Europee, Giarrusso sfida Berlusconi in un sondaggio Ma si ferma al 33 per cento. «Falsato dai troll forzisti»

Dino Giarrusso ha lanciato questo pomeriggio un sondaggio su Facebook, lanciando una sfida al fondatore di Forza Italia, Silvio Berlusconi. Secondo l’ex volto del programma Le Iene, infatti, «la più avvincente sfida elettorale per le europee del 26 maggio si svolgerà in Sicilia e Sardegna! Dino Giarrusso, celebre ex-iena televisiva, oggi è candidato con il Movimento 5 Stelle e ha scommesso in diretta radiofonica che in Sicilia e Sardegna prenderà più voti di Silvio Berlusconi, l’ex-premier 83enne candidato capolista con Forza Italia. Chi vincerà la sfida? Tu chi manderesti in Europa? Vota subito e diffondi il sondaggio!».

Ma a distanza di un’ora i voti sono già stati poco meno di 15mila e i risultati non sembrano andare nella direzione sperata da Giarrusso: il 67 per cento degli utenti, infatti, tra i due sceglierebbe Silvio Berlusconi e non il volto noto del piccolo schermo. Tuttavia, a falsare il risultato, secondo lo stesso Giarrusso, sarebbero stati «numerosi gruppi di troll forzisti» che «si sono scatenati, come testimoniato da risposte palesemente pilotate che hanno ribaltato il risultato a colpi di velocissimi click. Un’attività mirata e sistematica – aggiunge – con l’obiettivo di manomettere la sfida 2.0 lanciata dal candidato ex-iena Giarrusso e di fomentare gli animi anti-grillini, risvegliando all’occorrenza eserciti di “bully” digitali». E da qui il contrattacco: «Questa volta il terreno di sfida saranno le urne, non più i social network. Mi chiedo: con che faccia Berlusconi si candida in una terra che è stata distrutta con personaggi del calibro di Miccichè e Cuffaro?».

Qualche settimana la redazione de Le Iene è intervenuta chiedendo a Giarrusso di non utilizzare la «divisa» del format tv per i manifesti elettorali. La risposta del diretto interessato non si è fatta attendere: «Se qualcuno vuole fare altre polemiche sulla mia candidatura o strumentalizzare il programma, quello non sono io. Citando un mio soprannome sulla scheda elettorale, ho solo esercitato un mio diritto previsto dalla legge, tutelando la volontà degli elettori e a un tempo la mia persona».


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