Le maestranze del call center che ha chiuso i battenti si sono mobilitati davanti la sede dell'Inps di Paternò. Successivamente potrebbero spostarsi verso il municipio per occupare l'aula consiliare. L'obiettivo, come spiega il sindacalista Cgil Gianluca Patanè, è quello di consentire alla Netith di assorbire commesse e dipendenti
Ex Qè, a inizio dicembre fine ammortizzatori sociali «Svegliare istituzioni. Lavoratori pronti a ripartire»
Un ultimo disperato appello per smuovere le coscienze dei rappresentanti istituzionali regionali e nazionali. È quello che viene lanciato dagli ex lavoratori del call center Qè di Paternò. Con gli ammortizzatori sociali che scadranno il prossimo 6 dicembre l’obiettivo è non perdere la commessa Inps-Inail, che già in passato ha rappresentato la colonna portante dell’ormai fallita società. Oggi gli ex dipendenti si sono radunati dinanzi la sede dell’istituto di previdenza di Paternò, in viale dei Platani. Il prossimo passaggio sarà la possibile occupazione in tarda mattinata dell’aula consiliare del municipio di piazza Umberto.
I nodi della vicenda sono stati messi nero su bianco anche in una lunga e dettaglia missiva, redatta dai rappresentati sindacali Valentina Borzì, Giovanni Arcidiacono e Anna Orifici. I destinatari sono i massimi esponenti del governo, il neo presidente della Regione Sicilia Nello Musumeci e la prefetta Silvana Riccio. Gli ex lavoratori nel documento concentrano gli sforzi sulla vertenza, ancora da definire, e sulla commessa Inps-Inail «attualmente gestita da Transcom Worldwide. Nonostante un anno di manifestazioni, sit-in, flash-mob parallelamente ai tavoli istituzionali, ancora oggi non vi sono le garanzie tese a restituire al territorio il riconoscimento di quei volumi in precedenza esistenti». Si chiedono alle istituzioni soluzioni che consentano «il riconoscimento di forme temporanee di sostegno al reddito, quali possano essere gli ammortizzatori sociali in deroga, o eventuali ammortizzatori straordinari, al fine di garantire la necessaria continuità di reddito ai lavoratori in attesa di una ricollocazione».
Sulla questione è intervenuta Luisa Albanella, deputata nazionale del Partito democratico e componente della commissione Lavoro alla Camera, che ha presentato una risoluzione per impegnare il Governo guidato dal presidente Paolo Gentiloni ad avviare un tavolo di concertazione per permettere all’azienda Netith di acquisire le commesse dell’ex Qè. Netith è un’azienda nata per iniziativa di una gruppo imprenditoriale paternese, Di BellaGroup, con l’obiettivo di non fare disperdere le professionalità maturate proprio in seno all’ex call center di contrada tre Fontane. Presente durante la mobilitazione anche Gianluca Patanè, segretario provinciale della Slc Cgil: «Siamo qui per svegliare le istituzioni – spiega a MeridioNews -. Abbiamo subito uno scippo. Lavoratori e lavoratrici sono qui per ribadire la volontà di tornare a fare quello che facevano prima con estrema professionalità».
Anche la presidente della Fistel Cisl, Cristina Squillaci protesta per manifestare la propria vicinanza «»