Il decreto di cassa integrazione per gli ex assistenti di volo della low cost ammessa al concordato preventivo lo scorso dicembre è scaduto da più di due mesi. «Per l'ennesimo ritardo della richiesta di rinnovo vedremo i soldi non prima della fine di aprile», dice lo steward Giuseppe Amato. Mentre riceveranno solo poco più del 50 per cento del credito vantato verso la compagnia, in una data non definita, entro il 2018. «Speriamo che la Vueling vada bene», dicono, guardando alla società catalana che da maggio farà base a Catania
Ex Wind Jet, in attesa del rinnovo della Cigs «Altro che Alitalia, tifiamo per gli spagnoli»
«Non siamo più patriottici, speriamo che Vueling vada meglio di Alitalia». A parlare per gli ex assistenti di volo della Wind Jet, ammessa al concordato preventivo lo scorso dicembre, è lo steward Giuseppe Amato, che fa da portavoce ai suoi colleghi, con cui resta sempre in contatto tramite un gruppo Facebook. Su 160 assistenti di volo, lasciati a terra dalla compagnia di Antonino Pulvirenti dal 13 agosto del 2012, solo una ventina hanno trovato un altro impiego: stagionale e fuori dall’Italia. Gli altri restano aggrappati alla cassa integrazione, tra continui ritardi dei rinnovi semestrali e la speranza che qualche compagnia possa avere bisogno di loro.
Il decreto per la Cigs, prevista fino al 2016 e a cui possono seguire tre anni di mobilità, è scaduto il 19 dicembre scorso e non è stato ancora rinnovato. «Lo studio legale, che si occupa della richiesta di rinnovo per conto della società, la presenta sempre in ritardo, e dati i tempi della burocrazia, non vedremo un soldo prima della fine di aprile, primi di maggio», spiega Amato.
Non va meglio per quanto riguarda i crediti vantati dai lavoratori nei confronti della compagnia del patron del Calcio Catania. In quanto creditori privilegiati devono ricevere il 47,82 per cento più il cinque per cento delle somme arretrate, ma non sanno quando questo accadrà. Sul sito dell’ex low cost siciliana si legge solo «entro il 23 dicembre 2018». Un termine che non rassicura i dipendenti.
«Noi assistenti di volo abbiamo forti difficoltà – afferma Amato – I comandanti hanno trovato lavoro, anche se all’estero ovviamente, ma con stipendi adeguati. Per noi è più difficile. Ci sono compagnie, come Volotea – aggiunge – che pagano 600 euro al mese, e bene che ti vada puoi arrivare ai 1300 euro di Ryanair, ma con queste retribuzioni è quasi impossibile vivere lontano da casa». Lasciare l’Italia non è certo un problema per chi ha scelto di fare il loro mestiere, il problema sono gli stipendi troppo bassi. Amato, come altri suoi colleghi, è partito per poi ritornare: ha passato cinque mesi in Kosovo per lavorare in una compagnia che gliene ha pagati solo tre prima di fallire.
Per questo nel loro gruppo Facebook sono state accolte con speranza le parole di Alex Cruz, amministratore delegato della compagnia spagnola Vueling, che da maggio farà base a Catania. «Quando riusciremo a portare a Fontanarossa altri aerei e far sì che l’attività sia abbastanza grande da poter alimentare altri investimenti, potremo aiutare tutti coloro che sono rimasti senza lavoro da Wind Jet», ha detto durante la conferenza stampa di giovedì scorso, ma senza promettere nulla. «Per l’Italia non esistiamo, sui sindacati non facciamo più affidamento – afferma l’ex assistente di volo Wind Jet – quindi ci sentiamo di ringraziare Cruz per il pensiero. Visto che la sua compagnia in Spagna ha assorbito 400 lavoratori della fallita Spainair – aggiunge – altro che Alitalia, noi tifiamo per gli spagnoli».