Le piste di entrambi i versanti sono asciutte e le prime nevicate sufficienti potrebbero arrivare solo nel fine settimana. «La situazione è negativa un po' in tutta Italia», spiega Dario Teri, maestro di sci. Il problema potrebbe essere risolto con l'innevamento artificiale? «Qui il rischio eruzioni è troppo alto»
Etna: temperature alte, stagione sciistica ferma «Nel prossimo week end previsti 40 cm di neve»
«La stagione invernale? Quest’anno sull’Etna non è mai partita». Dario Teri, maestro di sci e fondatore del portale specializzato Etnasci, non trattiene un pizzico di delusione. La neve tarda ad arrivare sulla muntagna, sia sul versante nord di Linguaglossa che a sud, a Nicolosi. Per la delusione degli appassionati di sport invernali che, invece, l’anno scorso hanno approfittato di una stagione molto intensa. Il prossimo fine settimana potrebbe portare qualche speranza: «Sono previsti 30-40 centimetri di neve», anticipa Teri. A impensierire gli sportivi, poche settimane prima, era stato l’allarme lanciato dalla Funivia dell’Etna, azienda impegnata in un contenzioso legale con il Comune di Nicolosi. Una situazione rientrata, assicura Dario Teri: «Gli impianti sono pronti già dai primi giorni di dicembre».
«La situazione è negativa un po’ in tutta Italia», sottolinea il maestro di sci. Uno scenario di instabilità che rappresenta una difficoltà non da poco, dato che «di solito gli operatori del settore fanno il 50 per cento dei guadagni a Natale, Capodanno ed Epifania», racconta l’esperto. Il calendario meteorologico sposta per la Sicilia il termine di qualche giorno, «ma di poter partire, finora, non se n’è parlato».
Il problema potrebbe essere risolto con l’innevamento artificiale? «Ha senso farlo al nord, dove c’è un grande indotto che poggia sulla stagione sciistica. I cannoni sparaneve nel nostro caso sono poco pratici», risponde Dario Teri. Il problema principale sta nella natura stessa del territorio. «Altrove la base per l’innevamento poggia sull’erba. Qui le piste sono su pietra lavica, servirebbe quantomeno stendere uno strato di sabbia. E, comunque, ci vorrebbero delle temperature più basse». Ma a condizionare in maniera determinante la realizzazione di un impianto del genere è il rischio di eruzioni. Negli anni, diverse volte le colate hanno distrutto gli impianti. «Sono i rischi di fare attività in un ambiente come il nostro», sorride il maestro di sci.