Esiste la vita dopo la morte? E se ci fossero più universi e più mondi?

L’AFFASCINANTE TEORIA DI UN GRANDE SCIENZIATO – ROBERT LANZA, CONOSCIUTO ANCHE PER I SUI STUDI SULLE CELLULE STAMINALI – CHE A BREVE SARA’ A ROMA PER PARLARE DEL SUO ULTIMO LIBRO

Esiste la vita oltre la vita? Il tema viene affrontato in un articolo sulle teorie dello scienziato Robert Lanza pubblicato dal sito segnidalcielo un universo un popolo.   

Robert Lanza è uno studioso di fama internazionale. Attualmente è direttore scientifico presso l’Advanced Cell Technology e professore aggiunto presso la Wake Forest University School of Medicine. Ha pubblicato centinaia di articoli su vari aspetti della scienza ed è stato protagonista di numerose invenzioni.

E’ anche un divulgatore. Ha scritto, fino ad ora, più di 30 libri, tra i quali “Principles of Tissue Engineering” (Principi di ingegneria dei tessuti) e “Essentials of Stem Cell Biology” (Fondamenti di biologia delle cellule staminali), due pubblicazioni riconosciute come riferimenti definitivi in campo scientifico.

Di Robert Lanza si parla in tanti siti. Noi abbiamo optato per segnidalcielo dove è possibile legge un approfondimento sulla sua teoria dove prova a spiegare come la vita dopo la morte partendo dalla fisica quantistica.

La vita, secondo Lanza, va avanti per sempre in un piccolo contenitore quantico che lo scienziato chiama “coscienza”.

“Tutta la nostra vita materiale – leggiamo su segnidalcielo – viene registrata per cosi dire, dal nostro DNA dove è insita la coscienza umana, poi ciò che è stato seminato, vissuto, verrà raccolto successivamente. Poi dopo aver abbandonato il corpo, attraverso un viaggio su altri Universi o Dimensioni, la coscenza andrà a materializzarsi in altra forma di vita, pronta per una nuova esperienza. La vita non finisce quando il corpo muore, ma può durare per sempre”.

Il suo intitolato “Biocentrism: How Life and Consciousness Are the Keys to Understanding the Nature of the Universe” (Biocentrismo: come la vita e la coscienza sono le chiavi per comprendere la natura dell’Universo) è oggetto di un acceso e appassionato dibattito sulla rete.

Sintetizzando, si può affermare che, a parere dello scienziato, la nostra vita non finirebbe con la morte, ma andrebbe avanti con la nostra coscienza.

Lanza, celebrato come un grande scienziato dal New York Times, è, tra le altre cose, un grande esperto in medicina rigenerativa e – come già ricordato – direttore del Advanced Cell Technology Company negli Stati Uniti. Ed è conosciuto anche per la sue ricerche sulle cellule staminali (in Italia oggetto di aspre polemiche per via di contestate cure che in alcuni casi non hanno dato risultati apprezzabili, ma che in altri casi avrebbero sortito sui malati effetti positivi). Lanza è noto anche per l’aver clonato varie specie di animali in via d’estinzione.

Oltre che grande conoscitore della medicina e della biologia, Lanza conosce molto bene anche la fisica quantistica. Ed è mettendo assieme medicina, biologia e meccanica quantistica che è arrivato ad elaborare la teoria del biocentrismo.

Secondo questa teoria, “la vita e la coscienza sono fondamentali per l’universo e praticamente è la coscienza stessa che crea l’universo materiale in cui viviamo e non il contrario”.

Partendo dalla struttura dell’universo, dalle sue leggi e dalle forze, lo scienziato arriva alla conclusione che tutto sembra essere presente per sostenere la vita.

Lo scienziato, insomma, teorizza qualcosa che non sembra molto dissimile da quanto insegna la Bibbia: e cioè che l’intelligenza viene prima della materia. Spazio e tempo, a suo avviso, non sarebbero oggetti o cose, ma strumenti della nostra comprensione umana: “Portiamo lo spazio e il tempo in giro con noi, come le tartarughe con i propri gusci”.

Bella la spiegazione di questa riflessione che si legge su segnidalcielo: “Nel senso che quando il guscio si stacca (spazio e tempo), noi esistiamo ancora. La teoria implica che la morte della coscienza semplicemente non esista. Esiste solo sotto forma di pensiero, perché le persone si identificano con il loro corpo credendo che questo prima o poi morirà e che la coscienza a sua volta scomparirà”.

“Se il corpo genera coscienza – leggiamo sempre su segnidalcielo – allora questa muore quando il corpo muore, ma se invece il corpo la riceve nello stesso modo in cui un decoder riceve dei segnali satellitari, allora questo vuol dire non finirà con la morte fisica. In realtà, la coscienza esiste al di fuori dei vincoli di tempo e spazio. È in grado di essere ovunque: nel corpo umano e fuori da esso”.

Forse la parte più affascinante del libro di Lanza è la teoria degli “universi multipli”. In pratica, la tesi che ci possano essere più universi e più mondi. Potrebbe succedere così, sempre secondo lo scienziato, che in un universo il corpo di un uomo potrebbe essere morto, mentre potrebbe continuare ad esistere in un altro universo.

Questa possibilità viene definita da Lanza “non località quantistica”. Una coscienza, migrando in un altro universo, potrebbe continuare a vivere “in relazione alla risposta quantica delle vita vissuta precedentemente”.

Ma se l’intelligenza che pre-esiste la materia avvicina questa teoria alla Bibbia, le conclusioni alle quali arriva Lanza sono molto diverse da quelle delle religioni monoteiste. Nell’Aldilà non ci sarebbero, per dirla con Dante Alighieri, né Inferno, né Paradiso, né Purgatorio, ma un mondo, forse simile a quello in cui abbiamo vissuto, forse diverso, e comunque legato all’idea di infinito. 

Robert Lanza tra non molto sarà ospite a Roma per parlare della vita dopo la morte. 


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