Ex provincia, trasferimenti da Regione «non bastano» Raccolta fondi per i colleghi Siracusa senza stipendio

È in bilico il futuro dei Liberi Consorzi Comunali e delle Città Metropolitane che si trovano quasi tutti in pre-dissesto e nell’impossibilità di chiudere i bilanci di previsione 2018-2020. Alla base c’è il prelievo forzoso dello Stato quale contributo alla finanza pubblica. Una situazione di crisi che dura da tempo e che ha portato i lavoratori in piazza Pretoria il 14 febbraio scorso, per ottenere delle risposte concrete.

Lunedì scorso il presidente della Regione Nello Musumeci ha convocato la rappresentanza parlamentare nazionale in Sicilia per avviare un confronto sulla crisi finanziaria in cui versano gli enti. Sono stati invitati a partecipare i segretari regionali dei sindacati. A margine dell’incontro l’assessore regionale all’Economia Gaetano Armao aveva commentato in un post su Facebook: «Incontro con la delegazione parlamentare siciliana di tutti i partiti ed i sindacati sulla drammatica situazione delle province siciliane. La Regione è pronta a fare la sua parte, i primi di marzo saranno versati i 112 milioni stanziati in Bilancio, mentre nel collegato provvederemo all’attualizzazione di 540 milioni per investimenti. Adesso tocca allo Stato fare la sua parte».

«La Regione si è impegnata a trasferire agli enti nel più breve tempo possibile 112 milioni di euro stanziati con l’ultima manovra, che sono figli dell’accordo Stato-Regione firmato da Crocetta – spiega Saverio Cipriano, Fp Cgil Palermo – e poi c’è un impegno per caricare sulla Regione i mutui delle ex province. A Palermo si parla di una cifra pari a 41 milioni di euro. Sono impegni finanziari che non risolvono assolutamente i problemi perché con questi soldi non si potrà mai chiudere il bilancio 2019, mancano all’appello circa 90 milioni di euro su tutta la Sicilia. Per quanto riguarda Palermo queste risorse in arrivo superano i venti milioni di euro ma a noi ne servirebbero altrettanti per chiudere il bilancio dell’anno in corso. Per il 2018 invece dal tavolo è stata proposta in modo trasversale da tutte le forze politiche una norma nazionale, che consenta agli enti che non hanno ancora chiuso il bilancio di farlo su base annuale e non più triennale». 

Un altro tema è quello degli investimenti «per i quali sono state stanziate delle somme – aggiunge Cipriano – il tema non è fare galleggiare gli enti, ma farli funzionare e quindi bisogna quantomeno metterli in equilibrio». Per i sindacati quindi la vertenza resta aperta. «Aspetteremo almeno qualche settimana per capire se si fa la norma e se vengono distribuiti i fondi già stanziati – precisa il sindacalista -. In pratica verificheremo se le promesse verranno mantenute. Se entro un mese non riceveremo risposte è chiaro che valuteremo altre iniziative di lotta. Noi non ci fermiamo. Così non si può andare più avanti. Ogni giorno c’è una delegazione di una scuola che viene a protestare per la mancanza di riscaldamenti o perché l’edificio cade a pezzi. Senza contare le strade: l’ex provincia di Palermo ne gestisce circa 2.300 chilometri e sono quasi tutte abbandonate, il danno per la mancata manutenzione di strade e scuole è enorme».

Anche se i dipendenti della Città metropolitana di Palermo non navigano certo in buone acque hanno dato vita a una gara di solidarietà, spiega Cipriano: «Come Cgil della provincia di Palermo stiamo portando avanti una sottoscrizione volontaria per i colleghi di Siracusa che da quattro mesi non prendono lo stipendio. Abbiamo già raccolto oltre 500 euro in due giorni. I colleghi che vogliono farlo, possono dare un contributo come segno di solidarietà, anche in un momento di difficoltà per tutti. Abbiamo lanciato questa idea e non ci aspettavamo di raccogliere queste cifre in breve tempo, quando raccoglieremo una determinata somma, la consegneremo».


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