Due giornate passate a stretto contatto con le meraviglie dell'Etna e i cani di razza malamute. La terza edizione dell'Etna dog-trekking Seram è stata un'occasione per un centinaio di appassionati per vivere un'esperienza molto intensa. E per uno di loro - Andrea, diversamente abile - si è avverato il sogno di un'escursione nei boschi del vulcano. «Sono cani che mi fanno sentire un collegamento con la natura selvaggia», ha spiegato entusiasta. Guarda le foto
Etna dog-trekking, festa tra natura e cani Due malamute trasportano un disabile
Si è conclusa ieri la terza edizione dell’Etna dog-trekking Seram nell’area del demanio forestale Filiciusa Milìa e la contrada Serra La Nave. «Anche in questa due giorni si è ripetuto il successo delle edizioni precedenti – spiega Fabrizio Calì, vicepresidente del Seram (Sezione di razza alaskan malamute del Club italiano razze nordiche), organizzatore della manifestazione – Sono molto soddisfatto sia per il numero dei partecipanti, in totale un centinaio, sia per le ottime condizioni meteo incontrate».
Un evento apparentemente ristretto, ma che ha riunito sull’Etna un buon numero di persone con «iscritti provenienti da Ragusa, Messina e anche da Bari. E poi – continua Calì – siamo riusciti nell’esperimento di sleddog estivo con Andrea Marchese, grazie anche al supporto del Corpo forestale e dellassociazione Piuma bianca». Nella prima giornata, infatti, una coppia di malamute è stata legata a un carrello in cui era seduto Andrea Marchese, un ragazzo catanese diversamente abile in seguito a un incidente con la moto che gli ha fatto perdere luso delle gambe. Si è tentato con successo di far conoscere ad Andrea una delle zone più belle e remote dellEtna non a bordo di un mezzo fuoristrada, ma naturalmente tirato da due cani da slitta di nome Etoo e Pepita.
Ovviamente Andrea è entusiasta: «E’ stata unesperienza unica. Se non fosse stato per questi cani, non avrei conosciuto questa parte meravigliosa dellEtna. Devo dire grazie in parte anche alla mia Luna, la mia femmina di malamute di dieci mesi: anche lei ha aiutato nel tiro in alcuni tratti», spiega il giovane che non è alla prima escursione di questo genere in montagna. «Ho scelto il malamute dalla stupenda esperienza di sleddog vissuta nel febbraio del 2010 a Piano Vetore. Sono cani che mi fanno sentire un collegamento con la natura selvaggia. Luna mi ha cambiato la vita, mi aiuta a vivere meglio e posso dire con consapevolezza che se fosse necessario, mi taglierei un braccio per salvarle la vita».
«Possiamo anche imparare dagli animali», afferma Sergio Mangiameli, presidente dellassociazione Piuma bianca, che si occupa di volontariato e educazione ambientale. «I cani non conoscono le barriere della disabilità, per loro un uomo è un uomo e basta. I malamute sono felici quando corrono e tirano, e dunque ci è sembrato quanto più naturale possibile far arrivare Andrea in questo modo al rifugio della Galvarina, tra decine di altri malamute con i loro padroni. Una festa essenziale – continua Mangiameli – in cui ognuno col proprio compito ha sentito di appartenere alla natura che unisce. Questo è il messaggio».
A supporto ed accompagnamento dell’operazione, oltre alla partecipazione dell’ente parco dell’Etna, anche due ispettori forestali del distaccamento soccorso montano e Protezione civile Etna-Linguaglossa, Antonio Turrisi e Lucio Domanti. Quello di ieri è stato un trek meno impegnativo, ricco di bambini e cani anche di altre razze. Il bambino più piccolo, Francesco quattro anni; il cucciolo più piccolo, Heron quattro mesi. Un percorso tra boschi di pino, colate laviche recenti, una pietra-cannone e un hornitos. Il passaggio dal parco Etnavventura – il parco avventura più in quota dItalia e lunico al mondo realizzato all’interno di un antico cratere spento – e il rientro al Rifugio Ariel per i saluti e larrivederci all’anno prossimo.