Esercizio provvisorio, Musumeci attacca Baccei in Aula «Un proconsole romano inviato per distruggere l’autonomia»

Nello Musumeci non le manda a dire. Il leader dell’opposizione di centrodestra, ieri in aula, ha assestato una serie di colpi al governo nazionale e a quello regionale. Nel suo intervento, nel corso della seduta in cui si è avviata la discussione sull’esercizio provvisorio. Nel testo del disegno di legge sull’esercizio provvisorio, che è stato approvato ieri dalla commissione Bilancio, sono stati reintrodotte le norme su ex Pip, Sviluppo Italia Sicilia, Tabella H e Terme di Sciacca, dovrebbe essere approvato domani. E Musumeci ha attaccato a muso duro l’assessore regionale all’Economia, Alessandro Baccei, seduto tra gli scranni di Sala d’Ercole, definendolo «un proconsole romano inviato in Sicilia non per distruggere questo governo regionale, ma l’istituto autonomistico».

Musumeci non ha nessun timore nell’affermare che «se la Regione si trova in queste pessime condizioni è sicuramente colpa di decenni di malgoverno di destra e di sinistra». Ma la soluzione «non può essere quella proposta dal Governo nazionale di cui lei è rappresentante ufficioso – ha detto sempre rivolgendosi a Baccei – le sue proposte di tagli non incidono sugli sprechi veri di questa amministrazione ma sulla gente. Perché non si parla dei dieci Istituti autonomi delle case popolari che sono un coacervo di malaffare? Quanto tempo ancora servirà per liquidare l’Esa? Perché non si vende parte del patrimonio immobiliare non utilizzato? Lei di tutto questo non parla. Perché è stato mandato qui per altri motivi».

«Siamo sull’orlo del collasso finanziario e ancora qualcuno continua a suonare l’orchestrina su questa nave che affonda – ha aggiunto -. Questo Parlamento ha bisogno di chiarezza per sapere quale strada imboccare per prestar fede al giuramento di servire la Regione». Il deputato, quindi, sferra l’attacco finale ricordando i prelievi di risorse regionali operati dalla capitale: «Oltre un miliardo di euro di accantonamenti anche quest’anno. A cui si aggiunge l’altro miliardo di fondi Pac scippati alla Sicilia. E, ancora, il silenzio sulla territorializzazione delle imposte.

La verità – chiosa Musumeci – è che la Sicilia avrebbe bisogno di un boverno autorevole per pretendere da Roma l’applicazione delle norme finanziarie del nostro Statuto. E noi questo Governo autorevole non lo abbiamo. Il Presidente Crocetta, nei confronti del Governo nazionale non è stato certo un’aquila, e, forse neanche un passerotto. Di certo il Governo Renzi ha recitato bene la parte della gazza ladra».


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