Foto di Dario De Luca

L’esplosione da Cioccolato & Caffè a Catania. L’inchiesta, il titolare ferito e la molotov ritrovata a novembre

«Non ti nomino ma tu sai che mi sto riferendo a te. Vorrei vedere come, al posto mio, riusciresti ad aprire. Le persone lo sanno cosa dici in giro e, ricorda sempre, che la migliore granita alla mandorla, quest’estate, la mangerai da me». Era soltanto il 6 marzo quando il titolare del bar Cioccolato & Caffè di Catania faceva il nodo al fazzoletto in vista della stagione estiva mostrando, in un video pubblicato su Instagram, i lavori che stavano interessando l’interno e l’esterno dell’immobile, lungo viale Ruggero di Lauria. Un cantiere, al civico 131, che lo avrebbe obbligato a rimandare la riapertura del bar ormai da diversi mesi. Da ieri mattina dell’attività commerciale, però, restano soltanto le macerie. Un’esplosione ha completamente distrutto i locali al piano terra con un grosso incendio che è divampato interessando parzialmente anche i piani superiori, danneggiando le reti di protezione e parte del ponteggio. Sulla vicenda ci sono diversi punti interrogativi a partire dalla dinamica. I vigili del fuoco hanno disposto l’evacuazione dell’immobile e inoltrato alla procura di Catania una comunicazione di reato, informativa che porta alla matrice dolosa. Secondo quanto appreso da fonti di polizia, gli investigatori della Squadra mobile stanno vagliando tutte le ipotesi.

L’esplosione, intorno alle 5 di mattina, sarebbe stata causata da una bombola del gas. La posizione degli arredi finiti all’esterno e di quello che rimane dei suppellettili fanno pensare che il contenitore si trovasse all’interno del bar. A rimanere ferito è stato il titolare Alessandro Leone, 41 anni. Anche sul ferimento però ci sono diversi interrogativi. L’uomo si trovava all’interno della bottega quando c’è stata l’esplosione, era all’esterno o è arrivato dopo, quando le fiamme avevano già avvolto parte del palazzo? Tutte domande al vaglio delle forze dell’ordine, anche perché gli investigatori al momento non hanno ancora potuto sentirlo. Fonti sanitarie hanno confermato al nostro giornale che il 41enne avrebbe rifiutato di farsi refertare dal medico arrivato sul posto a bordo di un’ambulanza del 118. Il ferito – non è chiaro da solo o se accompagnato da qualcuno – ha preferito recarsi in maniera autonoma al Pronto soccorso, prima cercando di raggiungere il Garibaldi-Nesima salvo poi arrivare, con un mezzo di soccorso del 118 di Misterbianco, all’ospedale Cannizzaro, dove adesso si trova intubato e ricoverato nel reparto di Rianimazione, con ustioni superficiali sul 15 per cento del corpo. A preoccupare, però, è il fatto che il 41enne ha respirato molto fumo – forse anche tossico – andando a intaccare la funzionalità dei polmoni.

«Non sappiamo nulla di quello che è successo. Siamo stati avvertiti dai soccorritori ma io non ero presente quando c’è stata l’esplosione», racconta un medico che nel palazzo ha il proprio studio. Poche parole anche da parte dell’amministratore di condominio. «Sono stato sul posto e posso dirle che è stata disposta l’evacuazione da parte dei vigili del fuoco – dice contattato telefonicamente dal nostro giornale – Il bar, che io sappia, era in affitto ma per questioni di riservatezza non posso aggiungere altre informazioni». Cioccolato & Caffè è stato inaugurato nel 2011 e insieme al ferito, per alcuni anni, c’erano altre due persone in società, poi fuoriuscite nel 2014. Nel 2017, secondo le verifiche effettuate da MeridioNews, l’attività è stata data in affitto a una nuova società: la Dolci Tentazioni – amministrata da un parente diretto del ferito – e dal 2021 in liquidazione.

Ulteriori approfondimenti verranno effettuati anche su quanto riferito da una residente a Catania Today. Pare infatti che nei mesi scorsi, precisamente a novembre, sarebbe stata ritrovata una bottiglia con del liquido infiammabile nei pressi del palazzo. Particolare confermato anche alla nostra testata escludendo però il principio d’incendio. «È la prima volta che questo ponteggio e il cantiere subiscono dei danni», conferma uno dei titolari della ditta che si occupa della ristrutturazione della facciata. Nel via vai di soccorritori e forze dell’ordine sul posto arriva pure una donna, che ci viene indicata come la proprietaria della bottega: «Possiamo farle qualche domanda?», chiediamo. La donna, però, preferisce non rispondere e allontanarsi rapidamente oltre il nastro di protezione che delimita l’area sotto sequestro.


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