Enrico Rizzarelli: progetti e prospettive per la SSC

Dieci anni fa, da rettore dell’Università di Catania, Enrico Rizzarelli ha avuto l’idea di istituire una scuola d’eccellenza nell’Ateneo catanese. Adesso è stato chiamato dal rettore Antonino Recca a guidare nuovamente la sua scuola entrando nei pieni poteri di Presidente. Presente alla cerimonia di consegna dei primi diplomi di licenza, gli abbiamo posto alcune domande su progetti e prospettive della Scuola Superiore di Catania.

 

Professore Rizzarelli, quali sono gli obiettivi che si è prefissato per la Scuola d’eccellenza?

La cosa più importante è che la scuola ha e continua ad avere studenti eccellenti. La nostra mission è volta alla valorizzazione di un patrimonio che non vogliamo perdere, non tanto come mondo accademico ma come comunità. Sempre più si concorda sul fatto che la potenza economica di un paese si baserà sulla capacità di vincere la sfida di attrarre i talenti. Questa è la cornice in cui ci troviamo. Dentro bisognerà concretamente evidenziare la stretta correlazione fra attività didattica e di ricerca per avere esperienze per questi studenti e dare loro la capacità di sperimentare l’attività di studio con l’immediato inserimento, fin dai primi anni, nei progetti di ricerca

 

Quando è nata la Scuola Superiore, sul modello della Normale di Pisa, c’erano poche altre concorrenti “eccellenti”. Adesso sono una dozzina in tutta Italia. Come affronterà la sfida della concorrenza?

E’ vero che adesso sono aumentate le scuole d’eccellenza, ma mi permetto di sottolineare che quelle istituite nel 2005 a Lucca e a Firenze non hanno mai subito quel processo di valutazione a cui noi ci siamo sottoposti. Questo è l’elemento che noi consideriamo vada messo in evidenza per la competizione dei talenti. Abbiamo la possibilità di attrarre sempre meno studenti dalle province siciliane e sempre più dalle altre parti d’Italia oltre che dall’estero. E siamo pronti a questo, come testimoniano i master, che vengono tenuti interamente in lingua inglese, così come alcuni corsi. Dei venti studenti che entrano ogni anno nella Scuola Superiore, il 10 per cento proviene da paesi del Mediterraneo

 

C’è preoccupazione per la copertura finanziaria, adesso che i fondi dovranno essere elargiti a un numero di scuole d’eccellenza di gran lunga superiore al passato?

Non c’è nessun problema. In questo momento abbiamo un orizzonte temporale di copertura delle risorse che ci rende abbastanza tranquilli sul piano finanziario. Ma sono sempre del parere che le risorse vengono dopo. E’ possibile trovarle e attrarle se abbiamo da presentare una realtà che ha risposto a una domanda reale. Se l’offerta ha risposto a una domanda, il problema dei fondi, per quanto strano possa sembrare, è un problema secondario.

 

Ci sono in programma delle operazioni volte ad una sempre maggiore legittimazione della scuola dal punto di vista istituzionale?

La legittimazione sarà affidata al livello dei nostri studenti. Dal punto di vista istituzionale dovremo capire, dal piano triennale che dovrà essere varato nei prossimi mesi dall’attuale governo, quali saranno le proposte per le scuole superiori. A quel punto si faranno le valutazioni.

 

La residenzialità è un fattore sul quale puntate molto. A tal proposito, i vostri studenti quando potranno vedere completata la sede di Villa San Saverio?

L’accordo con le imprese, che già stanno lavorando intensamente per la ristrutturazione del centro, prevede la consegna dei lavori a gennaio 2008.


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