Stanco della situazione di abbandono e di sporcizia in cui versano le zone all'interno del parco del vulcano, Marco Rosso ha creato su Facebook un gruppo in cui raccoglie le denunce e le segnalazioni dei cittadini. Ai bordi delle strade ci sono materassi, frigoriferi, resti di coperture in eternit ma anche semplici sacchetti di rifiuti domestici. «Fare vergognare sia le istituzioni sia la gente incivile» è l'obiettivo di cui parla il fondatore di Etna, prima nostra e poi dell'Unesco. Guarda le foto
Etna patrimonio Unesco e della munnizza I social denunciano lo stato di degrado
Dove non arriva la denuncia alle istituzioni competenti, arriva senz’altro il gruppo su Facebook. È questo il principio che ha portato Marco Rosso, sportivo pedarese di 39 anni attivo anche nel settore turistico, a creare un gruppo sul più noto dei social network dal titolo emblematico Etna, prima nostra e poi dell’Unesco. L’intenzione di Rosso è quella di segnalare lo stato di degrado, abbandono e rischio ambientale del parco etneo patrimonio dell’umanità e delle zone limitrofe. «Le amministrazioni pubbliche non ascoltano, non hanno la minima idea di quello che si trova passeggiando per i boschi dell’Etna – spiega rassegnato Rosso – E poi ci si sente dire sempre che non ci sono fondi».
Etna, prima nostra e poi dell’Unesco in pochi giorni ha raccolto già un centinaio di membri, molti dei quali piuttosto attivi ed agguerriti, come Sasha Boscarini che promette: «Da domenica tornerò a girare e a rompere». Fotografie e brevi video campeggiano sul gruppo che contiene descrizioni e numerose lamentele firmate da cittadini che si dicono «stanchi dell’incuria, dell’inciviltà e della cattiveria di gente che abbandona la spazzatura sull’Etna e sulle strade che ad essa portano», prosegue il creatore dello spazio.
Marco Rosso è anche uno dei membri più presenti nel gruppo social e si infervora: «Potremmo essere famosi nel mondo per essere la patria dellEtna, e noi cosa facciamo? La rendiamo una discarica». Rosso ha raccolto numerose fotografie in cui mostra cumuli di spazzatura addossati ai muretti a secco in pietra lavica del pedarese. Ci sono materassi, frigoriferi, resti di coperture in eternit e automobili sventrate. Anche rifiuti speciali, dunque, e non solo semplici sacchetti di immondizia domestica, che allarmano chi vive vicino a strade trasformate in discariche all’aperto. E non è tutto. «A Tarderia, una frazione del Comune di Pedara, vicino alla casa dei miei genitori c’è stata ai bordi della strada la carcassa di un animale morto, per dieci mesi», racconta. Il fondatore del gruppo su Facebook ha anche registrato un video in cui si può vedere un camioncino dei rifiuti che non si ferma a raccogliere i cumuli di rifiuti. Sarcastico il commento di Rosso: «Giustamente passano dritti».
Occupandosi di turismo, Marco Rosso ha avuto modo di condurre escursionisti tra crateri, ceneri, colate di lava e grotte del vulcano attivo e ammette: «Molte volte quando mostravo qualcuna delle bellezze naturali che offre il paesaggio vulcanico notavo che accanto c’erano sacchi di immondizia e mi sono vergognato per tutti noi». Il suo scopo, adesso, è duplice: «Voglio far vergognare sia le istituzioni sia la gente incivile e mi auguro di riuscire a coinvolgere quante più persone possibile, ovviamente tra quelle che hanno senso civico».
[Foto di Etna, prima nostra poi dell’Unesco]