezziamo la recente decisione di installare le telecamere all'interno di 200 ambulanze, ma serve un percorso organico e mirato»
A Brancaccio aggrediti gli operatori del 118 «Ennesimo episodio, incontro in assessorato»
«Non è più tollerabile che accadano episodi di questo genere. Servono urgentemente adeguati interventi strutturali per tutelare l’incolumità di chi si prende cura della salute pubblica». Fp Cgil Sicilia torna ad assumere una posizione forte e netta dopo l’ennesimo fatto di cronaca che ha visto protagonisti, loro malgrado, alcuni operatori del 118, aggrediti nel quartiere Brancaccio di Palermo dai parenti di una donna, morta per arresto cardiaco.
«Ai soccorritori, uno dei quali è stato ferito al volto, va la nostra piena solidarietà per quanto subito nell’esercizio della loro attività professionale – affermano il segretario generale, Gaetano Agliozzo, e Maurizio Comparetto del dipartimento Seus – ma a questo punto, tenuto conto dei frequenti casi di violenza nei confronti del personale sanitario, bisogna andare, concretamente, oltre gli opportuni e necessari attestati di vicinanza e di condivisione del disagio. Nell’apprezzare la recente decisione del direttore generale, che ha annunciato la presenza di telecamere all’interno di 200 ambulanze, riteniamo che si debba porre rimedio, in modo certamente più incisivo e con maggiore impatto sociale, ad una situazione che ha assunto ormai una connotazione grave ed emergenziale».
Ecco perché il sindacato torna a chiedere un incontro all’assessore regionale Ruggero Razza. «In questa ottica ci facciamo promotori – concludono Agliozzo e Comparetto – di un momento di confronto con l’assessorato regionale alla Sanità e l’azienda Seus affinché si individui, assieme ad altri organismi, un percorso organico e mirato che consenta ai nostri medici, infermieri ed operatori di potere svolgere il loro prezioso servizio con serenità e in piena sicurezza, senza dover correre alcun rischio per la loro integrità fisica».