Fabiola, storia di successo dall’Etna agli Usa Licenziata da Yahoo ora pittrice in California

«Vi racconto la mia storia, di come i sogni diventino realtà». Fabiola Addamo è una pittrice di trentasei anni, catanese, e abita a San Francisco dal 2001. Nella città californiana ha costruito quella che definisce la sua «fortuna professionale», non solo nel campo dell’arte. Fabiola è infatti anche una pianista, una esperta dell’ambiente corporate tech – ha lavorato due anni per Google e cinque a Yahoo come project manager – e attualmente è una mentore per il dipartimento di Stato americano in vari progetti. Tra questi Techwomen, un programma che aiuta «le donne medio orientali mettendole in contatto con altre donne che lavorano nella tecnologia nelle migliori aziende della Silicon Valley per diventare i futuri leader in Egitto, Libano, Marocco, Territori Palestinesi, Yemen, Algeria e altri Paesi, ed essere promotrici di azioni diplomatiche fra Usa e il Medio Oriente con le loro storie di successo».

Non è un caso che Fabiola abbia deciso di condividere la propria storia pubblicamente. Ha inviato una email ad alcuni giornali online siciliani, nella quale si descrive, senza esitazioni, come un esempio da seguire. «Voglio ispirare altri giovani della mia città ma non solo a non arrendersi mai». In America ha imparato ad ascoltare le storie degli altri, spiega. Un sistema che serve «a far sparire le disillusioni che vedo nei miei amici in questi giorni. Io sono fuggita da una vita che si prospettava piatta, magari con un lavoro che non mi sarebbe piaciuto. Sto creando il mio brand, da sola, senza raccomandazioni, senza amicizie, solo con le mie idee e la forza di volontà. Non ho avuto paura nella vita», scrive Fabiola, che vede la Sicilia come un luogo «pieno di bei fiori che non sbocciano a causa del terreno».

In questi giorni è a Catania, la città da cui è partita con un diploma in pianoforte ed è tornata come entrepreneur, imprenditrice. «Negli Usa ho preso una laurea in letteratura italiana, lavorando in una pasticceria. Ma io sono quel che voglio. Le persone spesso tendono a identificarsi col titolo, perché gli dà una valenza». E il fatto che titoli e diplomi contino poco lo dimostra proprio la sua storia. Nel 2012 Fabiola ha perso il lavoro a Yahoo e si è ritrovata a dover scegliere cosa fare del proprio futuro. «Sono stata una degli oltre duemila licenziamenti di quest’anno. Tra i problemi e le bollette da pagare, ho deciso di investire il mio tempo e i miei soldi per creare la mia attività online». Un business su una passione nata per caso. «Nel 2010 ho sognato mio padre, morto nel 2003 quando ero già in America da due anni, che mi chiedeva di dipingere. Appena sveglia, ho disegnato come non immaginavo. Mi sono accorta che non ci avevo mai provato, che mi ero data io stessa il limite, e ho iniziato a prendere lezioni di pittura a olio», racconta Fabiola, che ha iniziato a esporre i suoi quadri già pochi mesi dopo le prime prove. «Quando hai una buona idea, a San Francisco trovi chi ti dà una opportunità e dove impari che per avere successo devi essere umile». Fabiola da settembre vende le riproduzioni dei suoi quadri a olio online e le richieste per le esposizioni arrivano da tutto il mondo. A metà ottobre ha esposto ai San Francisco open studios, esperienza seguita da mostre a New York e Miami e nell’estate 2013 ci sarà pure una collaborazione con l’officina delle idee QualityItaly per un’esposizione in Egitto.

«Sono stata trovata online, come nei film, ma non sarebbe successo se non avessi seguito i miei sogni», racconta Fabiola. Che condivide quello che, per lei, è il segreto del successo: «Me lo spiegò una collega a Yahoo: bisogna avere pazienza e non sentirsi falliti mentre si sta imparando. Tu sei quello che vuoi e devi andare dritto al tuo obiettivo».

Leggi l’articolo su Il Fatto Quotidiano

[Foto di Fabiola Addamo su Facebook]


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Fabiola Addamo ha trentasei anni, è catanese e dal 2001 abita a San Francisco. Da quando, con un diploma in pianoforte, ha lasciato la città etnea per cercare fortuna negli States. Qui, ha lavorato come project manager per Google e Yahoo, da cui è stata licenziata nel 2012. Ma non si è arresa, inventadosi un mestiere grazie a passione, impegno e un pizzico di buona sorte. Riprendiamo l'articolo di Leandro Perrotta pubblicato su Ilfattoquotidiano.it

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