Il cattivo tempo ha concesso una tregua. Così stamattina le guide del Parco dell'Etna e gli uomini del corpo forestale di Nicolosi e di Zafferana Etnea sono potuti andare a controllare lo stato della struttura lavica. Dalla cui volta, nella giornata di ieri, si sono staccati pezzi di roccia
Etna, posti sigilli all’ingresso della grotta Cassone «Struttura danneggiata anche dai flussi turistici»
«Finalmente stamattina siamo riusciti a entrare nella grotta Cassone, visto che il cattivo tempo ci ha concesso una tregua». Orazio Distefano, guida del Parco dell’Etna, è andato nel punto in cui ieri – proprio all’ingresso della struttura lavica – qualche pezzo di roccia si è staccato all’improvviso, rendendo difficile l’accesso alla nota meta turistica. «I punti in cui la roccia della volta è gravemente frammentata, per il momento, sono più o meno integri – continua Distefano – Si sono staccati alcuni pezzi, mini-blocchi, cinquanta per trenta centimetri». Il pericolo, per eventuali visitatori, sarebbe stato gravissimo. Come raccontato ieri da MeridioNews, non si sono registrati feriti anche perché, nel momento del crollo, all’interno della grotta Cassone non c’erano escursionisti, probabilmente scoraggiati dalla pioggia battente.
Stamattina i tecnici dell’ente parco assieme agli uomini del corpo forestale di Nicolosi e di Zafferana Etnea sono andati ad apporre i sigilli. «Le fratture principali nel soffitto sono essenzialmente identiche a quelle documentate un anno fa – continua Distefano – Avevamo già dichiarato che la volta è pericolosa e a rischio di crolli improvvisi». Il fatto è, però, che i flussi di turisti sono dannosi per la struttura: «Ci sono tante persone che si improvvisano guide e portano, soprattutto al mattino, enormi quantità di persone a visitare la grotta. Con la conseguenza che vengono via continuamente pezzi di roccia – aggiunge – Abbiamo messo i sigilli alla zona e nei prossimi giorni apporremo delle grate per evitare che la gente entri».
Il provvedimento di interdizione, però, non può essere preso dal Parco dell’Etna e spetta invece al Comune nel cui territorio ricade l’edificio lavico. Cioè quello di Trecastagni, a cui è intestata quella particella catastale nonostante il territorio sia quello di Zafferana. «È strano ma è così: è tutto di Trecastagni fino a Piano del vescovo». Sarà dunque il primo cittadino pedemontano a dovere ordinare il divieto di accesso alla grotta.