Evasione Tari, pochi commercianti vogliono parlare «Paghiamo tutto, ma il rischio è di dover licenziare»

Lo capisci dalle espressioni dei commercianti che quello delle tasse comunali è un argomento spinoso. La maggior parte di loro non risponde alle domande, non ha voglia di toccare l’argomento. Quelli che lo affrontano, invece, seguono tutti lo stesso copione. Esordiscono con: «Io pago tutto». Poi due mantra: la pressione fiscale troppo alta e i servizi che non sono soddisfacenti, anche se quasi tutti sono d’accordo con la proposta del sindaco di sanzionare in maniera esemplare gli evasori. Questa è la risposta al j’accuse di Leoluca Orlando, che pochi giorni fa ha puntato il dito contro l’evasione della Tari, che nel 61 per cento dei casi riguarda utenze non domestiche e, quindi, per la maggior parte, esercizi commerciali. 

Una prima risposta alle accuse del primo cittadino è arrivata dalle associazioni di categoria. Adesso sono gli stessi commercianti a dire la loro, ascoltati da MeridioNews. «Premetto che pago tutto, ma posso comprendere le ragioni di chi evade le tasse – dice il titolare di un tabacchi del centro – Non si tratta di volerlo fare, ma ci si trova costretti», dice mentre mostra l’elenco degli importi da pagare: alla voce acconto Tari 2017 (una tra un paio di decine) la cifra è di 432,30 euro. «Il mio commercialista dice che sono fortunato a poterle pagare, ma per altri l’alternativa all’evasione è il licenziamento dei dipendenti. Le tasse, quelle comunali e quelle da pagare allo Stato, sommate, arrivano a prendersi il 70 per cento dei ricavi». Altro problema è il pagamento in un’unica soluzione: «Perché non dividiamo in quattro o cinque rate? – dice il tabaccaio – In questo modo si agevola il contribuente».

E i servizi? Lapidaria la risposta dell’esercente: «Le tasse comunali sono enormi e i servizi zero. Fino a ieri qua era pieno di immondizia», dice indicando il marciapiede davanti al suo negozio. Sono le attività, a vario titolo, del settore della ristorazione le più soggette alla produzione di rifiuti solidi e, quindi, a pagare le cifre più alte di Tari. «Noi le tasse le paghiamo e anche troppe – si lamenta il titolare di un’attività gastronomica – ma, nonostante questo, ci fanno la multa perché non facciamo la raccolta differenziata». Poi la giustificazione: «Non hanno mai portato i cassonetti e noi non sappiamo dove buttarla. La spazzatura ce la portiamo la sera da qui per gettarla altrove». «Una volta ci hanno multato – gli fa eco un dipendente – e non è stato nemmeno il titolare dell’attività che l’ha materialmente ricevuta. Non so se sia corretto».

C’è chi del pagamento delle tasse, infine, ne fa una questione quasi lombrosiana: «Noi con queste facce – scherza tra il serio e il faceto la titolare di una salumeria – non le possiamo evadere». «Certo – spiega tornando seria – a fronte dei servizi offerti sono davvero alte, ma sinceramente non mi so fare un’idea del perché gli altri non le paghino, per noi è una questione di principio. Per questo – conclude – personalmente trovo giusto che chi non paga venga sanzionato e l’iniziativa del sindaco mi trova d’accordo».


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Non sono tanti gli esercenti disposti a commentare le parole del sindaco Leoluca Orlando, che qualche giorno fa ha puntato il dito contro chi non è in regola con la tassa sui rifiuti: nel 61 per cento dei casi utenze non domestiche. Il titolare di un tabacchi: «Il mio commercialista dice che sono fortunato a poter essere in regola»

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