Esiba arte al suo secondo debutto siracusano

L’ingresso tempestato da strane palle di carta, una ragazza ci offre dei dolci. Comincia lo spettacolo: “surplus” il documentario mostrato, intervallato da magistrali pieces teatrali, una puttana indaffarata e due papponi insaziabili i protagonisti; la prima serata scorre veloce divertita e divertente, sono giovani talenti siracusani, c’è da non crederci.

La seconda serata si cambia musica. “Cecità” il documentario mostrato…Lento, criptico a tratti estenuante, certamente angosciante in tutto il suo lentissimo evolversi. Le pieces teatrali si fanno anch’esse più discrete, edulcorate, estremizzate in una disperazione muta, si scevrano drammi antichissimi. Enigmatici.

L’associazione culturale autrice dello spettacolo è “Esiba arte”, per conoscerla al meglio abbiamo intervistato l’ideatore-fondatore-gestore…il “Master” Sebastiano Di Guardo

Com’è nata l’associazione?
Il 16 Dicembre 2005 “Esiba Arte” ha fatto un anno. L’associazione è un cinecircolo aderente all’ “Unione Italiana Circoli del Cinema”. Abbiamo volutamente lasciato la porta aperta nello statuto associativo anche al teatro, alle arti visive, alla musica, all’arte in generale. Il nostro intento è espresso in una frase della prima assemblea dei soci fondatori: “l’associazione vorrebbe essere un acceleratore di istanze giovanili”.

Parlaci del vostro primo lavoro
L’estate scorsa abbiamo proposto “LiberaMENTE” che è stata una quattro giorni documentaristica svolta all’interno della galleria Montevergini. Il tema era quello della partecipazione sociale.In questi quattro giorni abbiamo proposto otto documentari che trattano questo tema sotto vari aspetti:
nel primo giorno abbiamo proposto “Diario di una siciliana ribelle” che trattava il tema della partecipazione in sicilia – la storia della prima collaboratrice di giustizia – .
il secondo documentario parla ovviamente di mafia: “Libera terra” creato dall’associazione “libera” di Don Ciotti.
Il secondo giorno ci siamo occupati della partecipazione sociale nel lavoro: abbiamo mostrato “Vite flessibili” dell’”Archivio audiovisivo del movimento operaio e democratico” in seconda serata l’altra faccia del dramma : “L’anno di Rodolfo” un documentario torinese che tratta del dramma di molti cinquantenni che hanno maturato una grossa esperienza sul campo ma che vengono estromessi dal mercato del lavoro rimanendo sospesi in un limbo di indigenza a pochi passi dalla pensione.
Il terzo giorno è stato il più delirante, io l’ho chiamata “la serata del limite”: si parlava di un incredibile esperimento: Radio La Colifata ha fatto votare i folli rinchiusi in un manicomio per le elezioni argentine, la seconda serata era dedicata ad altri esclusi dalla partecipazione civile: i detenuti.
 “La storia di Veronica” racconta la storia di questa detenuta che decide di rimettere in gioco la propria vita aprendo una sartoria all’interno del carcere.
L’ultima giornata l’abbiamo voluta dedicare alla politica: abbiamo proiettato
“Il Tigri placido scorre” in cui sono state intervistate delle persone di Baghdad durante la guerra. Chiudeva a sigillo la serata una lunga intervista a Pintor.

Come sono andate le cose? Che ritorno di gente avete avuto?
Molto buono. Con “Liberamente” abbiamo staccato circa 200 tessere.

Cosa ci racconti sul “Circo dell’eccesso”? Il vostro secondo lavoro?
Volevo  raccontare l’eccesso che permea i nostri rapporti sociali, il nostro stile di vita. Io credo che la nostra società sia fortemente bulimica. Ho voluto beccare i siracusani nel periodo immediatamente successivo all’orgia natalizia per dare loro questo pugno nello stomaco. Sapevo che uno spettacolo sull’eccesso doveva essere eccessivo! Da qui l’idea del baraccone di un circo. Il corridoio realizzato da Salvatore Ferrara, costringeva la gente a sbattere contro delle palle fatte di immagini, perché così è nella nostra quotidianità: siamo bombardati da migliaia di immagini che non riusciamo più a selezionare…Subito dopo l’ingresso Milena Viscardi distribuiva dolci a tutti, natale periodo bulimico: dovevano continuare a mangiare.

Il primo documentario mostrato è stato “Surplus”, perfettamente in linea con il tema dell’eccesso, molti spettatori si sono chiesti il perché della scelta del documentario della seconda serata ?
Fra il primo ed il secondo documentario c’è una forte antitesi. Il primo documentario ha un montaggio forsennato, ha una musica molto bella, è molto famoso. Il secondo documentario invece è molto lento, ha dei tempi di riflessioni lunghissimi, ha un intreccio rarefatto, è violento, ha una qualità video e audio volutamente sporcate…Dal punto di vista tecnico è stata una scelta voluta. Il tema della cecità, centrale nel secondo documentario vuole parlare appunto di questo: l’incapacità di cogliere ciò che ci arriva dall’esterno proprio per questo cronico overflow di informazioni che caratterizza la nostra società, anche per questo abbiamo scelto nella seconda serata un documentario difficile da comprendere: la gente deve abituarsi a non avere tutto servito su un piatto d’argento. Il prodotto filmico basato sul libro di Saramago “cecità” vuol dire proprio questo, il percorso che fanno i protagonisti in quanto non vedenti alla fine è un percorso che avranno fatto nella luce, alla fine si risolve, si capisce il tutto.

Adesso a cosa state lavorando?
Ora stiamo lavorando ad un progetto per le scuole: “Incrocio di sguardi”, il prossimo spettacolo sarà presentato entro Maggio al pubblico siracusano, ma stavolta sarà uno spettacolo interamente teatrale.


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