Estubato, dimesso dal reparto di Terapia intensiva e trasferito al Centro grandi ustioni dell’ospedale Cannizzaro di Catania. Sono in leggero miglioramento le condizioni di Alessandro Leone. L’imprenditore 41enne rimasto ferito martedì mattina nell’esplosione del bar Cioccolato & Caffè sul lungomare del capoluogo etneo, di cui è titolare. Sulla vicenda, ancora avvolta da più di un […]
Foto di Vigili del Fuoco
Estubato il titolare di Cioccolato & Caffè, rimane in Terapia intensiva l’altro ferito
Estubato, dimesso dal reparto di Terapia intensiva e trasferito al Centro grandi ustioni dell’ospedale Cannizzaro di Catania. Sono in leggero miglioramento le condizioni di Alessandro Leone. L’imprenditore 41enne rimasto ferito martedì mattina nell’esplosione del bar Cioccolato & Caffè sul lungomare del capoluogo etneo, di cui è titolare. Sulla vicenda, ancora avvolta da più di un punto interrogativo, sono al lavoro gli investigatori della Squadra mobile. Leone, proprio per le sue condizioni di salute, non è stato ancora sentito ma la sua testimonianza, insieme ai filmati dei sistemi di videosorveglianza, potrebbe risultare decisiva nell’ambito della ricostruzione dei fatti. Non è chiaro infatti se l’imprenditore si trovasse all’interno della bottega, in cui era in affitto al civico 131 di viale Ruggero di Lauria, quando è esplosa la bombola del gas che ha completamente distrutto l’attività.
Così come permangono i dubbi sul possibile ruolo di un secondo ferito. Come scritto in un articolo pubblicato questa mattina dal nostro giornale, si tratta di un uomo di 40 anni, arrivato all’ospedale San Marco di Catania e ricoverato in condizioni critiche, ma non in pericolo di vita. I due erano insieme martedì mattina? È questa una delle domande alle quali si cercherà di dare una risposta nei prossimi giorni. Il fascicolo, al momento, non vede persone indagate e l’ipotesi di reato è quella di incendio doloso. La procura ha acquisito la comunicazione di reato, stilata dai vigili del fuoco che sono intervenuti per mettere in sicurezza l’immobile e spegnere l’incendio, e il resoconto dei poliziotti del reparto Volanti.
Una storia che assomiglia a un rebus difficile da decifrare. Anche perché Leone, dopo essere rimasto ferito, non è andato subito al Cannizzaro ma con un mezzo proprio si è allontanato dal bar, raggiungendo il Garibaldi-Nesima, salvo poi essere trasportato al nosocomio con un’ambulanza del 118. A questo si aggiunge quanto avvenuto a novembre, quando Leone ha trovato davanti la propria attività una molotov. Il bar, inaugurato nel 2011, era chiuso da alcuni mesi per ristrutturazione (come la facciata del complesso) ma l’imprenditore, attraverso dei video pubblicati sui social, aveva annunciato l’imminente apertura in vista della stagione estiva. Ambizione che, negli stessi filmati social, si mischiava a un desiderio di rivalsa nei confronti di qualcuno, mai nominato in maniera esplicita. «Prima di parlare dovresti essere in grado di camminare – diceva – anche se sei rimasto senza scarpe, come ho fatto io».