Eugenio Finardi in concerto a sostegno di Gammazita «La loro è una lotta che fa bene alla cultura»

«Prendere una piazza che era un parcheggio abusivo, riqualificarla e trasformarla in una libreria a cielo aperto non è solo una grande cosa. È proprio straordinario!». Eugenio Finardi è entusiasta. Cantautore milanese classe 1952, lui la storia di Gammazita e della Piazza dei libri la conosce bene. Se l’è fatta raccontare dal suo principale collaboratore, «un ragazzo di Pachino che mi dà una mano, perché io autogestisco il mio lavoro e lui mi aiuta, mi fa da badante», ride. E poi a quella storia ci s’è affezionato, perché Finardi a Catania ci ha vissuto, per un periodo, negli anni Settanta, quando un gruppo di giovani aveva messo in piedi Radio Cta, un’emittente indipendente, e lui aveva collaborato. Il 21 dicembre tornerà nel capoluogo etneo per un concerto al festival dell’associazione culturale di piazza Federico di Svevia, che animerà l’area del Castello Ursino per quattro giorni a partire dal prossimo giovedì e fino a domenica.

«Beh, con questo concerto non diventiamo certo ricchi — ironizza l’artista — I miei musicisti saranno pagati meno, ma saranno pagati. Non mi sembrava giusto chiedere a loro di aderire in toto alle mie posizioni e pagare per quelle, no?». Con Fibrillante, il suo ultimo disco da cantautore — uscito a gennaio 2014 dopo 15 anni di silenzio — Eugenio Finardi gira l’Italia in tour da mesi. Tappe nei teatri, certo, ma anche nelle sedi delle associazioni e dei centri sociali: «Fare cultura non significa solo stare seduti nelle biblioteche — spiega — La cultura è lo strumento attraverso il quale ci si libera dalla corruzione, è la condivisione delle esperienze, è la pratica della solidarietà sociale. Cultura è anche quello: avere gli strumenti per analizzare i problemi del proprio territorio e tentare di risolverli». Che è quello che fanno i giovani di Gammazita: «Il fatto che loro abbiano costruito e partecipino a questa lotta è una rivoluzione. A prescindere da quello che accadrà in futuro, loro avranno creato dei legami, delle amicizie che dureranno per tutta la vita, forse nasceranno degli amori. E questo è già bellissimo di per sé», dice il musicista. 

«Partecipare e impegnarsi è l’unico modo per riportare l’umanità al centro della conversazione politica», afferma Finardi, che delle sue posizioni non ha mai fatto mistero. «Ero un iscritto al Pci che veniva tacciato di un riformismo eccessivamente moderato — ricorda — E oggi molti di quelli che mi accusavano hanno fatto inversione a U e si sono spostati a destra». Uno slittamento su posizioni — «Liberiste e non obbligate» — che ha riguardato non solo i singoli, ma l’intera politica: «Io non sono cambiato rispetto a trent’anni fa, credo sempre negli stessi ideali. Eppure adesso sono più a sinistra perfino di Nichi Vendola, ho superato gli estremi senza essermi neanche mosso». Secondo l’interprete di La radio e Musica ribelle, anche i suoi colleghi hanno smesso di scrivere inni generazionali: «C’è da chiedersi come mai i cantautori abbiano cominciato a occuparsi solo delle piccole cose, lasciando indietro i grandi temi che ci riguardano tutti — sostiene — Fare questo mestiere significa essere testimoni, ma testimoni di tutto, non solo dei dettagli più minuti delle relazioni sentimentali. Ho seguito dall’interno la parabola del cantautorato e ne ho vista la deresponsabilizzazione». Quelli che invece hanno il coraggio di dire le cose come stanno, per Finardi, «sono i rapper. E non parlo di quelli che scimmiottano gli americani, parlo di quelli che fanno nomi e cognomi, mentre noi ai nostri tempi ci limitavamo a usare le metafore». 

Coi suoi 62 anni, l’autore meneghino si propone — ora allo stesso modo degli anni del suo debutto — come cantore del tempo che vive. «Lavoro coi giovani, potrei essere il padre di ciascuno dei ragazzi che suonano con me. Forse è per questo che quando parlo con molti dei miei coetanei mi sembra di parlare con mio padre», sorride. «I trentenni con cui passo il tempo, i miei figli, mi costringono a tenermi aggiornato. Anche se non sono uno di quei vecchi che vogliono mentire sull’età a tutti i costi, non sono un giovanilista. Io sono cresciuto negli anni Sessanta e Settanta, gli ultimi anni in cui ci fosse speranza nel futuro: poi è arrivato il timore del domani. Di questi tempi sembra che il mondo debba finire nel 2050». E, per paura di proiettarsi in avanti, si finisce per fissarsi sul passato, «a quel momento in cui i sogni non erano ancora incubi». Ci si ferma ancora ad ascoltare quella musica, si va ai concerti di quei bluesman nostrani che adesso si definiscono degli «anziani signori». Come Eugenio Finardi, che salirà sul palco della manifestazione offerta da Gammazita alla città il 21 dicembre: «Sarà uno spettacolo energetico, come un concerto rock deve essere».


