Se si fossero ribellati non sarebbero stati assunti o sarebbero stati licenziati. «Un modus operandi consolidato», scrive il gip di Messina che avrebbe poi permesso agli imprenditori di investire le somme nell'acquisto di terreni
Estorsioni e minacce ai danni di alcuni dipendenti Fatti emersi attraverso le intercettazioni e pizzini
L’esame della documentazione extracontabile trovata – tra cui diversi pizzini, agende e prospetti di calcolo – in sede di primo accesso all’azienda, gli approfondimenti e le intercettazioni telefoniche, hanno dimostrato come gli imprenditori abbiano fatto del «ricorso a minacce e soprusi un vero e proprio metodo di lavoro». Se i dipendenti si fossero ribellati, non sarebbero stati assunti o sarebbero stati licenziati. Il gip di Messina scrive di «un modus operandi consolidato, volto ad estorcere sistematicamente denaro ai lavoratori assunti e a imporre loro condizioni inique di lavoro al fine di conseguire ingiusti profitti economici, avvalendosi del potere di prevaricazione derivante dalle condizioni di difficoltà economica in cui versavano le persone offese; potere esercitato mediante minaccia, di volta in volta esplicita o velata, di licenziamento».
Le indagini hanno inoltre permesso di accertare che gli indagati reinvestissero i proventi illeciti, pari a circa 200 mila euro oggi sottoposti a sequestro, nell’acquisto di terreni. Operazioni finanziarie illecite concordate coni complici al solo fine di autoriciclare il denaro provento delle estorsioni. Alla luce di quanto riscontrato è scattato l’arresto di 4 componenti di una famiglia di imprenditori della riviera jonica. I finanzieri del Comando provinciale di Messina hanno eseguito un provvedimento cautelare disposto su richiesta della procura. Le indagini svolte, sviluppate dalle Fiamme gialle della Compagnia di Taormina, si sono avvalse delle dichiarazioni dei lavoratori obbligati ogni mese alla restituzione in contanti di una quota dello stipendio. Violata anche la normativa relativa all’orario di lavoro e ai riposi spettanti.
Riceviamo e pubblichiamo: Il gruppo Decò ha avuto conoscenza delle notizie di stampa apparse in data odierna relative all’esecuzione di un provvedimento cautelare emesso dal tribunale di Messina ed eseguito dalla guardia di finanza di Taormina nei confronti di alcuni esponenti di Top Market s.r.l. Al riguardo il gruppo Decò precisa di essere soggetto del tutto distinto dalla società Top Market s.r.l. e pertanto afferma la propria totale estraneità ai fatti in contestazione. Precisa, infine, che sta valutando l’opportunità di adottare eventuali iniziative in merito.