Un incendio di vaste proporzioni, diversi ettari di macchia mediterranea distrutti, i confini della città medievale lambiti dalle fiamme. Un importante rogo scoppiato a Erice ha tenuti impegnati canadair e vigili del fuoco per tutta la giornata di ieri. Diversi i voli dei mezzi antincendio anche stamattina per domare totalmente le fiamme. «Si tratta probabilmente di incendio doloso, aggravato dal forte vento di scirocco», premette il sindaco Giacomo Tranchida. «Ma dobbiamo anche denunciare una gestione del territorio vergognosa e la responsabilità è del presidente Rosario Crocetta», afferma, anticipando anche l’intenzione di intraprendere azioni legali.
Una porzione importante del monte sul quale sorge la cittadina è proprietà demaniale regionale. «Questa Regione non riesce nemmeno a difendere i propri beni, dopo aver investito miliardi e miliardi». Duro l’affondo del primo cittadino ericino nei confronti del governatore. «È una catastrofe annunciata – attacca Tranchida – Com’è possibile che a giugno ancora non sia stato fatto il viale antifuoco?», chiede. «Abbiamo un distaccamento della forestale inutile, bisognerebbe chiamare Chi l’ha visto, perché i dipendenti non ci sono», commenta amaramente. Le fiamme sono state domate anche «grazie ai volontari, ai quali non sappiamo nemmeno se riusciremo a rimborsare la benzina». E prosegue: «Io posso pensare a casa mia, ai terreni che ricadono sotto la responsabilità comunale, oltre non posso agire».
Al momento i danni al territorio e ai privati non sono stati calcolati, le operazioni di spegnimento sono andate avanti per tutta la mattina. «Per fortuna non sono state danneggiate cose e persone, ma qualche casolare è andato distrutto. E poi ci sono tutte le coltivazioni, gli ulivi. È un danno enorme per la città». I canadair hanno volato per l’intera giornata sul castello di Venere, «la cenere è arrivata ovunque». Un sabato da dimenticare anche per gli operatori turistici, costretti a tranquillizzare i visitatori che hanno affollato il borgo medievale.
Per tutelare Erice, dunque, «procederemo nei confronti di Crocetta e dei responsabili». Secondo Giacomo Tranchida «ci sono delle colpe gravi». Il suo non è un giudizio politico, tiene a precisare. «Faccio parte del Partito democratico, ho anche votato per lui – racconta – Ma bisogna dirlo: Crocetta non è roba per governare la Sicilia».
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