Solo all’esito dell’azione penale che eventualmente sarà avviata dalla procura di Catania ci sarà una valutazione disciplinare interna dell’arma sul carabiniere che ha girato e diffuso uno dei video che ritrae la giudice del tribunale etneo Iolanda Apostolico a una manifestazione al porto di Catania, il 25 agosto del 2018. La magistrata che, ormai da giorni, è […]
L’esame disciplinare sul carabiniere che ha girato un video della giudice Apostolico solo dopo l’azione penale
Solo all’esito dell’azione penale che eventualmente sarà avviata dalla procura di Catania ci sarà una valutazione disciplinare interna dell’arma sul carabiniere che ha girato e diffuso uno dei video che ritrae la giudice del tribunale etneo Iolanda Apostolico a una manifestazione al porto di Catania, il 25 agosto del 2018. La magistrata che, ormai da giorni, è al centro del dibattito dopo avere disapplicato per prima il decreto del governo sui migranti liberandoli dal centro di permanenza per il rimpatrio di Pozzallo. Nei giorni successivi, un altro giudice catanese – Rosario Crupi – non ha convalidato il trattenimento dei migranti nel Cpr.
Sabato scorso, i superiori del militare hanno informato la procura di Catania sul caso. I magistrati decideranno come muoversi per accertare eventuali reati. Diverso dal profilo penale è quello dell’eventuale violazione di circolari e regolamenti interni all’arma o del codice dell’ordinamento militare avvenuta con la condivisione del filmato di un’attività di servizio. Perché possa partire una valutazione disciplinare con gli eventuali provvedimenti, su questo occorre però la conclusione dell’iter penale della procura.
Intanto, l’esposto presentato dal leader dei Verdi Angelo Bonelli ai magistrati della procura di Roma verrà trasmesso ai pubblici ministeri di Catania. L’atto – sulla vicenda del video che ritrae la giudice Apostolico e che era stato pubblicato dal leader della Lega Matteo Salvini sulla propria pagina Facebook – finirà in un fascicolo aperto a modello 45, ossia senza indagati e ipotesi di reato, dai magistrati capitolini per poi essere trasmesso ai colleghi etnei per competenza. Una decisione legata al fatto che, al momento, nessun elemento radica la questione a Roma.