Dalla stessa categoria

Ricevi le notizie di MeridioNews su Whatsapp: iscriviti al canale

I più letti

Dal controllo della velocità alla segnalazione di un imminente pericolo. Sono gli Adas, i sistemi avanzati di assistenza alla guida che aumentano non solo la sicurezza, ma anche il comfort durante i viaggi in auto. Più o meno sofisticati, i principali strumenti Adas sono ormai di serie nelle auto più nuove, come quelle a noleggio. […]

Un aiuto concreto ai lavoratori per affrontare il carovita. Ma anche un modo per rendere più leggero il contributo fiscale delle aziende. Sono le novità introdotte dalla conversione in legge del cosiddetto decreto lavoro, tra cui figura una nuova soglia dell’esenzione fiscale dei fringe benefit per il 2023, portata fino a un massimo di 3mila euro. […]

Sono passati tre anni da quando un incendio ha distrutto l’impianto di selezione della frazione secca di rifiuti a Grammichele (in provincia di Catania) di proprietà di Kalat Ambiente Srr e gestito in house da Kalat Impianti. «Finalmente il governo regionale ci ha comunicato di avere individuato una soluzione operativa per la ricostruzione e il […]

«Era come avere la zip del giubbotto chiusa sopra e aperta sotto: ecco, noi abbiamo voluto chiudere la zip di questo giubbotto». Indispensabile se si parla di Etna, dove fa sempre fresco. È nato così CraterExpress, la nuova proposta che permette di raggiungere la vetta del vulcano a partire dal centro di Catania, con quattro […]

Leonardo Caffo, catanese. Fumettibrutti (Josephine Jole Signorelli), catanese. Fulvio Abbate, palermitano. La Sicilia contro Chiara Valerio. È la Sicilia, infatti, a essersi resa protagonista dell’abbattimento delle statue raffiguranti Chiara Valerio, iniziando la rivolta contro il regime amichettistico sotto il quale viviamo.Ricapitolando.Chiara Valerio, scrittrice, editrice, attivista, radiofonica, televisiva, premiata, capa assoluta di una certa parte del […]

Sul nuovo social network X, tale Esmeralda (@_smaragdos), commenta un articolo del Domani a proposito dei finanziamenti alla Cultura elargiti dai Fratelli d’Italia siciliani: «Amici, soldi (pubblici) e politica. In Sicilia tutto fa brodo. Su questo penso non leggerò un commento croccante di Ottavio Cappellani. Perché gli amici so’ amici, gli ex amici so’ nemici». […]

Dodici mesi, 52 settimane e 365 giorni (attenzione, il 2024 è bisestile e quindi avremo un giorno in più di cui lamentarci). Un tempo legato da un unico filo: l’inadeguatezza. Culturale, innanzitutto, ma anche materiale, davanti ai temi complessi, vecchi e nuovi. Difficoltà resa evidente dagli argomenti che hanno dominato il 2023 siciliano; su tutti, […]

Il seme del cambiamento. Timido, fragile e parecchio sporco di terra, ma è quello che pare stia attecchendo in questi ultimi mesi, dopo i più recenti episodi di violenza sulle donne. In principio, quest’estate, fu lo stupro di gruppo a Palermo. In questi giorni, il femminicidio di Giulia Cecchettin in Veneto. Due storie diverse – […]

Mai come in campagna elettorale si parla di turismo. Tornando da Palermo con gli occhi pieni dei metri di coda – moltiplicata per varie file di serpentina – per visitare la cappella Palatina e qualunque mostra appena un piano sotto, lo stato di musei e beni archeologici di Catania non può che suscitare una domanda: […]

Riforme che potrebbero essere epocali, in termini di ricaduta sulla gestione dei territori e nella vita dei cittadini, ma che sembrano frenate dalla passività della politica. Sembra serena ma pratica- e soprattutto, attendista – la posizione di Ignazio Abbate, parlamentare della Democrazia Cristiana Nuova chiamato a presiedere la commissione Affari istituzionali dell’Assemblea regionale siciliana. Quella […]

Dai rifiuti alla mobilità interna della Sicilia, che avrà una spinta grazie al ponte sullo Stretto. Ne è convinto Giuseppe Carta, deputato regionale in quota autonomisti, presidente della commissione Ambiente, territorio e mobilità all’Assemblea regionale siciliana. Tavolo di lavoro che ha in mano anche due leggi su temi particolarmente delicati: urbanistica e appalti. Con in […]

Dall’agricoltura alle soluzioni per il caro energia; dalle rinnovabili di difficile gestione pubblica allo sviluppo delle imprese bandiera del governo di Renato Schifani. Sono tanti, vari e non semplici i temi affidati alla commissione Attività produttive presieduta da Gaspare Vitrano. Deputato passato dal Pd a Forza Italia, tornato in questa legislatura dopo un lungo processo […]