Fallimenti, fondi, ritardi e una chiave Ecco la vera storia del teatro Coppola

Il teatro Coppola deve lasciare il teatro Coppola. «Se ne devono andare», Orazio Palmeri, responsabile della direzione Patrimonio del Comune di Catania è chiarissimo. «Dove si è visto mai che la gente entra in un edificio comunale e lo occupa? – si chiede Palmeri – Se lo vogliono, facciano una richiesta ufficiale e vediamo se assegnarglielo». Una posizione netta, preceduta da una minaccia di sgombero con le forze dell’ordine arrivata agli occupanti ieri mattina. Eppure oggi la VII commissione Cultura, sport e turismo ha incontrato una delegazione degli artisti che il 16 dicembre 2011 hanno occupato il primo teatro comunale della città, che era abbandonato. Manlio Messina – che di quella commissione è presidente – in una nota diffusa alla stampa, elogia l’operato dei ragazzi. «Hanno restituito alla cultura e ai cittadini il primo teatro pubblico catanese – scrive Messina – e questo fine non può che essere condiviso e supportato».

In realtà, Palazzo degli Elefanti ci aveva già pensato da solo. Il piano triennale, approvato a settembre 2011, li chiama «lavori di riconversione dell’ex teatro comunale di via Vecchio bastione in laboratori culturali per giovani». Manutenzione straordinaria, per la quale il Comune ha chiesto alla Regione Sicilia un finanziamento di un milione e 200mila euro. Fondi europei del Po Fesr 2007-2013, fuori bilancio, quindi ancora da stanziare. La questione, però, è ben più vecchia. «Nel 2010 – raccontano dalla direzione Beni culturali – l’ex assessore Marella Ferrera è stata invitata a ricordarsi del teatro da un gruppo di giovani artisti». I creativi in questione sarebbero quelli guidati dal cantautore catanese Cesare Basile all’interno della federazione siciliana delle arti e della musica L’arsenale, oggi promotrice dell’occupazione. «Non siamo stati noi a parlare a Marella del Coppola – smentisce Basile – è stata lei a farlo: noi eravamo andati a chiedere una mappa dei luoghi pubblici deputati allo spettacolo ma abbandonati, e lei ci ha menzionato questa struttura». Secondo il racconto di Basile, l’incontro con l’ex assessore alla Cultura è avvenuto nella primavera del 2010. Il 22 dicembre dello stesso anno, un provvedimento dirigenziale approvava il progetto preliminare di riqualificazione del teatro. Quasi un anno dopo, l’inserimento nel piano triennale. Approvato quello dal Consiglio comunale, mancava solo il progetto definitivo. E per prepararlo bisognava calcolare gli spazi, andare sul posto, fare dei sopralluoghi. «Ma non si trovavano le chiavi del cancello», dicono fonti interne al Comune. «È un paradosso – ammette uno dei dipendenti della direzione dei Beni culturali – i progettisti hanno messo piede al teatro Coppola soltanto quando gli occupanti lo hanno aperto; solo a quel punto hanno potuto terminare il loro lavoro». Adesso, infatti, tutto è pronto e «la settimana prossima spetterà alla sovrintendenza ai Beni culturali approvare la manutenzione straordinaria. Poi sarà cantierabile». Prima, però, bisognerà aspettare un bando dell’Assemblea regionale siciliana al quale partecipare per ottenere i finanziamenti. Di nuovo.

«I buoni propositi sull’edificio di via Vecchio bastione risalgono al 1999», spiega Aurelio Cantone, l’architetto che all’epoca era il responsabile dei lavori. «Tra i tempi burocratici e la riconversione in euro di un preventivo di spesa fatto in lire – continua – si è arrivati alla gara d’appalto nel 2004 e il contratto è stato firmato nel 2005». L’impresa che si è aggiudicata la ristrutturazione dello stabile era la Climega Sud srl e la chiusura del cantiere era fissata per luglio 2006. Sul piatto, c’erano 224.702 euro. La storia, però, si complica. «Il Comune era in piena difficoltà economica, pagava in ritardo – sostiene l’architetto – e la ditta, nel frattempo, ha cominciato ad avere problemi economici: dopo aver ottenuto una proroga fino al 2007, la cooperativa ha dichiarato fallimento e ha abbandonato il cantiere».  «Ma non ha mai ricevuto il pagamento integrale», afferma Carmelo Coniglione, geometra responsabile di quel procedimento, ormai sei anni fa. «Il Comune ha liquidato alla Climega Sud solo le prestazioni effettivamente eseguite – dice – Se la memoria non mi inganna, quasi 170mila euro». Da allora, del teatro Coppola non s’è fatto più nulla: «Perché il bando regionale prevedeva che l’amministrazione comunale anticipasse i soldi che servivano per il completamento dell’immobile e, dopo il fallimento della cooperativa, nessun’altra azienda ha voluto proseguire quei lavori», conclude Coniglione. Ma secondo Cantone la ragione non è solo quella: «Nel frattempo, è stato completato il teatro Sangiorgi da affidare al teatro massimo Vincenzo Bellini e l’interesse a sistemarlo s’è perso». Nell’idea originaria, infatti, il teatro Coppola doveva essere una sala prove per l’orchestra del più importante teatro cittadino. Trovato un altro posto, dare soldi che non c’erano a un’altra struttura con finalità simili non aveva molto senso. Non in tempi di ristrettezze economiche.

Oggi – dopo la prova di forza degli artisti – invece sì. «Sarà una sala polivalente con 200 posti a sedere, uno spazio espositivo di 200 metri quadrati, un impianto di illuminazione e di aerazione particolare, che tenga conto delle attività che si dovranno svolgere lì dentro – dicono dall’amministrazione – E poi spogliatoi e camerini». «Sarà uno spazio da vivere», concludono. «Se ci vogliono cacciare, lo facciano – replica Cesare Basile – mandino la Polizia, perché da qui noi non ce ne andiamo».


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A settembre 2011 il Comune di Catania ha approvato il piano triennale. Un milione e 200mila euro sono stati destinati alla riconversione dell'edificio occupato dagli artisti (ai quali ieri è stato intimato di sgomberare) il 16 dicembre 2011. Ma prima di quella data i tecnici non c'erano neanche potuti entrare. Nella primavera 2010 gli attuali promotori dell'occupazione avevano discusso dell'assegnazione della struttura della Civita con l'ex assessore alla Cultura, ma la paradossale vicenda dura da decenni

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