Il 31 luglio l'organismo composto da Michelangelo Patanè e dagli esperti Giovanni Di Rosa, Matteo Ignaccolo e Marco Platania valuterà le tre proposte di project financing che dovrebbero cambiare il volto dell'offerta turistica sul versante nord del vulcano
Etna, a fine mese apertura buste per strada crateri L’ex magistrato Patanè guida commissione appalto
Adesso c’è una data per la possibile chiusura di una querelle lunga più di cinque anni. Il 31 luglio una commissione appositamente costituita aprirà le buste con le offerte di chi aspira a gestire, per i prossimi anni, la strada per i crateri dell’Etna. Ovvero, la pista che risale il versante nord del vulcano, con partenza da Piano Provenzana, divisa a metà fra i Comuni di Linguaglossa e Castiglione di Sicilia. Tra le novità della procedura d’appalto varata dai due sindaci, Salvatore Puglisi e Antonio Camarda, c’è appunto anche la creazione di un organismo di valutazione terzo delle proposte di project financing presentate a fine giugno.
Dopo varie interlocuzioni con il proposito di mettere in campo «personalità di alto profilo», la commissione è stata affidata alla guida dell’ex magistrato Michelangelo Patanè, appena un mese fa dimessosi dal consiglio d’amministrazione di Riscossione Sicilia. Lo affiancheranno il segretario comunale di Linguaglossa, Giuseppe Bartorilla e tre docenti indicati dall’università di Catania: l’ordinario del dipartimento di Giurisprudenza, Giovanni Di Rosa, l’esperto in trasporti e mobilità del dipartimento di Ingegneria Matteo Ignaccolo – di recente comparso nel «tavolo dei saggi» del sindaco di Catania Salvo Pogliese – e il docente di Economia del turismo del dipartimento di Scienze della Formazione, Marco Platania.
Toccherà a loro esaminare le offerte dei tre soggetti interessati al business delle escursioni sull’Etna dal versante nord. Linguaglossa e Castiglione, a fine 2017, avevano varato tale selezione di «operatori economici» interessati a «realizzare un nuovo sistema di mobilità integrato», attraverso la finanza di progetto, fra il vulcano e il fiume Alcantara. Archiviando le vecchie concessioni della pista d’alta quota al gruppo Russo Morosoli – che già gestisce l’accesso ai crateri dal versante sud – cioè l’assetto contestato più volte dall’autorità Antitrust. E facendo tramontare la diatriba sulla possibile liberalizzazione tout court del servizio di trasporto dei turisti a quota 3000, idea apertamente suggerita sempre dall’authority presieduta da Giovanni Pitruzzella. Il nodo è da anni lo stesso: una concorrenza che sarebbe azzoppata con conseguenze quali il caro prezzi. Le tre buste sono state presentate dall’associazione temporanea d’imprese, nonché attuale gestore provvisorio delle escursioni a Etna nord, Etna mobility, dalla ditta Isea viaggi srl di Misterbianco e da un’altra Ati, quella fra le ditte Di Bella viaggi ed Etna travel service.
Secondo i piani dei due Comuni, in cambio della gestione pluriennale della pista per i crateri, il soggetto vincitore del project financing dovrebbe impegnarsi a compiere corposi investimenti per mettere in connessione Piano Provenzana e la stazione turistica montana di Linguaglossa al comprensorio delle Gole dall’Alcantara. Varie le ipotesi circolate sugli eventuali dettagli dei progetti: si va da una cabinovia a un avveniristico ponte sul fiume. Passa da qui, è l’auspicio dei sindaci, il futuro rilancio economico-turistico del versante nord dell’Etna.